giovedì 26 Dicembre 2024

Agenzia Unica per le Ispezioni sul Lavoro: lettera al Presidente della Repubblica

mattarellaSignor Presidente,
in questi giorni il tema della riforma del mercato del lavoro è al centro del dibattito politico nazionale. Molti sono gli aspetti che destano perplessità e sui quali il movimento sindacale sta cercando di richiamare l’attenzione del Governo, del Parlamento, delle forze politiche e dell’opinione pubblica.
In particolare, nell’ambito dei provvedimenti governativi di attuazione del cosiddetto Jobs Act destano forte preoccupazione i contenuti della bozza di decreto per la costituzione, a decorrere dall’1.1.2016, di una Agenzia unica per le ispezioni sul lavoro in attuazione di quanto previsto dall’art. 1, comma 7, della legge 183/2014.

Si tratta a nostro parere di una discutibile operazione di ingegneria istituzionale che, dopo lo smantellamento del sistema di tutele previsto dallo Statuto dei Lavoratori, rischia di provocare anche quello della funzione ispettiva. Se lo schema di decreto non sarà oggetto di profonde modifiche, la creazione dell’Agenzia unica, nei termini e con le modalità indicate dal Governo, avrà come conseguenza l’ulteriore indebolimento dell’apparato ispettivo pubblico, già storicamente deficitario per carenza di strutture, mezzi, risorse finanziarie, strumentali ed umane.
Tre sono, a nostro avviso, gli elementi di maggiore criticità.
Innanzitutto, il progetto delineato dal Governo comporta una drastica riduzione delle strutture ispettive di INPS, INAIL e Ministero del Lavoro oggi esistenti a livello provinciale e sub-provinciale, che verrebbero accorpate sul territorio in appena 18 sedi presumibilmente di livello regionale o pluri-regionale. Lungi dal garantire il rilancio del servizio ispettivo in termini di efficienza, efficacia e qualità dell’azione svolta, ciò rappresenterebbe un arretramento del servizio pubblico di prevenzione delle violazioni in materia di evasione ed elusione contributiva nonché di sicurezza del lavoro. Ma, soprattutto, rappresenterebbe un grave segnale di abbandono del territorio da parte dello Stato e una testimonianza della sua scarsa capacità (o volontà) di raccogliere la crescente richiesta di una presenza capillare e riconoscibile delle istituzioni a presidio e a tutela della legalità.
Un secondo elemento di forte criticità è rappresentato dalla prevista attivazione, contestualmente alla realizzazione dell’Agenzia unica, di un vasto processo di mobilità territoriale che dovrebbe coinvolgere circa il 50% del personale impegnato nelle strutture territoriali di INPS, INAIL e Ministero del Lavoro, delle quali si prefigura il totale riassetto. Al riguardo, noi consideriamo inaccettabile che tale complessa operazione di riordino degli assetti istituzionali di ben tre diverse amministrazioni, da cui deriveranno pesanti ricadute sulle condizioni di lavoro degli operatori interessati (è stimabile una mobilità forzata per non meno di 5.000 dipendenti), avvenga senza il minimo coinvolgimento delle organizzazioni dei lavoratori che peraltro, come Lei ben sa e a differenza di quanto avviene in altri settori occupazionali, nel lavoro pubblico sono periodicamente sottoposte a verifica e a certificazione della loro effettiva rappresentatività.
Un terzo elemento di criticità è dato dalla impossibilità di realizzare una struttura operativa efficiente ed organizzata sulla base di un mero assemblaggio di personale proveniente da contesti istituzionali e da esperienze professionali completamente diversi. Gli attuali profili ispettivi delle tre amministrazioni interessate delineano figure dalle competenze non facilmente sovrapponibili. Riteniamo indispensabile prevedere l’attuazione preliminare
di un percorso formativo mirato che tenda a realizzare, nell’ambito della costituenda Agenzia, le necessarie condizioni di omogeneità professionale e di efficacia operativa.
