sabato 27 Luglio 2024

Per Monti è sempre colpa dei lavoratori!

Non sorprendono di certo le ultime esternazioni di Monti in tema di Statuto dei Lavoratori. Nei contenuti esse appaiono di strettissima attualità (a dispetto del solito rito delle precisazioni successive di Palazzo Chigi) ed assolutamente coerenti con le riforme neoliberiste varate dal Governo dei tecnici contro il mondo del lavoro.

Esse disvelano ancora una volta lo stile di governo professorale e paternalistico del Primo Ministro, lo stesso con cui ha recentemente sostenuto che la concertazione è il male dell’Italia, ovvero che l’aggravamento della crisi economica e la perdita di posti lavoro sono fatti necessari e tutto sommato utili per la futura crescita del Paese. Chissà con quali ulteriori lapidarie massime Monti intende giustificare i fallimenti del suo Governo.

Va sottolineato che la tesi secondo cui la crescita di occupazione è correlata ai diritti dei lavoratori non appare supportata da nessuna evidenza scientifica (basti pensare agli effetti sull’occupazione rilevati ad oggi a seguito della riforma dell’art. 18…). La compressione dei diritti rimanda piuttosto ad una impostazione ottocentesca di un mercato del lavoro senza regole ed ad attuali sistemi politici che di democratico hanno ben poco. Ovviamente non pensiamo che nelle intenzioni di Monti si arrivi a preconizzare tanto, come peraltro non vogliamo credere che il suo modello sia quello della delocalizzazione laddove ci sono meno diritti e bassi salari, tanto cara a diverse imprese italiane finanziate con soldi pubblici.

Certamente l’attacco contro lo Statuto dei Lavoratori ha l’obiettivo ancora una volta di nascondere l’assenza di interventi del Governo in tema di crescita: insomma, tutta e solo colpa dei troppi diritti dei lavoratori. Con diversa coerenza, invece di certe esternazioni avremmo preferito un maggior rigore del Governo nella lotta all’evasione, alla corruzione (che secondo il Ministro Severino vale 2- 4% di PIL) ed all’illegalità, fenomeni questi che sicuramente hanno effetti negativi sull’economia e sull’occupazione.

Per quanto ci riguarda, con queste uscite Monti ci ha dato solo un motivo in più per essere in piazza il prossimo 28 settembre nello sciopero del pubblico impiego.

UIL RUA
Alberto Civica

 stampa

Il Punto del Segretario Generale

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