domenica 30 Giugno 2024

CREA: Le verità sospese – Molte promesse e tante incertezze

In un gioco delle parti il CREA ed il Ministero si rimpallano responsabilità delle azioni di un ente di circa duemila dipendenti che ha un costo per il personale di oltre 120 milioni di euro.
Nella giornata di ieri siamo stati ad ascoltare le misure intraprese dal CREA per il risanamento finanziario e l’assetto che si intende dare all’Ente.
L’incontro programmato tra le OO.SS., il Commissario straordinario e il Direttore Generale ha avuto il seguente ordine del giorno:
1. Articolazione del bilancio di previsione 2020;
2. Iniziative connesse alla stabilizzazione del personale;
3. Misure per la riduzione degli oneri di locazione e per la ristrutturazione delle sedi di proprietà.

Punto 1: il Commissario ha informato che, avendo avuto il Decreto della sua nomina il 28/1, il Bilancio di previsione 2020 è stato inviato il 14/02 al Collegio dei Revisori dei Conti che entro lunedì 2 marzo esprimerà o meno l’approvazione. Il Direttore Generale f.f. ritiene che i tempi di approvazione definitiva potrebbero essere gli stessi dello scorso anno, quindi a maggio.
Nel complesso sono previste circa 125 milioni di euro di spese per il personale comprensive del costo delle stabilizzazioni dell’anno 2020. Tale importo è superiore al Fondo di finanziamento ordinario, per cui, le spese di funzionamento, ammontano a solo circa € 48 milioni, in decrescita dopo le assunzioni. Il Commissario ha comunicato che il bilancio preventivo prevede il costo di tutta l’attuazione del piano di fabbisogno previsto dalla delibera 113/2018 e che il tutto è condiviso con il Ministro che ha assicurato la continuità di finanziamento nel tempo dei grandi progetti Mipaaf, permettendo al CREA di rendicontare il personale a TI su detti progetti di ricerca e mantenendo il finanziamento ordinario. Tale meccanismo è consentito dal d.lgs. 218/2016. Nel tempo si costituirà di nuovo un fondo vincolato per il personale. Tutto ciò presupponeva tuttavia la necessità di evitare sui progetti l’attivazione di contratti a termine che potrebbero generare nel tempo ulteriori diritti a processi di stabilizzazione. Alle rimostranze delle OO.SS., che hanno fatto notare come sia difficile portare avanti sempre più progetti di ricerca con la stessa numerosità di personale, il Commissario ha specificato che se necessario il progetto potrà continuare ad assumere personale a TD.
Le OO.SS. hanno richiesto una copia del bilancio approvato per informativa come previsto contrattualmente. Infatti non conoscendo nel dettaglio il Bilancio le OO.SS. intendono accertarsi che non siano a rischio le attività di ricerca e il finanziamento dei Centri per il funzionamento ordinario, per la manutenzione e la sicurezza delle strutture.
Punto 2: siamo stati informati delle procedure da concludere per la stabilizzazione del personale, così come sono state inserite in bilancio allargando il discorso a tutto il piano di fabbisogno del personale. In particolare, il percorso individuato dal Commissario e concordato con il Ministero prevede:
– nr. 22 assunzioni al 1 luglio del personale comma 1 non prioritario, per una spesa semestrale massima prevista di 528.000 euro;
– nr. 34 assunzioni al 1 luglio del personale comma 2 elenco 1, per una spesa semestrale massima prevista di 887.000 euro;
– nr. 98 progressioni di livello II-I come da delibera 113 del 2018 sul fabbisogno del personale, per una spesa semestrale massima prevista di 700.000 euro;
– nr. 18 unità di III liv. Ric/Tecn attraverso scorrimento di graduatorie esistenti, sempre rispetto all’applicazione della suddetta delibera, in applicazione del 50% a concorso esterno previsto dalla Legge Madia sul comma 2, entro settembre -data di scadenza delle graduatorie;
– nr. 6 Funzionari da Amministrazione con assunzione da concorso pubblico in itinere;
– nr. 69 assunzioni comma 2 elenchi 2 e 3 entro l’anno, per una spesa mensile massima prevista di 300.000 euro.
