Con la sentenza del 13 Maggio il Tribunale di Siena ha affermato il diritto alla retribuzione accessoria per il personale dell’Università di Siena come invocato fin dal principio dalla UIL RUA promuovendo le cause dei singoli dipendenti. Il Tribunale ha condannato l’Università al pagamento dell’accessorio oltre alle spese e gli interessi legali relativamente all’anno 2011, dichiarando cessata tra le parti la materia del contendere per l’anno 2012 visto che è stato sottoscritto un contratto collettivo da alcune organizzazioni sindacali.
Con questa sentenza c’è l’affermazione del principio che la retribuzione si compone di una parte fissa ed una accessoria, ma entrambe facenti parti del trattamento fondamentale del personale, e che questa non è nella disponibilità né dell’ateneo né degli organi vigilanti.
Inoltre è stata sconfessata la road map che prevedeva un accordo in cui l’Ateneo avrebbe conguagliato al MEF risorse erogate in eccedenza, devolvendo l’intero ammontare 2011 a scapito dei lavoratori, scaricando sugli stessi le scellerate scelte delle gestioni precedenti.
L’ultimo goffo tentativo di dichiarare nullo il contratto disdetto unilateralmente solo nella parte economica e non quella giuridica ha danneggiato ulteriormente l’Ateneo condannato a pagare perfino le spese legali, causando un ulteriore danno alle casse dell’Ateneo.
Ricordiamo che senza la presentazione dei ricorsi anche il 2012 avrebbe ricevuto il blocco illegittimo da parte dell’amministrazione, tanto che la contrattazione si è svolta tardivamente nel corso del 2013 al solo scopo di limitare i danni, permettendo a qualche sigla di appropriarsi di meriti che francamente non ravvisiamo perché a nostro avviso se non ci fosse stato l’accordo, che riduce le somme erogate a titolo di accessorio, le spettanze dal 2012 in poi sarebbero state congrue e pari a quelle 2011, mentre invece sono ridotte dall’accordo.
La UIL a questo punto chiederà all’Università di ripristinare le spettanze 2011 per tutti i lavoratori, (e non solo per i ricorrenti vincitori) al fine di evitare l’attivazione di tanti nuovi ricorsi per tutti coloro che non hanno partecipato alla prima tornata; e vista la decisione del Giudice ogni sconfitta porterebbe costi aggiuntivi per il ristoro delle spese legali.
La condanna inflitta dal Giudice conferma il nostro giudizio negativo verso chi ha optato per una simile scelta: inopportuna in quanto si è rivolta alla parte più debole del sistema, incompetente rispetto a chi l’ha decisa, dimostrando scarsa conoscenza dei diritti dei lavoratori e del sistema che si vorrebbe amministrare.
Un grazie a quanti hanno sostenuto e condiviso le nostre scelte, supportate dagli Avvocati A.Cassigoli e L.DeMossi.
Segretario UIL RUA Toscana
Mario Finoia