sabato 23 Novembre 2024

Università: D.l. 81/2015 su contratti collaborazione

simboli-comparti universitaSi è svolto giovedì 20 ottobre al MIUR l’incontro sul divieto previsto dal decreto legislativo 81/2015 di stipulare contratti di collaborazione nelle pubbliche amministrazioni a decorrere dal 1° gennaio 2017 nelle more della definizione di una normativa specifica per il pubblico impiego finalizzata ad adeguare alle condizioni specifiche di questi settori alcuni istituti del “jobs act”.
All’incontro per il Ministero erano presenti il direttore generale Daniele Livon e il dirigente Gianluca Cerracchio.
Abbiamo fatto presente la situazione di assoluta emergenza che si determinerà dal primo gennaio 2017 per il personale cococo assunto sia come tecnico-amministrativo sia come incaricato di attività didattica di base ed integrativa (docenti a contratto e tutor).

Si è inoltre messo in evidenza come siano in scadenza gli assegni di ricerca prorogati a 6 anni e i contratti dei ricercatori a tempo determinato di tipo b) che non hanno potuto conseguire nel triennio l’abilitazione scientifica nazionale per mancanza dell’attivazione delle stesse procedure dell’ASN dopo la seconda tornata del 2013.
Il problema riguarda ovviamente tanto i singoli lavoratori coinvolti quanto l’intero sistema universitario in particolare per quel che riguarda l’offerta formativa che verrebbe drasticamente ridotta a fronte di una riduzione già avvenuta del 18% negli ultimi 10 anni. Sulla base della banca dati del MIUR per il 2015 parliamo di una stima, per quest’anno accademico e per quelli futuri, di circa 28.000 docenti a contratto, 22.000 tutor e 2.000 tecnici – amministrativi.
Per il Sindacato è necessario dunque affrontare l’emergenza per la ravvicinata scadenza del primo gennaio e allo stesso tempo approntare un intervento organico e strutturale che permetta di risolvere le criticità per i lavoratori e per le Università:
• Predisporre un piano di stabilizzazione per il personale tecnico-amministrativo co.co.co, sul modello ad esempio di quanto avvenuto con l’ultima legge di stabilità per l’INAIL con una prova di idoneità riservata già nella legge di stabilità.
• Sostituire l’assegno di ricerca con un contratto di tipo subordinato come richiesto anche dall’Europa per i progetti Horizon 2020.
• Prevedere un piano programmatico di assunzioni perché non è più tollerabile che un imponente parte delle attività istituzionali siano svolte da personale precario in molti casi con un’anzianità di servizio pluriennale anziché provvedimenti assurdi come le cosiddette cattedre “Natta”.
• In mancanza di questi provvedimenti urgenti è indispensabile intanto prorogare la scadenza del primo gennaio per i co.co.co e avviare un confronto sul problema complessivo del precariato in Università attraverso un tavolo permanente tra Sindacato e MIUR.
La risposta del MIUR ha teso a rilanciare alle Università l’onere della soluzione di molti dei problemi posti, sottolineando le proprie difficoltà di azione nel sostenere le specifiche problematicità universitarie con gli altri Ministeri in particolare sul piano dei finanziamenti.
Il MIUR ha inoltre evidenziato, com’era ovvio anche dalle nostre osservazioni iniziali, che alcuni dei problemi da noi posti necessitino di strumenti legislativi che non possono essere previsti nella prossima legge di Bilancio.
In ogni caso, per quel che concerne i cococo, il MIUR ritiene necessario arrivare ad una proroga della scadenza del primo gennaio 2017. Rispetto agli assegni di ricerca considera invece che una delle soluzioni già avviate sia (sic!) la liberalizzazione degli RtdA dai vari vincoli assunzionali, pur ponendo anch’essi il problema della scadenza della loro proroga (3 + 2).
In conclusione un incontro molto interlocutorio e che ci lascia molti dubbi sulla effettiva volontà e capacità del MIUR di affrontare d’avvero le emergenze e criticità universitarie in una visione di lungo periodo.
Proseguiremo, con il MIUR, la CRUI, il Governo e le forze politiche, negli Atenei e con tutto il personale e gli studenti, la nostra battaglia perché si superi il precariato, perché si ridia dignità al lavoro anche negli Atenei e perché l’Università possa non solo continuare a vivere ma anche a crescere.

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