giovedì 21 Novembre 2024

Lavoratori Pubblici con contratto a termine – Cosa cambia se definiti illegittimi

Il nostro Paese è da tempo sotto la lente degli organi comunitari per la gestione dei contratti di lavoro a tempo determinato nella Pubblica Amministrazione. Questa attenzione è dovuta, in particolare, al frequente superamento del termine massimo di 36 mesi stabilito per tali contratti, un fenomeno che si verifica soprattutto nel settore della Scuola e negli Enti Pubblici di Ricerca.

Contesto e Problematiche

Il termine massimo di 36 mesi per i contratti a tempo determinato, confermato anche dal Decreto Legge n. 87/2018, viene spesso ignorato. Questo ha portato a un aumento dei ricorsi agli organi di Giustizia Europea. Le decisioni adottate da questi organi mostrano chiaramente la frequenza con cui il nostro sistema di gestione dei contratti a termine viene contestato.

In risposta a queste problematiche, il Decreto Salva infrazioni del 2024 introduce nuove misure risarcitorie per i lavoratori della Pubblica Amministrazione. Le nuove disposizioni prevedono indennità risarcitorie più elevate per i lavoratori che dimostrano di aver subito un danno maggiore a causa dell’abuso di contratti a termine. Inoltre, si rafforza la responsabilità dirigenziale, pur mantenendo il vincolo costituzionale che impedisce la conversione automatica dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato.

Vediamo in dettaglio cosa cambia:

Risarcimenti per Abuso di Contratti a Termine

Il Decreto Legge n. 131 del 2024 stabilisce che, in caso di abuso nell’utilizzo di una serie di contratti a tempo determinato, il giudice può assegnare un’indennità compresa tra un minimo di 4 e un massimo di 24 mensilità dell’ultima retribuzione utile ai fini del calcolo del trattamento di fine rapporto (TFR). Questo risarcimento viene determinato tenendo conto della gravità della violazione, del numero di contratti avvenuti in successione e della durata complessiva del rapporto lavorativo.

Due Modalità Risarcitorie

Il nuovo articolo 36, comma 5, del D. Lgs. n. 165/2001 prevede due modalità risarcitorie:

  1. Violazione di Norme Imperative: In caso di contratto a termine sottoscritto in violazione di norme imperative, il lavoratore ha diritto a un risarcimento compreso tra 2,5 e 12 mensilità dell’ultima retribuzione utile ai fini del calcolo del TFR. Questa disposizione è stata confermata dalle Sezioni Unite della Cassazione con la sentenza n. 5072/2016.
  2. Abuso di Contratti a Termine: In caso di reiterata utilizzazione di contratti a termine, la misura risarcitoria varia tra 4 e 24 mensilità. Il giudice determina l’entità del risarcimento basandosi sulla gravità della violazione e sulla durata totale del rapporto lavorativo.

Esclusione della Conversione del Contratto a tempo indeterminato

Tuttavia, a causa dei vincoli imposti dall’articolo 97 della Costituzione Italiana, le Pubbliche Amministrazioni non possono essere obbligate a trasformare i contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. L’art. 97 è molto chiaro su questo punto: negli organici strutturali del pubblico impiego si entra soltanto attraverso prove concorsuali. Questo principio è fondamentale per garantire la trasparenza e l’equità nell’accesso ai posti di lavoro pubblici.

Responsabilità Dirigenziale

La responsabilità dirigenziale per la stipula di contratti in violazione di norme imperative comporta conseguenze sia a livello erariale che disciplinare. I dirigenti responsabili possono essere soggetti a sanzioni economiche e alla mancata erogazione del premio di risultato. Inoltre, può essere avviato un procedimento disciplinare secondo quanto previsto dall’art. 21 del D. Lgs. n. 165/2001.

Per i dirigenti che hanno abusato dell’utilizzo dei contratti a termine, anche se non esiste un richiamo specifico alle loro responsabilità, queste possono essere desunte dai principi generali e dalle decisioni degli organi di controllo, che possono quantificare il danno erariale.

Conclusione

Le modifiche introdotte dal decreto Salva infrazioni mirano a rafforzare la tutela dei lavoratori pubblici contro l’abuso dei contratti a termine, garantendo risarcimenti più elevati e responsabilizzando maggiormente i dirigenti. Queste disposizioni sono un passo importante verso l’allineamento con le direttive comunitarie e la protezione dei diritti dei lavoratori.

Abbiamo previsto con i nostri legali apposite riunioni tematiche per verificare se esistono i presupposti per la richiesta di un eventuale risarcimento.

Vi terremo informati!!!!

La Segreteria Nazionale

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