In relazione all’oggetto le scriventi OO.SS. richiamano l’attenzione delle SS.LL. in indirizzo sulle difficoltà generate dalla norma in questione di soppressione dell’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), in particolare per quanto riguarda le ricadute sul personale interessato e sugli aspetti organizzativi conseguenti alla soppressione. Ci riferiamo al fatto che la norma di soppressione, insolita rispetto ad altre situazioni analoghe e complessa dal punto di vista giuridico, non stabilisce contestualmente alla soppressione l’accorpamento in un unico ente subentrante, come poteva essere il CRA (Centro di Ricerche in Agricoltura), altro ente di ricerca pubblico vigilato dallo sesso Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ma rimanda ad una soluzione difficile, indice anche di scarsa chiarezza negli obiettivi, e contraddittoria rispetto al passato.
La norma prevede che la destinazione delle funzioni e del personale già dell’ex-INRAN avvenga verso più soggetti, contraddicendo quanto era stato fatto con la L 122/2010 che aveva soppresso l’ENSE (Ente Nazionale Smenti Elette) e l’INCA (Istituto Nazionale Conserve Alimentari) accorpandoli nel nuovo INRAN; il tutto senza alcuna logica scientifica o organizzativa, ne risparmi in termini finanziari o di revisione della spesa pubblica. Il DL 95/2012 prevede infatti di nuovo una tripartizione del personale e delle funzioni, riassegnando ciò che era stato dell’ENSE all’Ente Risi (Ente Pubblico Economico), dell’INRAN al CRA e mettendo in mobilità il personale già dell’INCA, da attuarsi con uno o più decreti di natura non regolamentare che non sono stati ad oggi emanati e il cui iter si prefigura lungo e tortuoso.
Ovvie le contraddizioni di questa soluzione con il recente passato e le complicazioni sotto il profilo organizzativo, che hanno generato immediatamente difficoltà al personale, a cui a malapena e con gravi ritardi è stato corrisposto il pagamento delle spettante retributive; ma anche ricadute negative sulle attività di ricerca e sulla loro programmazione, tali da pregiudicare gli impegni assunti in ambito europeo ed internazionale. Così come appare sbagliata la decisione di sottrarre ad un soggetto pubblico e qualificato di ricerca la certificazione in ambito sementiero, come è la decisione di assegnare la funzioni e il personale dell’ex-ENSE all’Ente Risi, che è Ente di diritto pubblico economico, e quella di eliminare le competenze in campo conserviero, con contestuale messa in mobilità del personale ex-INCA.
Per quanto sopra brevemente esposto abbiamo sostenuto anche con la mobilitazione la necessità di intervenire nell’ambito della discussione sulla spending review, chiedendo una modifica della norma nel senso di prevedere, sia pure nell’ambito della soppressione, l’accorpamento di tutto l’ex-INRAN nel CRA, in un ottica di valorizzazione della rete scientifica in campo agricolo e di una migliore organizzazione in ambito territoriale. Tale proposta era stata accolta anche dalla Commissione Agricoltura del Senato, ma anche sostenuta dallo stesso Ministro Catania. Appare evidente come la soluzione qui avanzata sia quella più semplice dal punto di vista organizzativo, la meno complessa sotto il profilo giuridico e che non comporterà nessun aggravio di spesa, ma solo vantaggi organizzativi dal punto di vista delle funzioni e del personale da trasferire.
Per questo siamo a rinnovare la richiesta di modificare l’art. 12 del DL 95/2012 e di reiterare l’emendamento già presentato in precedenza.
In ogni caso chiediamo di essere ricevuti in audizione.
Certi in un Vs positivo accoglimento inviamo distinti saluti.
FLC Cgil |
FIR CISL |
UIL RUA |