Ci ha particolarmente interessato e favorevolmente colpito l’intervento del Rappresentante degli Studenti che di seguito riportiamo, senza commento:
Michele Moretti rappresentante studenti ISM Pergolesi
In qualità di rappresentante degli studenti del Pergolesi, esprimerò la mia condizione ed il mio pensiero, secondo la mia personale esperienza e quella di coloro con cui ho potuto dialogare.
Spero pertanto di parlare anche in vece di tutti gli studenti miei coetanei sparsi per il paese.
Tempo fa feci una scelta molto ardua, che determinò il corso della mia vita sino ad oggi, conscio delle difficoltà che avrei affrontato per raggiungere la fine del percorso.
Ora, quella certezza della validità del mio diploma, ma l’incertezza del destino del Pergolesi e degli altri istituti, sento di abbandonare la nave che affonda e di imbarcarmi su una scialuppa di salvataggio che affonda a sua volta.
Una volta fuori di qui, sarò nel marasma burocratico e legislativo che mi garantirà precariato a vita, e per questa mia situazione, che riguarda una intera generazione di illusi e disillusi, ritengo di dover ringraziare le generazioni passate.
Ringrazio i grandi gruppi sociali che si mossero negli anni ’70 per i diritti allo studio e al lavoro, e che oggi ci lasciano un mondo peggiore di quello che vollero combattere.
Ringrazio i burocrati, politici e baroni delle istituzioni scolastiche, musicali e politiche in genere, che in nome degli interessi di alcuni hanno cancellato il futuro dei giovani, chiedendo loro infiniti sacrifici e spillando loro denaro senza mai farli approdare alla meta agognata.
Ringrazio i califfi delle istituzioni che hanno creato danni per rimediare ai danni di altri, costruendo un groviglio di leggi e sistemi paradossali e nocivi, che dissipano i talenti, le energie e le aspettative di migliaia di individui.
Con la Conferenza di oggi, alla presenza degli istituti che, come noi, versano in gravi condizioni economiche ho flebile speranza che il sistema educativo in genere nel mio paese possa ricevere un influenza positiva, invertendo il meccanismo perverso e caotico di cui ora è vittima. Spero oggi di dare voce alle migliaia di studenti e precari che, come me, sono preoccupati, demotivati, e più assorbiti dalle preoccupazioni burocratiche ed escamotage per sbarcare il lunario, piuttosto che dagli studi musicali che dovrebbero riguardarli.
I nostri movimenti di oggi, al di là della legittima e sacrosanta lotta per il lavoro e il diritto allo studio, dovrebbero avere più ampia ispirazione. Mi preoccupo non solo per la musica e la formazione musicale del mio paese, ma per il mio paese stesso. Un paese meraviglioso, ammirato e imitato nel mondo per cultura, arte, innovazione, paesaggi e bellezze, che muore. Ricerca scientifica parità dei sessi e cultura artistica rappresentano, a mio avviso, la felice conseguenza di una civiltà al suo massimo splendore; e proprio la loro estinzione che ora è in corso dovrebbe allarmarci del declino che il paese e la sua cultura stanno vivendo. Se le generazioni che ci hanno preceduto tengono un poco al loro paese, per favore che non si lascino sfuggire le nuove generazioni, le quali si allontanano dai loro legami culturali, rinnegandoli, e sono costrette sempre più spesso a lasciare con dolore il paese in cui sono cresciute.