Disattenzione ai temi del lavoro impedisce di riprendere fiducia e di tornare a crescere
La crisi del nostro Paese è sempre più drammatica. La riduzione dell’apparato produttivo, la disoccupazione e la perdurante assenza di investimenti, connotano la condizione attuale dell’economia italiana. La disattenzione ai temi del lavoro impedisce di intraprendere una strada che, frenando la caduta libera della nostra economia, permetta di riprendere fiducia e di tornare a crescere.
CGIL CISL e UIL ritengono urgente che il tema del lavoro, in tutte le sue componenti, torni al centro delle scelte politiche ed economiche e indicano i provvedimenti urgenti ed indispensabili per aprire una nuova fase:
1. dare soluzione a quelle emergenze che alimentano la disoccupazione. In particolare serve:
– il rifinanziamento della CIG in deroga;
– il completamento dell’effettiva salvaguardia degli “esodati”.
2. ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti, ai pensionati e alle imprese che faranno assunzioni nel prossimo biennio, destinando automaticamente a tale scopo le risorse derivanti da un’efficace lotta all’evasione fiscale, reato di cui va sancita la natura penale.
3. rilanciare politiche anticicliche prevedendo ad esempio la possibilità per i Comuni che hanno risorse, di fare investimenti e di avviare i cantieri già deliberati, fuori dal patto di stabilità. In questa direzione il provvedimento per il pagamento dei crediti alle imprese è un primo segnale positivo.
4. ammodernare e semplificare la Pubblica Amministrazione non attraverso tagli lineari, ma con la riorganizzazione e l’efficacia del suo funzionamento, con il contenimento della legislazione concorrente ed eliminando tutte le formalità inutili che rallentano le decisioni. È fondamentale, per sostenere la crescita, investire nella scuola pubblica, nell’università, nella ricerca pubblica e privata e nell’innovazione.
5. ridurre i costi della politica è la condizione per buone istituzioni e buona politica. Si tratta, da un lato, di riordinare e semplificare l’assetto istituzionale ed amministrativo del Paese, seguendo quanto già fatto dagli altri partner europei e, dall’altro, di tagliare con decisione gli sprechi e i privilegi che non sono compatibili con l’efficienza e la buona amministrazione.
6. definire una politica industriale che rilanci le produzioni, valorizzando le imprese che investono in innovazione e ricerca e che salvaguardano l’occupazione e le competenze.
Inoltre vanno definiti:
– uno strumento di contrasto alla povertà e il finanziamento della non autosufficienza;
– la proroga per i contratti precari della Pubblica Amministrazione e della Scuola in scadenza;
– la riforma dell’IMU, esonerando solo i possessori di un’unica abitazione, con un tetto riferito al valore dell’immobile.
Queste sono le scelte per arrestare la caduta del sistema produttivo e fare ripartire la crescita creando nuove opportunità di lavoro. Investimenti, redistribuzione del reddito, ripresa dei consumi sono le condizioni essenziali per sostenere la ripresa della nostra economia. Le parti sociali sono impegnate al rinnovo dei contratti di lavoro e nella scelta di salvaguardare l’occupazione, anche attraverso gli ammortizzatori sociali e i contratti di solidarietà, nonché ad individuare come correggere le iniquità della legge sulle pensioni.
CGIL CISL e UIL sosteranno queste rivendicazioni con la mobilitazione che si realizzerà con iniziative territoriali e regionali confederali e di categoria, a partire da sabato 11 maggio e che approderà il 22 giugno in una grande manifestazione nazionale a Roma.
Su rappresentanza e democrazia sindacale, CGIL CISL e UIL, confermando il testo unitario del 2008, l’allegato all’accordo del 28 giugno 2011 e ad integrazione dello stesso, convengono di definire con Confindustria un accordo che regoli:
· la rilevazione e la certificazione della rappresentatività basata sull’incrocio tra iscritti e voto proporzionale delle RSU. Laddove non ci siano le RSU varrà solo il numero degli iscritti. Le organizzazioni sindacali sono impegnate a confermare le RSU laddove esistenti;
· la titolarità della contrattazione nazionale per le organizzazioni sindacali firmatarie che raggiungano il 5% della rappresentanza per ogni CCNL;
· gli accordi saranno definiti dalle organizzazioni sindacali che rappresentano almeno il 50%+1 della rappresentanza e dalla consultazione certificata dei lavoratori, a maggioranza semplice, le cui modalità attuative saranno stabilite dalle categorie per ogni singolo CCNL.
Sulla base di questi principi le Segreterie Nazionali confederali sono impegnate ad avviare il confronto anche con le altre associazioni datoriali.