Il 10 dicembre l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia sciopera e manifesta davanti al dipartimento della funzione pubblica. Questo è il primo sciopero dichiarato da quando l’Ente esiste, anno di fondazione 1999 ma a memoria di molti rappresenta uno dei pochissimi casi di sciopero di un ente solo.
Tale difficile e sofferta decisione, è stata presa in seguito all’immotivata sospensione della Direzione dell’Ente dell’Accordo sottoscritto con le OO. SS. in data 18 luglio 2012. L’ Accordo avrebbe consentito il rinnovo quadriennale dei contratti del personale a tempo determinato in scadenza al 31 Dicembre 2012. I Precari, come ampiamente noto, sono inseriti stabilmente nelle principali e strategiche attività (Ricerca e Sorveglianza Sismica e Vulcanica) dell’Ente e svolgono da molti anni mansioni operative e istituzionali dell’Istituto. Il mancato rinnovo comporta un danno permanente ai colleghi titolari dei contratti a tempo determinato in termini di previdenza e retribuzione, oltre che un grave danno alle attività dell’Istituto, che si vedrà privato di circa 200 lavoratori per un periodo di tempo al momento non definibile, in quanto subordinato ad una nuova procedura di reclutamento da espletare tramite selezioni pubbliche nazionali. Inoltre lo scenario prospettato dalla Funzione Pubblica per un rinnovo di sette mesi, oltre ad essere, ad oggi, una sola dichiarazione d’intenti, non risolve la grave situazione dell’INGV e di tutti gli altri enti. Ma le ragioni dei precari INGV crediamo siano le ragioni di tutti. Non sono certo le sole ma acquisiscono oggi una valenza simbolica e pratica per tutto il comparto ricerca.
Dopo la “chiusura politica ” delle stabilizzazioni, come era prevedibile, i problemi negli enti si sono aggravati fino ad arrivare al rischio di espulsioni di massa a causa delle imminenti scadenze e della insipienza di molte amministrazioni. Oggi è ineludibile un provvedimento che rilanci stabilizzazioni e nuovo reclutamento. Infatti il numero di addetti alla ricerca in Italia è sottodimensionato rispetto a tutti i nostri partner (e di fatto competitori) internazionali e continua a diminuire negli anni. Ma non solo. Tutta la politica del personale è soggetta a censure costanti da parte di occhiuti funzionari che pretendono di applicare agli Epr le stesse regole di tutta la PA senza comprenderne la peculiarità. Questo non è più sopportabile. E’ ora di aprire una nuova stagione per gli enti pubblici di ricerca. Partiamo dai precari. Partiamo dal 10 dicembre