giovedì 26 Dicembre 2024

INEA e spending review

Nell’ambito dell’inspiegabile accanimento del Governo verso gli enti pubblici di ricerca, si sono venute a creare alcune situazioni a dir poco paradossali, e quella dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria, vigilato dal Suo Dicastero, è emblematica.

L’INEA ha da sempre ricevuto dal MIPAAF un finanziamento ordinario molto al di sotto delle sue necessità strutturali e, con largo anticipo rispetto ad altri EPR (anni ’90), i suoi ricercatori/tecnologi hanno avviato un’attività di supporto e consulenza alle istituzioni agricole a tutti i livelli per reperire fondi. Questa scelta strategica ha portato l’ente a crescere molto negli ultimi 20 anni e ad avere comunque periodiche carenze di cassa dovute ai ritardi nei pagamenti da parte dei soggetti finanziatori e all’esiguità del contributo dello Stato che neanche ai livelli odierni riesce a “tamponare” le crisi di liquidità. Crediamo Le sia noto il grave problema di cassa in cui l’ente è incorso nel novembre scorso, che ha causato un ritardo nei pagamenti degli stipendi, e la – a dir poco fantasiosa – operazione di cessione dei crediti in cui si è cimentata la Direzione generale.

Come è possibile quindi far sostenere ad un Istituto già in affanno un taglio del finanziamento statale così alto, pari, nel 2012, al 22% del finanziamento 2011 e, nel 2013, al 58%? Questa scelta si somma ai tagli che gli EPR vigilati dal MIPAAF hanno già subito da parte dei precedenti Governi. Inoltre si evidenzia che l’INEA ha subito una riduzione del finanziamento che corrisponde al 42% dell’intero taglio che il MIPAAF ha realizzato ai propri EPR: perché questa sproporzione nei confronti di un ente che ha una pianta organica che è pari all’8% degli altri enti messi insieme?

Quale strategia c’è dietro queste scelte? Né i sindacati, né la comunità scientifica dell’ente, pur avendolo richiesto, è stata mai da Lei convocata e messa a parte dei progetti del MIPAAF relativamente ai destini dell’ente che pure è stato ed è di grande utilità per il Suo Dicastero da tanti punti di vista.

Peraltro, ad una gestione attuale dell’Istituto secondo noi criticabile per scelte non condivise e non condivisibili, si sta aggiungendo una spending review che penalizza soprattutto la struttura interna. Se invece una riorganizzazione prevedesse la scelta dei vertici dell’Istituto fra i dipendenti dell’ente con profilo dirigenziale e/o della ricerca – a parte il Presidente e una parte del Consiglio di amministrazione individuati nell’ambito della comunità scientifica di riferimento – si avrebbe almeno la doppia valenza di marcare l’autonomia dell’ente e di ridurre comunque i costi diretti diminuendo in particolare l’influsso negativo, anche da un punto di vista finanziario, di scelte fatte dalla politica al di fuori di ogni requisito minimo.

Pertanto, la UIL RUA chiede che la riduzione del finanziamento venga annullata e che si avvii un percorso di riordino dell’Istituto che promuova un maggior coinvolgimento della struttura interna ed un rafforzamento della mission scientifica.

UIL RUA – Sonia Ostrica

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