Il 13 luglio u.s. è stato sottoscritto l’accordo definitivo riguardante il Contratto Collettivo Nazionale Quadro (CCNQ) per la definizione dei Comparti delle Aree di contrattazione Collettiva Nazionale (2016-2018) la cui ipotesi di accordo era stata siglata il 5 aprile 2016.
Il presente Accordo si applica ai dirigenti e dipendenti contrattualizzati con rapporto a tempo determinato e indeterminato di tutti gli Enti ed Amministrazioni del Pubblico Impiego.
Si rende così operativa, dopo circa sette anni, un’altra parte fortemente penalizzante del Decreto Brunetta (D. Lgs. 150 del novembre 2009) tanto da noi contestato quanto sostenuto e immodificato da tutti i Governi che sono succeduti a Berlusconi.
Il Pubblico Impiego risulta quindi diviso in quattro Comparti a fronte degli attuali 12 con esclusione della Presidenza del Consiglio dei Ministri (e come poteva essere diversamente) che con i suoi circa 2.200 tra dipendenti e dirigenti continuerà a rimanere un comparto a se stante in quanto non considerato dal Decreto Brunetta.
Alla luce dell’accordo sottoscritto, con l’avvenuta riduzione dei Comparti, il Governo non ha più alibi per non far ripartire la trattativa sui rinnovi contrattuali sbloccati, esattamente un anno fa (fine luglio 2015), dalla sentenza della Corte Costituzionale.
Rimane ancora tutto aperto lo scoglio delle esigue risorse stanziate pari a circa 300 milioni di euro per i rinnovi di tutto il Pubblico Impiego.
Riportiamo di seguito, in forma schematica, la composizione dei 4 nuovi Comparti da cui si evince chiaramente che i Comparti Sanità ed Enti Locali sono rimasti immutati mentre hanno subito una grande trasformazione il Comparto delle Funzioni Centrali e soprattutto il Comparto dell’Istruzione e della Ricerca, il più grande che unisce Scuola, Università e Ricerca.
UIL RUA
Americo Maresci