WELFARE |
Il welfare aziendale è oramai un fenomeno di successo anche nel lavoro pubblico. Le spinte del Legislatore nelle ultime tre leggi di bilancio e l’iniziativa della contrattazione collettiva nei rinnovi dei contratti per le amministrazioni, hanno finalmente valorizzato l’istituto anche all’interno della dimensione pubblica.
La sola tipologia di welfare promossa in questa dimensione è quella contrattuale e integrativa, cioè i benefits vengono riconosciuti sulla base di scelte concordate fra le parti della contrattazione: solitamente, il contratto nazionale di comparto indica le priorità, le macro voci e le risorse disponibili per le varie forme di strumenti, mentre la contrattazione di secondo livello regola la costruzione di piani di welfare aziendale e la distribuzione dei vari benefici, a seconda delle caratteristiche degli enti e delle aspettative dei dipendenti.
IL CCNL Istruzione e Ricerca 2016-2018 – Sezione Università Art. 67; Sezione Ricerca Art. 96
Università ed Enti disciplinano in sede di contrattazione integrativa, la concessione di benefici di natura assistenziale e sociale in favore dei propri dipendenti, tra i quali:
A) iniziative a sostegno al reddito della famiglia (sussidi e rimborsi)
B) supporto all’istruzione e promozione del merito dei figli;
C) contributi a favore di attività culturali, ricreative e con finalità sociale;
D) prestiti favore di dipendenti in difficoltà ad accedere ai canali ordinari del credito bancario o che si trovino nella necessità di affrontare spese non differibili;
E) polizze sanitarie integrative delle prestazioni erogate dal servizio sanitario nazionale.
Gli oneri per la concessione dei benefici di cui agli articoli son sostenuti mediante utilizzo delle disponibilità già previste, o per le medesime finalità, da precedenti norme di legge o di contratto collettivo nazionale, nonché, per la parte non coperta da tali risorse, mediante utilizzo quota parte dei fondi per le risorse decentrate.