È stato firmato nei giorni scorsi il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il triennio 2019-2021 del comparto Istruzione e Ricerca, che riguarda più di un milione di lavoratori, un contratto che non è stato siglato dalla Federazione UIL Scuola RUA.
Abbiamo fatto una scelta difficile, una scelta che nessun Sindacato Confederale ha mai fatto.
Abbiamo deciso di NON FIRMARE!!!
Eppure il confronto durato più di 18 mesi era iniziato tra i migliori auspici e ci trovava concordi con l’ARAN sulle tematiche da affrontare nel corso della trattativa. La valorizzazione del Personale degli Enti pubblici di Ricerca e la revisione dell’ordinamento (l’attuale risale al 1991 con il DPR 171) erano tra i punti cardini che tutti avevamo individuato tra i prioritari e a cui bisognava dare una risposta con il nuovo CCNL.
Consapevoli che la mancata valorizzazione della professionalità delle sue eccellenze, è un elemento che concorre a generare l’emorragia costante di conoscenza, finendo per contribuire alla crescita di altri Paesi e a depauperare il nostro.
Ma ben presto abbiamo percepito con nostro rammarico che questo rinnovo del contratto non avrebbe portato a nulla di buono.
Infatti, le premesse con cui abbiamo proseguito le trattative non si sono dimostrate beneaguranti: la legge di bilancio 2022 aveva stanziato risorse per la valorizzazione del personale soltanto per gli Enti di Ricerca vigilati dal MUR escludendone tutti gli altri.
Condizione questa, da noi denunciata sin da subito e definita inaccettabile in quanto apriva alla prospettiva di inammissibili disparità di trattamento tra i lavoratori a cui si applica lo stesso contratto Nazionale.
Porre al di fuori della contrattazione Nazionale l’utilizzo di risorse che attengono agli ordinamenti professionali ha condizionato sicuramente il confronto a livello Nazionale, ma altresì indebolito il settore che vede nel contratto Nazionale un elemento cardine dell’unitarietà del sistema.
Nell’attesa di risposte, alle nostre richieste ai Ministeri vigilanti degli EPR non MUR, in favore di un intervento per porre rimedio alla situazione che si era determinata, ci saremmo aspettati dall’ARAN un testo che in attesa delle risorse, potesse creare le regole per il diritto alla carriera dei Ricercatori, dei Tecnologi, dei Tecnici e degli Amministrativi degli Enti pubblici di Ricerca, ovvero la possibilità di realizzare norme che rendano certi lo sviluppo dei propri percorsi professionali.
Di tutto questo neanche l’ombra! Nei mesi trascorsi dall’inizio delle trattative, l’ARAN non ha mai presentato alle OO.SS una proposta migliorativa rispetto all’impianto attuale, (anzi per alcuni versi peggiorativa!!) che affrontasse la problematica della valorizzazione del Personale degli EPR.
Ribadiamo che il testo del nuovo CCNL non recepisce la specificità del lavoro negli Enti pubblici di Ricerca svolto dai Ricercatori e Tecnologi e dal personale Tecnico-Amministrativo, sia per quanto attiene le modifiche dell’ordinamento professionale, sia rispetto alla flessibilità del lavoro.
Abbiamo da subito rigettato la proposta del Lavoro Agile per i Ricercatori e Tecnologi sottolineando come tale forma di organizzazione di lavoro non sia congrua a tali figure professionali alle quali è riconosciuta l’autonoma determinazione del tempo di lavoro.
Nel contempo la modifica dell’art. 58 del CCNL 98/01 sarebbe stata utile a potenziare il lavoro fuori sede disponendo che l’attività può essere svolta in qualunque luogo in ottemperanza alle disposizioni di sicurezza e prevenzione previste per gli ambienti di lavoro, con le modalità che il Ricercatore/Tecnologo opportunamente individua.
Ma anche su questo abbiamo riscontrato
il silenzio assordante dell’ARAN!!!
Hanno anche il coraggio di chiamarla trattativa, quando riteniamo con tutta evidenza che sia una modalità che, di fatto, vessa il confronto.
Sulla revisione dell’ordinamento del personale, la UIL non ha mai avuto posizioni “pregiudiziali”.
Il tempo effettivamente dedicato è stato veramente minimo; non si può dedicare solo due riunioni ad una tematica così impattante sulla vita lavorativa di tutto il personale della Ricerca.
Abbiamo da sempre riconosciuto l’esigenza di un modello in grado di recepire “professionalità specifiche” che vadano a favorire miglior funzionamento dei sistemi gestionali ed infrastrutturali dei singoli EPR.
Ad oggi, a ragione di ciò che è accaduto, possiamo ben dire che questo contratto presentato dall’ARAN è un contratto “farsa”.
Non si capisce il perché velocizzare la firma di un CCNL, per il quale ricordiamo è già stata firmata la parte economica e distribuiti gli aumenti contrattuali, rimandando a distanza di un mese l’apertura di code contrattuali e rinviando ancora una volta la discussione del nuovo ordinamento del personale degli EPR.
Oltretutto senza la revisione dell’ordinamento vengono meno le risorse stanziate dello 0,55% della massa salariale del 2018 e vergognoso il rinvio della disciplina inerente i contratti di ricerca che sarebbero andati a sostituire quello che oggi chiamiamo “assegno di ricerca”.
Perché non rinviare a settembre la chiusura del contratto e nel frattempo discutere e approvare regole certe per la crescita e la valorizzazione del Personale degli Enti di Ricerca, invece di chiudere un contratto che non porta a nessun effetto positivo?
Siamo di fronte a un evidente paradosso e ad una situazione inaccettabile.
Si è persa una grande occasione!!!
La trattativa si è rivelata una sorta di inutile “pantomima”. Firmare avrebbe significato per la UIL una vera e propria resa alla non volontà di migliorare ed innovare meccanismi e regole di un impianto contrattuale che, pur importante, data 1991.
Ora l’auspicio e l’impegno sono, anche grazie alla coraggiosa scelta del “NO” della UIL, il senso di responsabilità delle parti, a cominciare dal Governo, ARAN e Ministro, favorisca quel ripensamento di assetti e meccanismi atti a garantire una nuova vera specificità ed agibilità del contratto di settori vitali del nostro paese e per il suo futuro.
Non sarà facile ma ce la metteremo tutta, sempre dalla parte dei lavoratori e delle “persone”.
La Segreteria Nazionale