Questo è il messaggio che dobbiamo impegnarci a condividere nelle nostre famiglie, sui posti di lavoro, in ogni ambito in cui siamo impegnati come cittadini, come lavoratori, come donne e uomini di questa società.
“Io lo cambierò “: questa frase nasconde una convinzione di generosa onnipotenza che purtroppo spesso porta a risultati atroci giovani fanciulle.
Non si cambia chi è violento, non si cambia chi si ritiene padrone, a meno che non sia lui stesso a sottoporsi a processi intensi di recupero presso centri adeguati.
Le donne sono generose, cedono alla tentazione di “un ultimo incontro” richiesto con accorata insistenza: spesso rischia di essere davvero l’ultimo incontro non solo con il proprio partner, bensì con la vita stessa.
Le donne sono mamme, sorelle, figlie, mogli: ma nessuna di queste vesti le tutela abbastanza da un universo maschile, spesso composto prevalentemente da familiari, che travisa il senso di “famiglia” identificandolo con “proprietà”.
Gli abusi sulle donne hanno molte vesti: annientamento della personalità e sottomissione psicologica, stalking, stupro, abusi familiari, violenza domestica, fino ad arrivare al femminicidio ed all’infanticidio.
L’invito che facciamo nella ricorrenza del 25 novembre è rivolto soprattutto all’altra metà del cielo, agli uomini che ci amano davvero e quindi non sono “sopra” di noi ma “accanto” a noi.
Ci rivolgiamo a loro, a quelli che sono vicini, affinché possano aiutarci e contribuire ad un cambiamento culturale che, come tutti cambiamenti culturali, avviene col tempo e solo se non si smette mai di insistere.
Insieme, donne e uomini per bene, poniamo attenzione ai segnali che chi è direttamente interessato può non cogliere.
Sosteniamo chi è in difficoltà, contrastando in modo fermo chi con leggerezza dà la colpa a gonne troppo corte o pantaloni troppo aderenti per giustificare mani e corpi che cadano pesantemente addosso a chi semplicemente sorride alla vita.
Alle donne va invece rinnovato l’invito a riconoscere nelle altre donne delle sorelle.
Abbiamo bisogno di una nuova sorellanza che si fondi sulla comprensione ed il rispetto, quel rispetto che invochiamo per noi stesse e che dobbiamo essere per prime in grado di praticarlo, riconoscendo alle altre donne la stessa libertà di scelta che invochiamo per noi stesse.
Questo paese lentamente si sta accorgendo che esistono fenomeni gravissimi, rispetto ai quali solo a violenza accaduta le forze dell’ordine possono intervenire e spesso è troppo tardi per donne e bambini.
Impegniamoci a fare in modo che non esista mai più un posto vuoto perché manca una donna che avrebbe potuto esserci.
Il Segretario Generale Sonia Ostrica |
La Coordinatrice Pari Opportunità Fabiana Bernabei |