Signor Presidente, siamo ben consapevoli delle enormi difficoltà che in questo periodo affliggono il mondo del lavoro, soprattutto per quanto riguarda le scarse possibilità che vengono offerte ai giovani per inserirsi nel circuito occupazionale. La creazione dell’Agenzia unica ispettiva potrebbe rappresentare una opportunità per aprire le porte del lavoro pubblico a migliaia di giovani disoccupati in possesso della laurea che, anche grazie al patrimonio di esperienza del personale già in servizio, potrebbero mettere a disposizione dello Stato (vale a dire, di tutta la collettività) il contributo prezioso della propria preparazione culturale, della propria duttilità nella gestione delle nuove tecnologie e, soprattutto, del proprio entusiasmo. E potrebbero – se opportunamente formati ed indirizzati in termini di mission organizzativa – rappresentare il necessario collegamento tra servizio ispettivo e mondo della ricerca, presupposto indispensabile per implementare un percorso di crescita qualitativa di una Istituzione versata ad operare in stretto contatto con il mondo delle imprese e dell’economia.
Del resto, le recenti risoluzioni dell’Europarlamento in materia di servizi ispettivi del lavoro suggeriscono agli Stati membri la necessità – prima ancora dell’opportunità – di rafforzare considerevolmente gli organici del personale che vi è impegnato, sino a raggiungere l’obiettivo di un ispettore ogni 10.000 lavoratori. Con amarezza, dobbiamo purtroppo constatare come la proposta di razionalizzazione del servizio ispettivo avanzata dal Governo non colga il senso profondo di questo suggerimento.
Con una logica miope e ragionieristica, la stessa che forse sta alla base del ritardo con cui il nostro Paese insegue il treno della ripresa e dello sviluppo, il Governo propone una riforma dei servizi ispettivi a costo zero per il bilancio pubblico, anzi portatrice di risparmi di spesa che deriveranno dalla riduzione del numero delle sedi operative sul territorio e dall’inquadramento del personale ispettivo, proveniente da comparti diversi della pubblica amministrazione, nel comparto giuridico meno generoso sul piano retributivo.
Sono queste, in estrema sintesi, le ragioni per le quali chiediamo un Suo autorevole intervento presso il governo affinché venga cambiata radicalmente l’impostazione del decreto legislativo sulla costituzione dell’Agenzia unica ispettiva, che porterebbe al fallimento certo della pur necessaria operazione di riforma del servizio ispettivo del lavoro. In un momento (economico, occupazionale, sociale) come quello che sta attraversando, il Paese non può permettersi di fallire un obiettivo così importante per il nostro futuro.
Le chiediamo di compiere ogni possibile sforzo istituzionale e di esercitare ogni possibile attività di persuasione politica per richiamare l’attenzione del Governo sul grave errore che sta commettendo nell’ostinarsi a portare avanti un’iniziativa di tale portata senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali.
Le chiediamo di aiutarci nel nostro impegno per una riforma dei servizi ispettivi del lavoro che porti ad un reale miglioramento dell’attività di prevenzione dell’evasione e dell’elusione contributiva, ma soprattutto dell’attività di prevenzione dei rischi e di tutela della sicurezza sul lavoro. Da anni, purtroppo, l’Italia vanta in Europa il triste primato delle morti e degli infortuni sul lavoro, un’autentica strage silenziosa che si consuma quotidianamente sotto i nostri occhi e la cui causa principale è rappresentata dall’insufficiente livello di tutela della legalità da parte dello Stato.
Decida pure il Governo se vale la pena di cambiare la propria idea di riforma dei servizi ispettivi, se questo servirà a spezzare la catena dei funerali e dei comunicati di solidarietà verso le famiglie dei caduti sul lavoro. Noi siamo pronti a investire in questa sfida tutto il nostro impegno e la nostra credibilità.
Nel ringraziarla per l’attenzione, Le auguriamo di cuore per il suo mandato presidenziale quello che vorremmo poter augurare a tutti i cittadini italiani che Lei rappresenta nella Sua funzione di supremo garante della carta costituzionale: buon lavoro!

Segretario Generale UILPA
Benedetto Attili
Segretario Generale UIL RUA
Alberto Civica

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