Ieri alle ore 15,30 si è svolto l’incontro al Mur sul Settore AFAM.
Il Ministro Manfredi, dopo aver portato un breve saluto e augurando buon lavoro, ha abbandonato la riunione.
Durante l’incontro è stata preannunciata per l’ennesima volta la presentazione in tempi brevi di un disegno di legge delega relativo alla governance delle istituzioni AFAM e al potere di vigilanza del MUR sulle istituzioni.
L’incontro, che si è svolto dopo la proclamazione dello stato di agitazione da parte delle organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL del comparto “Istruzione e Ricerca”, non era finalizzato ad attivare azioni di raffreddamento del conflitto in corso. Non a caso sono state invitate tutte le organizzazioni sindacali di comparto comprese quelle non firmatarie del contratto nazionale. Abbiamo stigmatizzato questo comportamento dell’amministrazione e denunciato l’assenza pressoché totale di strutturate e continuative relazioni sindacali.
Abbiamo elencato puntigliosamente le motivazione che sono alla base dello stato di agitazione:
a) linee di indirizzo e i criteri per la tutela della salute nell’ambiente di lavoro;
b) contratto collettivo nazionale decrentrato per la mobilità del personale per l’a.a. 2020/2021;
c) assunzioni a tempo indeterminato del personale docente e tecnicoamministrativo, docenza di seconda fascia, statizzazioni ISSM e Aba Storiche L.R., incarichi a tempo determinato, graduatorie nazionali, ecc.;
d) criteri generali di ripartizione del fondo di cui all’art. 72 del CCNL del 16/2/2005 tra i singoli Istituti, nel rispetto della disciplina ivi prevista;
e) criteri generali di ripartizione delle risorse per la formazione del personale nel rispetto degli obiettivi e delle finalità definite dall’amministrazione;
f) la costituzione presso il MUR dell’Organismo Paritetico per l’innovazione AFAM non ancora attivato ai sensi dell’art. 9 del CCNL Istruzione e Ricerca del 18 aprile 2018.
Le motivazione addotte dall’amministrazione, ossia che tutte le difficoltà discendono dai gravi ritardi nella costituzione della macchina amministrativa del Ministero e la consueta promessa di avviare a breve tavoli di confronto con i sindacati, ci appaiono deboli, poco comprensibili per chi lavora quotidianamente nelle istituzioni, in sostanza gravi perché ripetuti per la terza volta senza che in questi mesi sia cambiato niente.
Per questo motivo lo stato di agitazione rimane confermato: in mancanza di precisi impegni e di convocazioni sui temi sopra esposti entro la prima decade di settembre, saranno attivate ulteriori azioni di protesta non escludendo la proclamazione dello sciopero del settore.
LE SEGRETERIE NAZIONALI