giovedì 18 Luglio 2024

Delega EPR: Di male in peggio !!!

simboli-comparti ricercaRoma, 1 settembre 2016
Abbiamo cercato di trovare nella bozza di decreto per gli enti di ricerca quei miglioramenti ed agevolazioni tanto attesi. Non ci siamo riusciti: perché il decreto non semplifica e non migliora!

Il sistema assunzionale “nuovo” considera l’80% come tetto massimo del rapporto tra costo del personale e fondo solo ordinario. I massimi enti di ricerca sono abbondantemente sopra questo limite e il CNR è esempio lampante: trovandosi all’85% del rapporto, per poter procedere a nuove assunzioni deve “perdere” almeno 450 unità di personale. Al ritmo delle circa 150 dimissioni/pensionamenti annuali, il CNR non potrà fare assunzioni per i prossimi 3 anni. Oltre a questi 3 anni vanno poi considerati i tempi per la verifica/monitoraggio da parte dei vigilanti (tutti in vigore alla faccia dell’autonomia): ove l’ente superasse l’80% è infatti prevista l’adozione di “misure correttive”. La domanda inquietante è: se non c’è volontà di risolvere il problema del precariato e del personale in generale e quindi non si ipotizza l’incremento del fondo ordinario, di cosa si parla? Di licenziamento? Di pensionamenti forzati in violazione delle norme nazionali???
Nella situazione attuale, anche superando il tetto dell’80% il CNR può assumere in base al turn over, con il nuovo decreto no. Qualche piccolo margine è previsto solo per il CREA: perché non si è esteso anche agli altri?

Nel frattempo si va stringendo il margine di manovra per il mantenimento in servizio del personale precario. Enti come l’ENEA hanno già proceduto a prorogare presso la direzione territoriale del lavoro per un ulteriore anno i precari “scaduti”, quale ultima opzione possibile prevista dal Jobs Act.

Ulteriori elementi di perplessità rileviamo nella mancata esplicita abrogazione delle piante organiche, punto del quale più volte in passato la Funzione Pubblica ha rimarcato l’invalicabilità: quindi, vincolo che si aggiunge a vincolo! Inoltre, la pianta organica viene modificata di fatto, visto che per le assunzioni del personale tecnico-amministrativo è previsto un limite del 30% del valore dell’indice (30% dell’80%) = 24% di spesa. Resta la curiosità di sapere se e quali consistenze di personale abbiano consultato gli estensori della norma: tutti gli enti superano il 24%, quindi c’è una precisa volontà di ridimensionamento del personale tecnico-amministrativo ovvero si tratta solo di non conoscenza del sistema EPR?

Paradossalmente, infine, se intervenisse il rinnovo contrattuale con conseguente incremento dei costi del personale, lo strangolamento delle facoltà assunzionali sarebbe ancora maggiore, senza un adeguato incremento del fondo ordinario. Le assunzioni sono già oggi alternative al diritto alla carriera, ora lo diventa perfino l’incremento contrattuale: si ripropone la logica del “bonus” degli 80€, diventato disincentivante al lavoro aggiuntivo (es. turni e straordinario che incrementano il CUD).
Inoltre gli aspetti premiali così come previsti suscitano ulteriori pesanti perplessità di metodo e di merito.

Se davvero il testo rimanesse com’è, sancirebbe un taglio secco, immediato e duraturo di personale: niente assunzioni, a casa i precari, se possibile a casa pure gli anziani (ma senza incentivi, ovvio, qui qualcuno ci ricorda che siamo “pubblico impiego”!).

Una ulteriore perdita del personale determina nei fatti una ulteriore diminuzione delle capacità degli enti: a nostro avviso siamo di fronte all’azzeramento del sistema degli enti pubblici di ricerca.
Con questo testo si è riusciti perfino nell’impresa di peggiorare quanto già prodotto con la riforma dell’Università, modello da noi fermamente contestato e nei fatti confermato anche dal Governo Renzi!

È previsto tra pochi giorni un incontro al MIUR, nel quale rappresenteremo le criticità rilevate e faremo le nostre proposte. In ogni caso nei prossimi tre mesi chiederemo audizioni specifiche alle commissioni parlamentari, fermo restando che senza significative modifiche al testo la risposta non potrà che essere una forte mobilitazione del personale, fino all’indizione di uno sciopero del settore.

UIL RUA – Il Segretario Generale
Sonia Ostrica

All. 1 – Delega Madia

All. 2 – Relazione illustrativa

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