Come è noto dallo scorso 1° gennaio 2017 il CREA è entrato in gestione provvisoria. Le ragioni di questo provvedimento sono note. A seguito della mancata approvazione dello Statuto entro il termine del 31 dicembre 2016, provvedimento atteso da mesi, nonché della contestuale scadenza del mandato del Commissario Straordinario e la mancata approvazione del Bilancio preventivo 2017, è d’obbligo, in termini di legge la gestione provvisoria riferita al 2016.
Tale situazione concretamente significa, per tutte le Strutture, il blocco delle attività con la contestuale impossibilità per i Direttori di struttura di procedere alla sottoscrizione di accordi, ordini di servizi, forniture e contratti di lavoro a termine, con la sola possibilità, in casi di estrema urgenza, di affidare l’adozione di eventuali provvedimenti esclusivamente all’Amministrazione centrale, contestualmente non sono possibili acquisizioni di progetti di ricerca. Il tutto con una ricaduta pesantissima in termini svolgimento delle attività istituzionali e di credibilità dell’Ente.
Come già avvenuto in passato in situazioni analoghe, pur in presenza di risorse economiche, l’aspetto più preoccupante è prima di tutto la mancata sottoscrizione di nuovi contratti, rinnovi e/o proroghe nei confronti del personale precario.
Una situazione GRAVISSIMA lesiva dell’immagine del CREA e delle professionalità che esprime, ma soprattutto inaccettabile perché è del tutto evidente che la responsabilità è pienamente nelle mani del Governo e dei Ministri Martina (MIPAAF) e Padoan (MEF) che non hanno espresso il proprio parere di competenza nei termini previsti consegnando all’incertezza più totale uno dei più grandi e importanti EPR.
E’ molto probabile che nelle prossime ore questa situazione di stallo istituzionale sia superata con la firma dei relativi provvedimenti, tuttavia il segnale è fortemente negativo per il futuro di questo ente. Tale valutazione largamente condivisa dal Personale trova conferma sotto diversi aspetti.
In primo luogo se è certo che il 2017 sarà l’anno di transizione per l’attuazione del nuovo Piano di Riorganizzazione basato su 12 nuovi Centri non è chiaro con quali
criteri saranno assegnati i relativi incarichi di Direzione temporanea di dette strutture.
In secondo luogo, il tema delle risorse.
Ad oggi dei famigerati 21 mln di Euro previsti dall’ultima Legge di Stabilità a carico del CREA per un programma triennale straordinario di ricerca non c’è traccia nonostante molte strutture abbiano presentato corposi programmi di attività, come non c’è traccia di altre iniziative promesse.
Quindi a poco più di un anno dal termine di EXPO 2015, nel corso del quale lo stesso Ministro Martina non aveva mancato di richiamare la centralità del settore agro-alimentare, il CREA che dovrebbe essere punto di riferimento per le politiche di innovazione di processo e di prodotto in questo settore centrale dell’economia nazionale, appare invece marginale al punto che lo consegna ad una dannosa quanto inutile gestione provvisoria per non aver rispettato la tempistica da lui stesso individuata.
Sciatta e disattenta gestione delle istituzioni? Calcolo politico in vista delle future nomine di Presidente, Consiglio di Amministrazione e Direttore Generale?
Difficile dirlo con certezza.
Quello che appare sempre più chiaro, anche alla luce della stessa gestione del CREA in questi due anni, è che le compatibilità economiche valgono solo per il personale, Scientifico, Tecnico e Amministrativo di ruolo e precario, come appare chiaro nelle relazioni sindacali e nella gestione verticistica di una comunità scientifica complessa e articolata come quella che esprime il CREA.
Ancora una volta il legame con l’autorità vigilante si dimostra deludente e mortificante, contrariamente a quanto dovrebbe essere. In una fase così delicata, soprattutto nel rapporto esterno con altri soggetti pubblici e privati dove è sempre più forte e marcata la concorrenza per l’accesso alle risorse ai diversi livelli (regionali, nazionali e internazionali) la comunità scientifica è lasciata in perfetta solitudine.
Per queste ragioni il Presidio del 24 gennaio è in primo luogo l’occasione per esprimere il dissenso di tutti i lavoratori, la difesa del personale TUTTO, di ruolo e precario e l’avvio di un nuovo corso nella gestione del CREA in linea con i principi espressi dal DL 218/2016 in materia di semplificazione delle attività degli EPR.
FLC CGIL Massimo Morassut |
FIR CISL Rita Cetorelli |
UIL RUA Mario Finoia |