Finalmente, con il primo cedolino aggiornato, l’inquadramento nel comparto degli EPR, per i dipendenti dell’ENEA, è quasi completo, il quasi ricorda che entro marzo si dovrebbe procedere anche ai conguagli “attivi o passivi”.
Tra i lavoratori dell’Agenzia che avevano ascoltato bugiarde sirene traspare una delusione evidente.
Come avevamo anticipato nei nostri comunicati scritti dal 18 dicembre in poi, infatti, ricevono un modesto vantaggio economico solo i dipendenti collocati nei livelli da IV a VIII mentre per i primi tre livelli il passaggio agli EPR avviene praticamente “a costo zero” e con l'”effetto ringiovanimento” sulle fasce stipendiali, insomma un contratto della ricerca che punisce i ricercatori ed i tecnologi dell’ENEA, ben lontano dall’Eldorado che qualche imbonitore lasciava immaginare.
Riservandoci di trattare in altra occasione le ferite non rimarginate quali “titoli di studio non riconosciuti”, “anomale permanenze” o “diplomati ex 9° livello” e quelle appena aperte quali “funzionari d’amministrazione con titolo di studio tecnico” o “collaboratori d’amministrazione di V livello divenuti improvvisamente apicali”, ci sembra che una delle tipologie professionali che esce “con le ossa rotte” da questa applicazione sia quella dei giovani ed in particolare dei giovani ricercatori.
Ci riferiamo soprattutto a coloro che con una decina di anni di anzianità di servizio tra tempo determinato e tempo indeterminato, oggi prendono uno stipendio identico a chi è stato assunto da meno di un anno , anzi, siccome l’anzianità riconosciuta in busta paga è stata determinata sul “percepito”, si ritrovano, dopo aver subito “costi zero” e “riassorbimenti di EAR”, collocati in una fascia inferiore di quella attribuita a chi è “entrato” quattro o cinque anni dopo di loro…assurdo!
Ricordiamo che l’accordo del 18 luglio scorso tra ENEA e OO.SS. stanzia 205.000 euro per le progressioni nei gradini e nei livelli da IV a VIII (art. 53 e 54 CCNL) e 400.000 euro per le progressioni dei primi tre livelli (art. 15 CCNL), decorrenza giuridica ed economica 31/12/2010.
Crediamo sia indispensabile con questi strumenti contrattuali, dare un segnale di forte attenzione a quest’area di discriminazione ed intervenire, pur nei limiti del budget disponibile sulle vecchie ferite, per questo l’attuale commissione per la revisione dei profili professionali, ci auguriamo, che operi con una adeguata visione di prospettiva.
Purtroppo anche oggi dobbiamo aggiungere una perla all’alacre attività dell’agenzia sulla normativa che finisce, anch’essa, per punire i giovani :
Il contratto ENEA prevedeva 31 giorni di ferie, quello EPR ne prevede 32 salvo che per i neo assunti per i quali ne sono previsti 30. Il contratto nazionale EPR specifica, altresì, che i due giorni in più saranno attribuiti dopo il terzo anno di servizio.
In fase di trattativa era stata introdotta, nelle varie bozze, una norma di prima applicazione che specificava che per “neo assunti” , nella fase di transizione, dovevano intendersi i dipendenti ENEA che prendevano servizio dopo il 30/12/2010″, ciò avrebbe consentito di attribuire 32 giorni d ferie per il 2011 a tutto il personale in servizio, senza alcuna differenza generazionale.
Nella lunga notte di trattativa tra il 17 e il 18 dicembre, tra uno stralcio ed una cancellazione, tra un salto da un testo all’altro, mentre noi lasciavamo il tavolo alle sei di mattina, piuttosto contrariati, la precisazione che rendeva la norma favorevole ai giovani colleghi restava, evidentemente, nella penna del redattore o meglio della redattrice ed ora chi ha meno di tre anni di servizio a tempo indeterminato si ritrova con due giorni di ferie in meno rispetto ai colleghi più anziani e subisce addirittura, lo scippo di un giorno rispetto a quanto previsto nel vecchio contratto.
Dopo l’inopinata soppressione dei ritardi pullman, la sospetta omissione dei permessi retribuiti, il bizzarro format degli “R22”, in attesa dell’addendum alla circolare sull’orario di lavoro, per il quale si prospetta l’ennesima gestazione difficile, registriamo, ancora una volta, che a fronte della pedissequa applicazione di tutto quanto è restrittivo per il personale, le dimenticanze riguardano sempre ciò che va, o meglio che dovrebbe andare a vantaggio del personale stesso.
Sia chiaro, siamo convinti che la buona fede sia certa e la mala fede vada dimostrata … diciamo, che in questo momento in sede legale “alla normativa” ci sembrano un po’ “sfigati” … di riflesso non sono certo fortunati i dipendenti costretti a subire le ultime scelte errate o monche di questo ufficio.
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Marcello Iacovelli