Con la presente si intende portare all’attenzione delle SS.LL. alcune considerazioni riguardanti la situazione logistica della sede dell’INVALSI, “Ente di Ricerca di diritto pubblico dotato di autonomia statutaria, scientifica, organizzativa, regolamentare, amministrativa, finanziaria, contabile e patrimoniale”, collocata, fin dal 1960 e a tutt’oggi, presso l’immobile denominato “Villa Falconieri”, in Via Borromini – Frascati, nell’ipotesi di un trasferimento presso una porzione dell’immobile situato a Roma, al nr. 35 di Via Ippolito Nievo.
L’uso dell’attuale sede è a titolo gratuito; l’immobile è stato consegnato dal demanio al MIUR fin dal 1959, e da quest’ultimo assegnato all’allora CEDE (Centro Europeo dell’Educazione), oggi INVALSI. L’immobile corrispondente al numero civico 35 di Via Ippolito Nievo risulta invece attualmente posto in vendita dal FIP, Fondo Immobili Pubblici, che lo ha contrassegnato con il codice identificativo RMB142901.
E’ più che ragionevole, a nostro avviso, supporre che a vendita avvenuta sarà chiesto all’INVALSI un canone di locazione, che graverebbe sul fondo di funzionamento assegnato dal MIUR all’Istituto.
Per quanto riguarda i costi di straordinaria e ordinaria manutenzione insiti nella gestione di un immobile della tipologia di Villa Falconieri (compresa “nei beni demaniali indisponibili dello Stato, con vincolo artistico, storico, archeologico e paesaggistico”) si precisa che essi sono lievitati a causa di una pluriennale incuria da parte delle dirigenze succedutesi negli anni scorsi, a cui la dirigenza attuale sta cercando di porre rimedio per quanto possibile.
Riteniamo necessario rappresentare che, anche nel caso di spostamento della sede, l’INVALSI ha l’obbligo di ripristinare comunque il funzionamento degli ascensori, così come dovrà lasciare i locali in stato di completa agibilità, allo stato in cui l’immobile è stato a suo tempo assegnato dal demanio.
Ricordiamo che, oltre ai notevoli costi di trasloco necessari al trasferimento, vanno considerati i costi “una tantum” tra i quali quelli elevatissimi riguardanti la creazione e messa a norma del Centro Elaborazione Dati, il trasloco e sistemazione della Biblioteca e l’adeguamento e pulizia dei nuovi spazi dello stabile di Via Ippolito Nievo; peraltro questi ultimi risultano al momento occupati da uffici di pertinenza del MIUR, ancora da trasferire presso la sede centrale di Viale Trastevere, il che ci consente di rivedere ogni decisione.
Una ulteriore considerazione riguarda l’insufficienza degli spazi individuati presso la suddetta sede di Via Ippolito Nievo rispetto alle reali e complessive esigenze dell’ente. E’ plausibile presumere che la dichiarazione di “adeguata sistemazione del personale” “nei piani 6° e 7° e locali commerciali piano terra” dello stabile in questione abbia come riferimento forse solo gli spazi da destinare ad uffici e quelli necessari per i servizi tecnico-informatici, ma certamente non quelli necessari alla biblioteca che utilizza 850 mq, alla sala stampa, al magazzino e agli archivi.
Bisognerebbe riflettere in merito all’ipotesi del trasferimento dell’INVALSI da una sede propria, identificativa e storica, ad uno spazio di 2 piani più “locali commerciali situati al piano terra”; inoltre lo stabile è situato in una zona centrale di Roma, priva sia di collegamenti rapidi e diretti (es. metropolitana) che di possibilità di parcheggio.
L’ipotetico trasferimento nella zona di Trastevere appare ancor più inspiegabile ove si ragioni nell’ottica di decentramento degli uffici pubblici rispetto al centro storico di Roma. Secondo tale politica si dovrebbero prendere in considerazione spazi dati dal FIP disponibili e ancora da assegnare presenti in edifici ubicati in altre zone della città, periferiche e con migliori collegamenti, come quelli presenti nella zona sud-est di Roma.
Inoltre, si ritiene opportuno sottolineare che l’INVALSI, ente di ricerca con sede unica nazionale individuata nell’attuale sede, opera da sempre in Frascati, condizione che è stata alla base delle scelte lavorative e di vita di gran parte del personale dell’Istituto. I dipendenti “storici” hanno richiesto ed accettato procedure di mobilità proprio per la dislocazione della sede, il personale di più recente assunzione ha espletato procedure concorsuali pubbliche conoscendo ed accettando la dislocazione unica della sede.
In merito a quanto sopra esposto, si chiede un confronto con le OO.SS. e il personale prima di adottare decisioni definitive, i cui costi graverebbero anche sulle spalle dei lavoratori per le ricadute in termini di modifica delle condizioni di vita e di lavoro.
Distinti saluti.
UIL RUA
Sonia Ostrica