Più che giornata dovremmo definirla “nottata” visto che questa volta l’annuale appuntamento di Confindustria con imprenditori, istituzioni e ricercatori si è svolto in uno studio televisivo della RAI dalla mezzanotte alle due (sic!) all’interno di uno Speciale di TV7 diretto dalla giornalista Monica Maggioni.
Segno di tempi di “vacche magre”? Necessità di contenimento di spesa anche per gli industriali? Speranza di arrivare ad un pubblico più vasto, magari attraverso il web? Paura dei “soliti tumultuosi” dediti alla contestazione del Ministro?
Tutte le risposte possono essere plausibili. Siamo abituati a partecipare con attenzione a questo annuale appuntamento e non possiamo certo nascondere sconcerto e delusione per una iniziativa che a differenza del passato non è riuscita ad apportare nessuna novità sostanziale ed ha offerto scarsi contributi all’approfondimento dei gravi problemi della ricerca italiana, pubblica e privata.
Diana Bracco, per Confindustria, ha sostanzialmente riproposto una strategia di sostegno del sistema privato basata sull’uso generalizzato del credito di imposta (sul modello di quanto in uso in Francia, Canada e Singapore) con controlli solo ex post. La stessa ha colto l’occasione per “sponsorizzare” l’EXPO 2015 (di cui è Presidente) come possibile vetrina per mostrare al mondo lo sforzo innovativo e le peculiarità produttive dell’imprenditoria nazionale.
Il Ministro Profumo, in intervista registrata, ha richiamato ancora l’attenzione sulla necessità di un maggiore sforzo sinergico per favorire una più qualificata internazionalizzazione e mettere in grado imprese ed istituzioni pubbliche di assorbire pienamente le potenzialità dei nuovi programmi europei 2014-2020. Il Ministro ha ricordato il progetto sui Clusters (1 mld di euro di finanziamento) e quello sulle “Smart Cities” (1 mld e 300 milioni di euro) come “azioni palestra” utili anche a formare ricercatori su procedure ed opportunità europee.
Il Presidente del CNR Luigi Nicolais ha sostenuto che la spesa per ricerca va considerata un investimento, che occorrono più ricercatori, che vanno valorizzati maggiormente i programmi svolti congiuntamente da imprese ed istituzioni pubbliche di ricerca.
Durante la trasmissione sono stati intervistati inoltre alcuni imprenditori che hanno illustrato le esperienze innovative delle rispettive aziende.
Come si vede nulla di nuovo sotto il cielo, semmai una voluta edulcorazione – con toni didascalici per una divulgazione di massa rivolta agli insonni – delle nubi minacciose che si insistono nei nostri settori in termini di ulteriore impoverimento, precarietà, riduzione delle opportunità, crisi oggettiva del profilo tecnologico del nostro sistema produttivo, il cui evidente declino non è certo arrestato dall’esistenza di alcune sparute aree di eccellenza innovativa.
Solo la riproposizione finale del messaggio del Capo dello Stato Giorgio Napolitano è servita a ricordare che il primario impegno di una nuova politica dovrebbe essere quello di “riservare, senza tagli lineari ma selezionando all’interno della spesa pubblica, una quota accresciuta e consistente di risorse agli investimenti in scienza, cultura, alta formazione, con priorità alla tutela e valorizzazione del nostro patrimonio scientifico, artistico, culturale e paesaggistico”.
La Segreteria Nazionale UIL RUA