L’Amministrazione ha poi informato che gli stabilizzandi inclusi negli Elenchi comma 2, ma già assunti a valere sul comma 1 da gennaio 2019 o comunque in ruolo presso altre pubbliche amministrazioni, saranno dichiarati decaduti per effetto interpretativo di una sentenza del Consiglio di Stato a cui il CREA intende attenersi.
Questo percorso sarà oggetto di un decreto del Commissario da firmare dopo l’approvazione del bilancio 2020, presumibilmente la prossima settimana.
Le OO.SS. hanno ribadito la necessità di prendere in considerazione anche le graduatorie attive di concorsi a tempo indeterminato dei I e II livelli il cui utilizzo comporterebbe da un lato un risparmio rispetto all’accesso dall’esterno e dall’altro darebbe un segnale di ulteriore sviluppo professionale rispetto a quanto già previsto nel piano di fabbisogno del Personale.
Le OO.SS. hanno preso atto del percorso delineato nel piano di fabbisogno rispetto allo sviluppo professionale di Ric/Tecn evidenziando sulle progressioni di livello la necessità, come si era già discusso in passato, di discutere della distribuzione dei posti tra i Centri (la proposta portata allora era errata nei calcoli) e delle schede di valutazione per Ricercatore e Tecnologo, anche per una preventiva applicazione dell’art. 65 (passaggio tra profili, su cui andrebbe da norma attivato un Comitato permanente). Su questi temi si è richiesto un incontro specifico.
Allo stesso modo andrà affrontata l’applicazione già richiesta dell’art. 52 (passaggio tra profili liv. IV-VIII).
Inoltre è stato ricordato che l’applicazione della legge Madia in termini di assunzioni da concorsi non prevede simultaneità, quindi la programmazione può essere più ragionata e prevista successivamente alle ultime assunzioni che saranno effettuate entro l’anno. Infine, in merito alla richiesta di assumere gli operai agricoli, come peraltro indicato nel piano di fabbisogno, è stato riferito che attualmente non ci sono risorse in bilancio, ma che comunque non vi è chiusura totale.
Punto 3: in relazione alle misure per la riduzione degli oneri di locazione e per la ristrutturazione delle sedi di proprietà, il Commissario ha comunicato che la ricerca di immobili di Enti pubblici su Roma ha dato ancora esito negativo e, prima di passare alla ricerca di mercato, è necessario essere più che certi che non ci siano soluzioni alternative utilizzando le sedi già di proprietà. Ha spiegato che sulle sedi romane l’Ufficio del patrimonio ha dichiarato possibile lo spostamento dell’Amministrazione Centrale presso la sede del CREA-AA di via della Navicella e il conseguente spostamento del CREA-AA presso il CREA-AN in via Ardeatina, ma si tratta solo di valutazioni “volumetriche”, per cui il Commissario ha richiesto all’Ufficio un vero e proprio studio di fattibilità. Per il Centro CREA PB si prospetterebbe un nuovo ritorno nei locali della ex sede di Via Barberini. Se la strada fosse percorribile, il CREA potrebbe risparmiare i 25 milioni capitalizzati da precedenti dismissioni per effettuare ristrutturazioni straordinarie nelle sedi che necessitano ampliamento e/o ristrutturazioni. Le OO.SS. sono rimaste sconcertate nell’apprendere la posizione dell’Ufficio del patrimonio, poiché un anno e mezzo fa si erano prodotte relazioni tecniche molto dettagliate che fecero considerare “infattibile” questo doppio trasferimento. Il Direttore ha risposto a queste rimostranze con la considerazione che “l’Amministrazione centrale non può rimanere in via Po”. Il Commissario ha concordato comunque di riparlare della questione dopo che avrà visto le relazioni già prodotte (che gli sono state consegnate) e quando avrà lo studio di fattibilità. Le OO.SS. hanno chiesto che siano indicati anche i costi: dei traslochi, della ristrutturazione e adeguamento di CREA-AN per ospitare i laboratori e il personale del CREA-AA, di adeguamento di via della Navicella per ospitare tutta l’Amministrazione centrale, di ristrutturazione e adeguamento dove allocare PB e della mancanza di ricavi dei progetti in corso che andrebbero a bloccarsi in fase di trasferimento. Tale scelta non è condivisa in alcun modo dalle OO.SS. per la evidente impraticabilità di un eventuale e per il momento solo prospettato trasferimento. È stato ribadito che ogni spostamento/trasloco comporta una sospensione dell’attività di ricerca che non è accettabile per i ritardi e ricadute che comporta sui progetti e relativi impegni presi con partner istituzionali ed europei.
