giovedì 18 Luglio 2024

Nuove rappresentanze negli organi accademici delle Università

Con buona pace dei rettori, la legge 240/10 sta trovando applicazione negli Atenei che, scrupolosamente, si sono adeguati ed hanno modificato gli statuti con conseguente rigore.

A noi, che siamo soliti “leggere” gli avvenimenti ed i documenti, tanta pedissequa sollecitudine ed obbedienza, ci porta a fare alcune considerazioni di tipo “matematico” o quasi.

Nella nuova riorganizzazione del sistema universitario, i rettori coronano il sogno di vedere rimosse le componenti più critiche e spesso contestatrici dagli organi accademici che contano, ad esempio i Rappresentanti del Personale tecnico-amministrativo nei consigli d’amministrazione.

Questa può essere la prima motivazione per cui i rettori non hanno contestato affatto questo enorme calo di democrazia e di partecipazione (come, invece, abbiamo fatto noi) ed anche il ministro Profumo (già rettore ed esperto del mondo accademico), succeduto all’inespertissima Gelmini (progenitrice della famigerata norma) ha subito sentenziato che non avrebbe modificato alcunché della legge 240.

Un “va bene così” che è suonato stonatissimo, ma era tanta la soddisfazione dei rettori di poter finalmente designare o scegliere i ristretti “compagni di viaggio” consiglieri d’amministrazione, che questo è stato barattato con la durata della carica di rettore a vita. Ora il mandato è di sei anni, non rinnovabile, ma, senza ingerenze, potranno essere sei anni “incontestati”.

Molte modifiche statutarie hanno ammesso la presenza del Personale tecnico amministrativo nel senato accademico i cui compiti, legati prettamente alla didattica alla ricerca ed ai servizi agli studenti, pur essendo sicuramente pregnanti, hanno, però un respiro totalmente diverso dalle “funzioni di indirizzo strategico, di approvazione della programmazione finanziaria annuale e triennale e del personale…” che detiene il consiglio di amministrazione.

In diversi Atenei, le elezioni ai senati accademici hanno garantito la presenza dei militanti UIL RUA, ad essi auguriamo di fare un’esperienza che sia coniugabile con quella sindacale.

La Segreteria Nazionale UIL RUA, mentre ritiene condivisibile la formula elettiva per gli organismi collegiali, che sta alla base della democrazia, non accetta nessun tipo di designazione o scelta che possa ricadere sui propri rappresentanti, ritenendolo un fatto inappropriato che conserva, ab origine, una forte confusione di ruoli.

I Rappresentanti del Personale li scelgono i Lavoratori!!!

La Segreteria Nazionale

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