MENTRE L’ISTITUTO SI AVVALE DI DIRIGENZA PENSIONATA SI SVUOTA E NON ASSUME NESSUNO!
Quello che sta accadendo all’Istat è inspiegabile. A fronte della fortissima accelerazione dei pensionamenti degli ultimi tre anni, l’Istituto sembra incapace di assumere nuovo personale.
Non solo non riesce a effettuare una pianificazione adeguata a sopperire alle copiose uscite, ma non appare in grado di realizzare quel poco che lei stessa ha programmato. Una situazione che sta mettendo a rischio la sopravvivenza dell’Istituto: la ricerca pubblica e la produzione della statistica ufficiale per il paese con tagli sul 2022 su alcune indagini a fronte di un disavanzo di bilancio da S.p.A. quotata.
La UIL, ai tavoli e con due note inviate al Consiglio ad aprile e luglio, ha da tempo evidenziato l’insostenibilità della situazione.
L’Istituto sembra non riuscire a gestire i propri “numeri”: da un esame della documentazione disponibile sovrastima le assunzioni, sottostima le cessazioni e le risorse finanziarie disponibili. Il rischio vero è che si possa far pensare ad un disegno volto a ridimensionare il futuro dell’Istituto. In base ad alcune nostre elaborazioni i numeri parlano chiaro:
- negli anni 2018-2021 ci sono state 340 cessazioni (di cui quasi l’80% nei livelli IV-VIII) e 36 assunzioni
- 100 pensionamenti nel 2021 (con una stima di 64) e per il 2022 già 42 domande (e una stima di 27)
- tempi biblici per indire e concludere i bandi, di quelli Alleva 2018 si sono chiusi solo quelli per I livello
- ingenti risorse finanziarie disponibili, che aumentano con i risparmi conseguiti: i vincitori dei bandi da I livello sono tutti, “per fortuna”, interni (riserva 100%) con un risparmio di 1,2 milioni di euro, inoltre con i risparmi derivanti dalla riserva del 50% sugli altri bandi si avranno in totale 5 milioni di risorse aggiuntive;
- l’Istituto vuole assumere soltanto 100 Cter VI liv., pur avendo le risorse, quando ne servirebbero almeno 200, visto il saldo negativo di oltre 350 unità nel personale dei livelli;
- bisogna subito bandire il nuovo concorso da III livello per 100 posti dedicando attenzione al grande sottoinquadramento presente in Istituto.
Ma soprattutto ciò che preoccupa è che l’amministrazione appare non in grado di realizzare neanche quello che si propone. Il bilancio delle assunzioni previsto per l’anno 2021 è assolutamente negativo: il PTF 2021-2023 ne prevedeva 502 con una spesa di circa 16 milioni di euro, ne sono state realizzate 4 con una spesa di 750 mila euro!
Tipologia di assunzione 2021 | N. posti | Costo |
Bandi 2018 Concorso da I livello (riserva 100%) | 16 | 583.172,12 |
Mobilità obbligatoria e comandi | 1 | 34.757,20 |
Mobilità altri enti | 3 | 139.472,00 |
Totale nuove assunzioni 2021 effettive | 4 | 757.401,32 |
Totale nuove assunzioni 2021 da PTF 2021-2023 | 502 | 15.984.676,83 |
La UIL aveva chiesto e chiede anche l’attivazione delle selezioni art. 22 per i VII-VIII liv. e le categorie protette sui nuovi bandi per la valorizzazione di questi lavoratori, anche qui nessuna risposta.
L’Istituto a breve definirà il nuovo PTF 2022-2024, che sarà oggetto di sola informativa sindacale. Sarebbe invece opportuno che fosse oggetto di un confronto serio che consenta di spezzare l’autoreferenzialità perniciosa dell’amministrazione, per il bene e il futuro dell’Istat, a cui sembra importare a pochi.
Federazione UIL SCUOLA RUA
“Ricerca Università Afam”
I S T A T