Con il D.L. n. 145/23, si riconosce “Nelle more della definizione del quadro finanziario complessivo relativo ai rinnovi contrattuali per il triennio 2022-2024, per il personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato dipendente dalle amministrazioni statali, in via eccezionale, l’emolumento di cui all’articolo 1, comma 609, secondo periodo, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, nel mese di dicembre 2023 è incrementato, a valere sul 2024, di un importo pari a 6,7 volte il relativo valore annuale attualmente erogato, salvi eventuali successivi conguagli…”… ”3. Le amministrazioni di cui all’articolo 48, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 possono erogare al proprio personale dipendente a tempo indeterminato l’incremento di cui al comma 1 con le modalità e nella misura di cui al medesimo comma 1 con oneri a carico dei propri bilanci”.
Cosa vuol dire esattamente per il personale delle nostre Università e Enti di Ricerca?
Si potranno riconoscere questi incrementi se le Amministrazioni stanzieranno tali risorse prendendole dai propri bilanci.
Riteniamo che se si fosse voluto garantire un aumento delle buste paghe il dettato normativo avrebbe dovuto prevede l’obbligatorietà delle amministrazioni e non fare il “Ponzio Pilato” lasciando arbitrarietà alle amministrazioni.
L’anticipo consisterebbe in un aumento di 6,7 volte dell’indennità di vacanza contrattuale per i dipendenti pubblici, ovvero un aumento del 3,35%, che equivale a una somma mensile compresa tra € 50 e € 149 a seconda delle qualifiche. Importo che andrebbe moltiplicato per le tredici mensilità, pagate tutte insieme.
La UIL chiede a tutte le Amministrazioni di erogare l’aumento così come previsto con D.L. 145/2023.
La Segreteria Nazionale