venerdì 27 Dicembre 2024

La UIL RUA scrive al MIPAAF chiedendo che l’ex ENSE venga accorpato al CRA e gli enti vigilati vengano scorporati dalla spending review in fase di conversione del decreto

L’ENSE (Ente Nazionale Semenze Elette) era già stato incorporato all’INRAN con l’art 7 comma 20 D Lgs 31 maggio 2010 n. 78.

A distanza di due anni viene nuovamente scorporato con il decreto legge 95 “spending review” e destinato a confluire nell’Ente Nazionale Risi, che non è un ente di ricerca come era l’ex ENSE e l’INRAN cui era stato già accorpato.

Non è facile comprendere le ragioni per le quali un unico ente, l’INRAN, viene suddiviso nelle sue ex componenti (ex INRAN, destinato a confluire nel CRA, ENSE accorpato all’Ente Risi e INCA, soppresso) e disaggregato a soli due anni dalla sua fusione.

I sindacati sono stati convocati dal Sottosegretario senza nessuna indicazione sui progetti del MIPAAF relativamente ai destini degli enti di ricerca vigilati, che pure sono stati e sono di grande utilità per il Suo Dicastero da tanti punti di vista.

Peraltro la confluenza di un ente controllore (ex ENSE) in un ente controllato (Ente Nazionale Risi) lascia molti dubbi sulla correttezza dell’ottica, che appare meramente ragionieristica mentre in un’ottica di politica economica il mantenimento di specifiche competenze ha effetti moltiplicativi estremamente rilevanti (per quanto non sempre facilmente quantificabili) per l’economia di tutto il Paese.

Sarebbe stata più comprensibile la confluenza dell’ex ENSE nel CRA, come previsto per l’ex INRAN, richiesta che rappresentiamo al MIPAAF come correttivo del decreto in fase di riconversione.

Il settore ricerca può essere visto come costo, ma è in realtà un investimento, senza considerare che non possiamo chiedere alle nostre comunità scientifiche l’eccellenza senza garantire loro le risorse e la stabilità necessaria per raggiungerla e mantenerla.

Chiediamo al MIPAAF di adoperarsi comunque per stralciare gli enti pubblici di ricerca da esso vigilati dagli interventi previsti nel decreto di spesa, aprendo un confronto serio con le parti sociali e le comunità scientifiche per la definizione, condivisa, di una strategia per il rilancio del settore.

Come infatti da tutti dichiarato, ma da nessun governo negli ultimi decenni praticato, il settore della ricerca e dell’innovazione tecnologica, assieme a quello dell’alta formazione universitaria, dovrebbero essere motore dello sviluppo per favorire la crescita, mentre gli enti di ricerca in particolare subiscono regolari quanto incomprensibili attacchi e tagli lineari, con effetti dubbi sul risparmio e sull’efficacia del Sistema Paese. A distruggere basta un decreto: ma ricostruire competenze ed efficacia è un percorso lungo e difficile che l’Italia, soprattutto nel contesto odierno, non può permettersi.

UIL RUA – Sonia Ostrica

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