Si è tenuto nella mattinata del 26 il previsto incontro dei ricercatori con il Presidente dell’INAIL, Prof. Massimo De Felice.
Abbiamo apprezzato l’intento espresso dal Presidente di restituire alla ricerca in INAIL il ruolo e la dignità che fino a questo momento, a nostro avviso, sono stati molto marginali.
Abbiamo apprezzato meno il metodo di convocazione utilizzato, in quanto la trasmissione in via gerarchica delle convocazioni che, ricordiamo, erano destinate al personale inquadrato nel profilo di ricercatore o tecnologo ed ai precari che svolgono attività di ricerca o tecnologica, ha mostrato la solita mancanza di efficienza delle comunicazioni e delle circolari rivolte al personale, proprie dell’ex ISPESL.
Infatti non tutto il personale teoricamente convocato ha avuto notizia dell’incontro e siamo venuti a conoscenza che in alcune strutture la partecipazione è stata addirittura sconsigliata ai precari.
Non abbiamo invece apprezzato il fatto che non sia stato convocato il personale tecnico, che pure partecipa a tutte le attività tecnico-scientifiche, nè che al restante personale non sia stato consentito di assistere all’incontro, magari in streaming.
Ci ha preoccupato inoltre la mancanza di feedback mostrato dalla presidenza ai nostri ripetuti tentativi di far presente cosa stava accadendo: ci auguriamo che si sia trattato di una situazione contingente che non si ripeterà.
Tornando all’incontro, il Presidente – partendo dal testo riguardante la ricerca presente nella relazione annuale INAIL che riportiamo in calce – ha affrontato varie questioni, dando prova di elevata sensibilità sull’argomento e mettendo a disposizione un indirizzo mail, già attivo, dedicato ai ricercatori per rappresentare ciò che essi ritengono rilevante, pregando che le mail siano sintetiche: l’indirizzo è presidenza.ricerca@inail.it .
L’auspicio, a quanto abbiamo capito, sarebbe quello di avere in INAIL una struttura di ricerca che possa fare la differenza, sulla scia di una tradizione propria di alcune grandi aziende italiane (ENI, Olivetti, Banca d’Italia) che, pur non essendo impegnate specificamente nella ricerca, avevano creato al loro interno strutture che se ne occupavano, e che hanno acquisito rilievo a livello mondiale.
In particolare è stata comunicata l’intenzione di creare una “governance” della ricerca, con l’istituzione del comitato scientifico nella struttura INAIL, di accedere ai bandi di ricerca italiani, europei ed internazionali, di voler affrontare i problemi del precariato, di voler porre attenzione alle richieste della committenza, interna o esterna all’INAIL, di voler puntare sul trasferimento della ricerca anche tramite la formazione di alto livello, come faceva l’ISPESL, per formare anche i formatori, e di voler usare la rivista INAIL per divulgare i risultati.
Nella discussione è stata rappresentata la problematica relativa alla mancanza di procedure per la ricerca, la necessità di evitare di disperdere le risorse che vengono formate con il precariato, la necessità di essere ente di ricerca e non ente che fa ricerca anche al fine dell’accesso ai bandi internazionali, ed infine la necessità di avere una rivista specifica per le pubblicazioni scientifiche.
Su quest’ultimo punto abbiamo rilevato qualche perplessità, evidenziata dalla risposta del Presidente riguardo la possibilità di pubblicare su riviste specializzate. Crediamo però che un Istituto come l’INAIL, se dovrà puntare veramente sulla ricerca, non potrà esimersi dal divenire editore di una rivista specialistica che si occupi delle tematiche trattate dalle proprie strutture che, ci auguriamo, in breve tempo possa divenire un riferimento anche a livello internazionale.
UIL RUA ISPESL
Marco Di Luigi
Dalla relazione del Presidente ala presentazione del rapporto annuale INAIL: Il polo della salute e della sicurezza, la ricerca L’integrazione di Ipsema e Ispesl nell’Inail continua. La riorganizzazione e l’unificazione delle sedi (per ora quelle “territoriali”) ha prodotto nel 2011 un risparmio di quasi 2 milioni di euro; si avrà a regime il risparmio di circa 10 milioni l’anno. Ma, sebbene proficua, la logistica è aspetto marginale. Al centro delle attività degli organi di governo dell’Inail c’è l’organizzazione dei processi di lavoro. Inserire nella filiera produttiva dell’Inail le attività di ricerca, di sperimentazione e di certificazione dell’Ispesl è una grande opportunità. È necessario però superare il senso della passata appartenenza – non ragionare più, e neanche per comodità gergale, con la categoria ex-Ispesl –, per procedere a un radicamento funzionale profondo: la ricerca come strumento di innovazione e sostegno dei processi tradizionali dell’Inail; perciò autonoma, ma nelle scelte di metodo; propulsiva alle tecniche di prevenzione, di controllo e di riabilitazione; capace di contribuire a dare fisionomia nuova ai piani di formazione sulla sicurezza (alta formazione, formazione di formatori, formazione diffusa). Ci sono complessità da gestire, ritardi da recuperare, i decreti di trasferimento (“delle risorse strumentali, umane e finanziarie”) da perfezionare, vincoli di spesa da soddisfare. E anche nuovi ruoli istituzionali da rispettare: a seguito dell’integrazione l’Inail ha ministero vigilante – oltre al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – anche il Ministero della Salute. L’opportunità – l’abbiamo detto – è grande. Auspichiamo che i bandi di concorso per il finanziamento della ricerca sanitaria tornino a prevedere l’area tematica relativa alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro, e che l’Inail sia individuato – della ricerca sanitaria – “destinatario istituzionale”. Da parte nostra ci sarà grande impegno affinché gli organi di governo dell’Istituto – nel confronto con le Organizzazioni sindacali – riescano a mediare gli interessi particolari senza tradire uno schema di integrazione che potrebbe dare grandi servizi alla società. |