giovedì 26 Dicembre 2024

CREA: disagi e disorganizzazione al Centro Politiche e Bioeconomia – il personale è esausto!

cra firenzeQuesta organizzazione sindacale vuole portare all’attenzione dei vertici dell’Ente una serie di problematiche che riguardano il Centro Politiche e Bioeconomia e che stanno seriamente compromettendo la serenità del personale e l’operatività del Centro stesso.
Premettiamo che abbiamo atteso un tempo che riteniamo congruo per consentire alla fase di trasloco di fine anno di concludersi e alla nuova collocazione fisica e gestionale di manifestare i propri effetti. Per questo, non riteniamo le difficoltà di seguito descritte espressione di una “fase straordinaria”.
Il Centro Politiche e Bioeconomia è stato trasferito di sede e nello stesso momento ha:

– subìto lo spostamento di parte del personale amministrativo e tecnico nella sede centrale del CREA,
– cambiato il direttore,
– avviato un importante processo di riorganizzazione interna.
Perché queste azioni non sono state programmate e avviate prima? Dalla fusione dell’INEA e del CRA al trasloco e al cambio del Direttore è passato ben un anno!
Circa lo spostamento del personale, per la gran parte a tempo indeterminato, dall’amministrazione del Centro Politiche e Bioeconomia all’amministrazione centrale, la mancanza di chiarezza delle motivazioni e degli obiettivi è sotto gli occhi di tutti. In una prima fase è stato sostenuto che tale personale si sarebbe occupato anche delle necessità amministrative del Centro, affermazione piuttosto singolare considerando che la prassi organizzativa dell’intero CREA e le prerogative istituzionali dei servizi dell’amministrazione centrale non lo prevedono! Poi si è tornati indietro da tale decisione, ma non è tornato indietro il personale!
Dopo un anno e a 3 mesi dal trasferimento a via Po, non è ancora per nulla chiaro il rapporto tra il Centro e l’Amministrazione centrale. Tra l’altro, nonostante la vicinanza, ad oggi non sono ancora noti i recapiti telefonici delle strutture amministrative e di supporto, le organizzazioni degli uffici, del supporto informatico, delle procedure acquisti, dei servizi del personale ecc.
Il personale scientifico e di supporto del Centro lamenta la totale mancanza di comunicazione da parte dell’Amministrazione centrale su come doversi e potersi muovere nel rispetto delle esigenze lavorative di tutti e dell’autonomia di cui godono ampiamente gli altri 11 Centri del CREA.
Il Centro Politiche e Bioeconomia, quindi, privato della struttura amministrativa stabile (i tempi indeterminati) salvo alcune poche unità, è stato sottoposto ad un altro cambiamento importante, la nomina del Direttore scientifico il quale non conosce la struttura e non possiede le competenze scientifiche del Centro. Pensare ad un accanimento è perlomeno lecito!
In questi giorni il personale, dopo essere stato variamente ascoltato dal Direttore scientifico, è stato convocato, in gruppi differenziati, per essere messo a conoscenza della proposta di assetto organizzativo che si intende adottare per la gestione.
Prima di entrare nelle osservazioni di merito, ci teniamo a far presente che il Direttore sottopone il personale scientifico, tecnico e amministrativo alla continua richiesta di non considerare le precedenti attività, competenze e prassi operative sostenendo che il Centro debba operare come se fosse nato il 1 febbraio 2016! E’ una ben strana richiesta ad una struttura di ricerca che ha più di 80 anni di storia.
A tal fine evidenziamo che la scelta del Commissario rispetto alle strutture ex CRA sia stata di ben altro segno, avendo ritenuto di non dover mettere in crisi il sistema operativo e gestionale esistente. Perché utilizzare due pesi e due misure? Inoltre è ragionevole chiedersi se questa fosse l’intenzione del legislatore quando ha disposto la fusione dei due enti. Sarà cura della UILRUA informarsi in proposito.
Circa le modalità di gestione del Centro da parte della nuova Direzione e la proposta di riorganizzazione, questo sindacato ha ricevuto numerose richieste di intervento da parte del personale che ha provato a interloquire direttamente con la Direzione stessa, ma con scarso successo. Quanto riportato di seguito è una sintesi delle posizioni critiche che stanno emergendo fra i lavoratori.
La proposta così come è stata illustrata dal Direttore, sviluppa aspetti meramente organizzativi, senza esplicitare a monte le finalità e la mission che dovrebbe perseguire il Centro sia all’interno del CREA che nel panorama della ricerca pubblica nazionale. Ciò rende miope e di corto respiro l’ipotesi avanzata.
Tale ipotesi sembra prevedere un assetto organizzativo concentrato principalmente su tre settori verticali (definite le tre gambe del Centro!), coincidenti con le principali commesse in essere ad oggi: RICA, Rete Rurale Nazionale, Assistenza tecnica PSR – N e Assistenza tecnica PSR -R. Ad eccezione del primo (riconducibile ad una attività realizzata dall’ente dal 1965), gli altri due settori coinciderebbero con progetti a scadenza, destinati a esaurire la loro funzionalità entro il 2020. Ciò pone, di per sé, un problema di sostenibilità temporale delle strutture proposte.