In merito alle sedi lombarde il Commissario ha spiegato che la sede IT di Milano necessita di importanti ristrutturazioni per circa 1 milione di euro. Al contempo, vi è un protocollo di intesa del 2018 con il Parco Tecnologico Padano che prevede attività progettuali in comune concentrate su una sede, quella del Parco. Inoltre, l’allora direttore generale di ISMEA Dott. Borriello era fortemente interessato alla creazione di una scuola per casari nel Lodigiano. Il Commissario si è detto consapevole che il Parco appartiene ad una SRL fortemente indebitata e a rischio di fallimento, per cui la questione dell’acquisto va analizzata con particolare attenzione seguendo le indicazioni del tribunale fallimentare. In sostanza la proposta del Commissario sarebbe di spostare tutte le sedi Lodigiane e di Milano presso il Parco tecnologico, da acquistare per circa 8 milioni di euro, vendere la sede di Milano (stima di almeno 15 milioni di euro), vendere la sede di Lodi a via Lombardo e mantenere quella di via Piacenza per fare la scuola dei casari con ISMEA (che vuole la scuola e finanzierebbe la ristrutturazione). Il Mipaaf, nella persona dell’attuale capo di gabinetto dott. Borriello, è d’accordo con tale soluzione! Il Commissario ha parlato di un possibile guadagno netto di 7-8 milioni che potrebbero anch’essi essere usati per le ristrutturazioni. Le OO.SS. si sono dette estremamente preoccupate che siano fatte scelte non abbastanza ponderate, senza analizzare a fondo i costi, che potrebbero essere molto elevati (sicuramente milioni di euro, vanificando quel presunto guadagno netto) legati ai molteplici trasferimenti di interi laboratori e serre, ai costi di ristrutturazione e adeguamento del Parco tecnologico, senza contare i danni collaterali, quali i costi già sostenuti per la ristrutturazione della sede di CREA-DC, i mancati introiti dei progetti finanziati che si bloccherebbero e i problemi a carico del personale (parliamo da Milano di uno spostamento di circa 50 km). Anche sulle sedi lombarde, aspettiamo dal Commissario un piano di fattibilità più dettagliato con risposte alle questioni poste.
Tra le varie ed eventuali, si è chiesto di riprendere il ciclo di contrattazione (mancano tutti gli accordi 2019 e la certificazione del trattamento accessorio dei livelli IV-VIII 2018) e quanto è residuato negli anni precedenti sui fondi per la formazione e dei benefici socio-assistenziali che non possono andare in economia.
Inoltre le OO.SS. hanno chiesto di applicare le misure di prevenzione del Coronavirus in materia di lavoro agile come da DPCM non solo nelle zone rosse, ma anche in quelle a rischio, come da decreto, in quanto essenziale per la prevenzione del contagio (a Milano, ad esempio).
Infine, si è preso atto che non sono state ascoltate le osservazioni delle OO.SS. sulla organizzazione dell’Amministrazione centrale, che è stata deliberata senza modifiche sostanziali. A breve ci sarà l’assegnazione dei Servizi ai dirigenti con qualche rotazione.
Il direttore ha chiesto un incontro informale per discutere delle questioni ancora aperte sull’orario di lavoro e le OO.SS. si sono dette disponibili.
La prossima riunione è fissata per il prossimo 12 marzo e avrà come oggetto le schede di valutazione per l’art.65 e passaggi di livello per Ric/Tecn e gli accordi di contrattazione da siglare. CGIL CISL UIL hanno incontrato in data odierna alcuni Deputati per mettere in evidenza lo stato di crisi istituzionale e le questioni riguardanti la tutela della attività e delle strutture di ricerca. In attesa della certificazione del bilancio di previsione (2/03) permane lo stato di agitazione ma viene annullato il presidio unitario del 3 marzo.

FLC CGIL
Giampiero Golisano
FIR CISL
Rita Cetorelli
Federazione UIL SCUOLA RUA
“Ricerca Università Afam”
Mario Finoia

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