Con una partecipazione di oltre il 60% del personale è riuscito senza dubbio lo sciopero dell’INGV I lavoratori hanno detto chiaramente che la strada intrapresa dall’amministrazione non è più tollerabile.
La sospensione dell’accordo decentrato di proroga dei contratti, l’incomprensibile atteggiamento di ostilità nei confronti dell’iniziativa sindacale, le improbabili scelte in merito alla valutazione delle strutture attraverso affidamenti esterni al limite della legalità, sono scelte profondamente sbagliate che hanno prodotto una frattura tra personale e dirigenza.
Gli enti di ricerca sono strutture complesse ma, prima di tutto, comunità di persone motivate a svolgere quella che è, a tutti gli effetti, una missione. Se l’attuale amministrazione non riesce a comprenderlo significa candidare l’ente ad un rapido crollo in termini di qualità del lavoro, quindi produttività scientifica e operatività, con grave danno per i lavoratori e per il paese.
L’INGV, come tutta la ricerca pubblica, non è in grado di svolgere la propria missione senza i precari per questo serve stabilizzare personale e stabilizzare le risorse che già oggi sono a carico del bilancio dello stato per la stragrande maggioranza dei contratti. Sappiamo che questo non rientra, se non in parte, nelle competenze della dirigenza. Una gestione responsabile invece si.
La scelta di disapplicare l’accordo è l’esatto opposto. E’ chiaro a tutti che altre amministrazioni hanno siglato nello stesso periodo accordi analoghi e nessuna li ha disapplicati. Il parere della funzione pubblica è stato utilizzato strumentalmente. Vogliamo ribadirlo a scanso di equivoci.
Il rischio che dal primo gennaio la sorveglianza sismica e vulcanica non sia più garantito nel nostro paese è altissimo.
Se non verranno prorogati i contratti dei precari questo rischio diventerà una realtà.
L’accordo è già una soluzione ma a quanto pare non basta alla dirigenza dell’Ente. Siamo quindi in attesa della norma, confermata oggi dal dipartimento della funzione pubblica, che prorogherà i contratti dei precari della PA nelle more della definizione dell’accordo quadro per la nuova disciplina del tempo determinato.
La norma dovrebbe fare salvi gli accordi decentrati. Nella formulazione proposta dal dipartimento della funzione pubblica ci sarebbe però un limite temporale: 31 luglio 2013 entro cui definire, appunto, una nuova disciplina.
FLC Cgil e UIL RUA convocate già domani in commissione lavoro della camera dei deputati sul testo dell’emendamento che dovrebbe confluire nella legge di stabilità diranno chiaramente che il riferimento temporale al 31 Luglio per gli accordi deve essere eliminato.
Siamo quindi impegnati ancora di più a risolvere positivamente la vertenza INGV che, come abbiamo già affermato, è paradigmatica della condizione di tutta la ricerca pubblica.
Senza risorse, stabilizzazioni e dirigenze all’altezza del loro ruolo il sistema non potrà mai funzionare.
L’attenzione che la politica ha dimostrato in queste ore con comunicati di appoggio all’iniziativa dovrà essere confermata con atti concreti, non ci basteranno le promesse da campagna elettorale.
Il Segretario Generale |
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