Lasciano alquanto perplessi anche le motivazioni che hanno indotto il Direttore a tale scelta. L’ipotetico assetto troverebbe ragion d’essere nella necessità di garantire i livelli occupazionali (assunzioni a tempo determinato) nonché la sopravvivenza delle attuali sedi regionali. In realtà, la scelta di vincolare la struttura base del Centro a macro-progetti (a scadenza!) comporta l’iscrizione di un’ipoteca sul futuro del Centro, mentre non sembra possa giovare in alcun modo alle emanazioni regionali del Centro che, pur non essendo più strutture a se stanti, sono comunque una ricchezza per l’intero CREA.
Poco chiara risulta, inoltre, l’organizzazione interna di questi tre servizi: si parla di Uffici centrali senza però chiarire fino in fondo la loro composizione, le funzioni, il grado di autonomia, etc.. Una cosa tuttavia sta riuscendo chiara a tutti: il Direttore del Centro non intende in alcun modo utilizzare lo strumento della delega delle responsabilità ed è attualmente l’unico riferimento di qualsivoglia decisione operativa, dalla più importante alla più insignificante. Lasciamo immaginare in termini di fluidità della gestione questo cosa possa voler dire!
L’assetto organizzativo elaborato dal Direttore prevede inoltre la creazione di quattro componenti orizzontali, fra i quali risulta essere collocata l’attività di “ricerca e di sviluppo”. Essa, elemento fondante delle attività del Centro, è posta come una delle componenti orizzontali, al pari di: supporto informatico, analisi statistica e cartografia, pubblicistica istituzionale; attività che di norma sono al servizio della ricerca stessa.
Di seguito si riportano alcuni suggerimenti UILRUA emersi nel dibattito interno al Centro.
1.Una proposta di assetto organizzativo non può prescindere dalla necessità di chiarire a monte le finalità del Centro, trovando un giusto equilibrio fra le attività di ricerca (che dovrebbero caratterizzare il Centro) e quelle di assistenza tecnica.
2. L’architettura organizzativa del Centro non può essere costruita su settori che coincidono con progetti, in quanto ciò minerebbe la sostenibilità temporale della stessa architettura. Nello stesso tempo, porrebbe un problema di collocazione degli altri progetti (esistenti e futuri), nonché, cosa più grave, delle attività istituzionali che il Centro è chiamato a svolgere nei confronti del Mipaaf e degli altri soggetti pubblici. Pertanto si propone una segmentazione organizzativa basata su contenuti tematici di ricerca.
3. Tale segmentazione, tuttavia, non può realizzarsi con la proliferazione di strutture e sotto-strutture che porterebbero ad una frammentazione del personale di ricerca poco funzionale al percorso individuale di crescita dei singoli, soprattutto quelli più giovani. La definizione di alcuni centri di responsabilità è funzionale soprattutto alla migliore fluidità dei processi gestionali e quindi ad una maggiore rapidità di azione e di spesa.
4. Occorre riconoscere le responsabilità di progetto ai ricercatori/ tecnologi e garantire loro autonomia decisionale nella gestione delle attività riconducibili al progetto.
5. Il Centro non ha ancora procedure gestionali e amministrative codificate essendo state annullate quelle in essere negli anni scorsi, senza impostare una nuova organizzazione amministrativa chiara e con percorsi definiti e conosciuti. La formalizzazione delle scelte progettuali e dei processi di impegno e spesa è fondamentale soprattutto per la rendicontazione delle spese. Questa situazione sta portando ad un coinvolgendo eccessivo del personale di ricerca nella attività amministrative distraendolo da quelle tipiche di ricerca.
6. Inoltre, il Centro non ancora ha piena contezza delle disponibilità di bilancio assegnate a tutti i progetti. In alcuni casi, non è nota neppure l’assegnazione di una dotazione finanziaria per tutte le attività presenti, di conseguenza non si ha certezza della possibilità di riproporre l’attività anche per il 2016. Occorre porre rapidamente rimedio a questo mancanza di informazione verso i responsabili di progetto perché la possibilità di effettuare variazioni di bilancio e correzioni di rotta si sta avvicinando (30 aprile), senza che su questo aspetto fondamentale siano state intraprese le necessarie iniziative.

Ci rendiamo conto di aver sottoposto all’attenzione dei vertici questioni di natura diversa, alcune delle quali prettamente connesse con l’autonomia gestionale dei Centri; tuttavia riteniamo importante far conoscere tutte le questioni che stanno investendo il Centro per evidenziare che questa serie di stress organizzativi e gestionali non fanno altro che rallentare le attività, demotivare il personale e incrementare i costi complessivi, aspetto quest’ultimo che dovrebbe interessare i vertici essendo l’efficienza economica alla base della fusione fra CRA e INEA.
Si chiede pertanto ai vertici di intervenire prontamente sia fornendo alla Direzione Generale e al Direttore del Centro le necessarie linee di indirizzo strategico sia assegnando al Centro il personale indispensabile alle sue complesse attività progettuali.

UIL RUA CREA
Mario Finoia

 

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