sabato 27 Luglio 2024

INEA: Appello al Presidente Napolitano

ineaStimato Presidente,
Le scriviamo in merito alla “incorporazione” dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA) nel Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) prevista all’articolo 32 comma 1 della Legge di stabilità 2015 per la creazione dell’Agenzia unica per la ricerca, la sperimentazione in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria. Chiediamo la Sua attenzione e un Suo intervento, non tanto per evitare tale accorpamento, che comunque comporterà la chiusura di un ente di ricerca fondato nel 1928 e presieduto da personalità di prestigio come Manlio Rossi Doria e Giuseppe Medici, ma soprattutto per cambiare corso ad una lunga serie di interventi politici e di scelte istituzionali, che hanno fortemente ferito la dignità e la natura dell’ente e della ricerca economico-agraria, di cui l’articolo di legge suddetto è solo l’ultimo atto.

Sarebbe troppo lungo e complesso narrarLe le vicende INEA dell’ultimo decennio. Le vogliamo solo rappresentare uno dei problemi centrali che è alla radice delle difficoltà che viviamo oggi: l’INEA, come altre strutture di ricerca del nostro paese, è stato governato in questi 10 anni da personaggi scelti non già per competenza ed esperienza scientifica, ma solo ed esclusivamente per affinità partitica. Ciò è avvenuto a dispetto delle stesse regole statutarie e di qualsiasi norma di saggia amministrazione. Lo stesso Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, che ha una grande responsabilità in queste scelte, è dovuto tornare sui suoi passi e, con Decreto del Ministro n. 18 del 3/01/2014, ha commissariato l’ente a causa di “irregolarità e disfunzioni nella conduzione dell’INEA ed in particolare I’omesso esercizio del potere decisionale da parte del Presidente in materia di conferimento degli incarichi professionali e I’omesso esercizio del potere di vigiIanza del Consiglio di amministrazione sull’attività di gestione di pertinenza del Direttore Generale”.
Tutto ciò è avvenuto anche a dispetto della professionalità e dell’impegno profuso in questi anni dal personale di ricerca, la cui produzione scientifica e tecnica viene riconosciuta dalle istituzioni pubbliche e private che costantemente consultano l’INEA in materia di politica agricola e sviluppo delle aree rurali.
A seguito del commissariamento, l’INEA ha svolto un duro lavoro di verifica interna sui contenuti dell’attività di ricerca e supporto alle istituzioni, sulle modalità di azione adottate e soprattutto sulla sua condizione finanziaria. Quest’ultima risulta molto complessa e delicata a causa dello scarsissimo contributo ordinario riconosciuto da parte dello Stato e della forte esposizione debitoria, causata da una scriteriata gestione dei vertici politici e amministrativi. In varia forma tutto il personale ha partecipato ad un profondo intervento di cambiamento di rotta su cui sono sempre stati informati i competenti uffici del MIPAAF e il Ministro stesso.
Pertanto, l’accelerazione verso l’accorpamento ad altro ente di ricerca sembra del tutto inopportuna perché:
– interrompe il percorso di risanamento avviato, introducendo una nuova fase di analisi e ripensamento che inevitabilmente ritarderà la ripartenza dell’ente e comporterà inutili costi aggiuntivi (nuovi commissari, nuovi dirigenti);
– comporterà il taglio di personale precario, numeroso nell’ente, ma molto qualificato, rispetto al quale non possono essere utilizzati soltanto i criteri della riduzione delle spese;
– è proposto in una fase delicata di più generale riordino degli Enti di Ricerca, secondo quanto preannunciato dal Presidente del Consiglio Renzi e dal Ministro della Pubblica Amministrazione Madia e richiesto dalla risoluzione approvata dalla settima Commissione permanente del Senato sugli “Enti di ricerca”;
– propone l’istituzione di un’Agenzia, denominazione che, quando in precedenza utilizzata, ha comportato il cambio della natura istituzionale degli enti di ricerca e l’impossibilità di continuare a far parte della comunità scientifica del Paese e di partecipare ai bandi nazionale ed europei per la ricerca;
– continua a non riconoscere agli enti di ricerca del MIPAAF prerogative tipiche delle strutture scientifiche di tutto il mondo e, di recente, fatte proprie anche dal MIUR per i propri enti (comunità scientifica interna coinvolta negli organi, presidenti di alta qualificazione scelti fra una rosa di nomi del settore di riferimento, processi di monitoraggio e valutazione specifici, ecc.);
– utilizza strumentalmente gli enti di ricerca vigilati dal MIPAAF (e solo essi) per promuovere una riduzione dei costi che non ci sarà, in quanto il finanziamento ordinario non potrà essere ridotto a causa della sua già attuale esiguità; mentre saranno sostenuti notevoli costi aggiuntivi legati al complesso percorso di fusione e agli oneri indiretti che le due strutture dovranno sostenere;
– non c’è alcuna forma di garanzia che il commissario e i due sub commissari previsti all’art.32 vengano individuati con criteri legati alle competenze scientifiche e di management della ricerca esponendo così la struttura a nuovi rischi di incapacità gestionale;
– l’INEA è una piccola struttura rispetto all’attuale CRA e, senza adeguate garanzie di riuscire a rimanere coesa all’interno di un ambito ad essa dedicato, rischia di disperdere competenze, know how, relazioni scientifiche e istituzionali. In sintesi Presidente, noi Le chiediamo di intervenire per ricondurre tale decisione in un alveo di maggiore razionalità e ad un più alto livello di governance e di stralciare l’articolo 32 comma 1 dalla Legge di stabilità 2015 che non ci sembra la sede ideale per un ripensamento strategico della ricerca nazionale in agricoltura.
La nascita di un nuovo e competitivo ente di ricerca nell’agroalimentare, settore di elevato valore simbolico per l’economia nazionale, se ritenuta necessaria, non può avvenire con un processo frettoloso e precario che, a nostro avviso, non potrà portare al rilancio della ricerca, come dichiarato dal Ministro Martina, ma piuttosto ad un suo forte ridimensionamento e alla condanna ad una sostanziale insignificanza rispetto al confronto europeo e mondiale.
La ringraziamo per l’attenzione che vorrà rivolgerci e La salutiamo calorosamente
Firmato da 63 dipendenti tecnici e della ricerca, precari e di ruolo

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