Ad integrazione del comunicato diffuso ieri e facendo seguito a richieste di chiarimento pervenuteci dal personale, evidenziamo che anche grazie al confronto con le OO.SS., l’Amministrazione ha dato un’interpretazione di maggior favore per le lavoratrici e i lavoratori riconoscendo ed attivando “il lavoro a domicilio”, anche per tutti i dipendenti residenti nelle regioni limitrofe a quelle indicate nel DPCM.
In particolare e per maggior chiarezza, tutti i dipendenti che si trovano in queste tre condizioni:
• Personale che risiede e lavora in Lombardia, Veneto, Liguria, Piemonte, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna;
• Personale che lavora nelle suddette regioni ma risiede in altre regioni;
• Personale che risiede nelle suddette regioni ma lavora in altre regioni.
POSSONO RICHIEDERE L’ATTIVAZIONE DEL LAVORO A DOMICILIO (COD. COVID-19)
Pur riconoscendo le procedure straordinarie messe in atto dall’Amministrazione che risultano di maggior favore rispetto a quanto previsto dai Decreti fin qui emanati, tuttavia nei prossimi giorni torneremo a chiedere con forza l’attivazione, per tutto il personale dell’Ente, di quanto stabilito dal Decreto 81/17 agli artt. 18-23 ed espressamente richiamato dall’art. 3 della Direttiva della FP del 25.2.2020.
FLC CGIL Rosa Ruscitti |
FIR CISL Francesca Pagani |
Federazione UIL SCUOLA RUA “Ricerca Università Afam” Coordinamento Nazionale CNR Mario Ammendola |