Il Consiglio dei Ministri nella seduta del 5 ottobre 2020, ha approvato la Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF) 2020.
Dal Comunicato stampa si evince che: “la Nota definisce il perimetro di finanza pubblica nel quale si iscriveranno le misure della prossima legge di bilancio, che avrà come obiettivo quello di sostenere la ripresa dell’economia italiana nel triennio 2021-2023, in stretta coerenza con il prossimo Piano nazionale di ripresa e resilienza.”
Gli interventi saranno principalmente rivolti:
– a sostenere, nel breve termine e per tutta la durata della crisi da COVID-19, i lavoratori e i settori produttivi più colpiti;
– a valorizzare appieno le risorse messe a disposizione dal programma “Next Generation EU” per realizzare investimenti e riforme di vasta portata e profondità;
– ad attuare un’ampia riforma fiscale che migliori l’equità, l’efficienza e la trasparenza del sistema tributario riducendo anche il carico fiscale sui redditi medi e bassi, coordinandola con l’introduzione di un assegno universale per i figli;
– ad assicurare un miglioramento qualitativo della finanza pubblica, spostando risorse verso gli utilizzi più opportuni a garantire un miglioramento del benessere dei cittadini, dell’equità e della produttività dell’economia;
– a ricondurre l’indebitamento netto della pubblica amministrazione verso livelli compatibili con una costante e sensibile riduzione del rapporto debito/PIL.
Inoltre sempre dal Comunicato stampa si rileva che: “Per quanto riguarda la programmazione delle finanze pubbliche, per il 2021 la NADEF fissa un obiettivo di indebitamento netto (deficit) pari al 7 % del prodotto interno lordo (PIL). Rispetto alla legislazione vigente, che prevede un rapporto deficit/PIL pari al 5,7 %, si presenta quindi lo spazio di bilancio per una manovra espansiva pari a 1,3 punti percentuali di PIL (oltre 22 miliardi di euro). …Per gli anni successivi viene delineato un percorso di graduale rientro del rapporto, con l’obiettivo di riportare il debito della P.A al di sotto del livello pre-Covid entro la fine del decennio. ”
La UIL ha chiesto al Governo di prendere una posizione chiara sulla gestione delle importanti risorse che il Paese avrà a disposizione, tutte incluse: dalla legge di bilancio al Recovery Fund, fino al MES.
La Pubblica Amministrazione costituisce uno degli asset strategici per lo sviluppo del Paese e per farla ripartire compiutamente bisogna necessariamente cambiare rotta e tornare a investire su tutte le Pubbliche Amministrazioni, sulla Sanità, sulla Scuola, sull’Università e sulla Ricerca, riconoscendone il ruolo di volano dello sviluppo sociale ed economico.
Con le risorse della Next Generation è prioritario stimolare la buona azione dell’amministrazione pubblica sia nazionale che locale, con un piano finalizzato ad un forte rinnovamento teso all’efficienza ed all’efficacia della spesa pubblica.
Occorre considerare i finanziamenti nella pubblica amministrazione quale una politica di precondizione allo sviluppo.
L’assenza di investimenti necessari per avviare il processo di ringiovanimento e rafforzamento della pubblica amministrazione, dopo anni contrassegnati dal blocco del turn over, ha prodotto una pubblica amministrazione “anziana”, in cui l’età media del personale è di 51 anni.
Per questo è necessario un grande intervento di rigenerazione amministrativa che preveda un piano straordinario di assunzioni, nella pubblica amministrazione sia centrale che locale che vada ben oltre il turn over ed un piano di formazione e aggiornamento degli attuali dipendenti.
Importante che in questo piano assunzionale si preveda il reclutamento di alte professionalità, destinate alla gestione di tutte le fasi del ciclo dell’investimento realizzato con i fondi della coesione europea e nazionale. E quando parliamo di rigenerazione amministrativa non possiamo non pensare ad un grande piano di digitalizzazione del nostro Paese. La digitalizzazione deve diventare uno dei principali asset strategici per l’utilizzo delle risorse della Next Generation con un piano di copertura della rete per tutto il territorio nazionale. La sfida dell’innovazione tecnologica e digitale del Paese ed in particolare della pubblica amministrazione (scuole, ospedali, ministeri, università, enti locali) è la base per ammodernare il Paese, con un piano finalizzato ad una forte azione di rinnovamento teso all’efficienza ed all’efficacia della spesa pubblica.
Ci stiamo battendo su più fronti, Governo, Ministero, Aran per affermare la necessità che, se è vero che i nostri settori giocheranno un ruolo strategico per il rilancio del Paese, questo non può non avvenire attraverso anche il rinnovo dei contratti e riconsegnando alla contrattazione competenze sull’organizzazione del lavoro per orientarne e accompagnarne le trasformazioni che le innovazioni stanno comportando. Il contratto collettivo non può che essere lo strumento più adatto e flessibile per guidare questo processo di ammodernamento e rilancio del sistema pubblico.
Rivendichiamo ancora una volta condizioni economiche e normative utili ad avviare, fin da subito, questo processo, anche attraverso il rinnovo del contratto collettivo nazionale.
La Segreteria Nazionale