Dopo l’ultimo incontro in cui si sono interrotte le trattative del 14/7/2019, le parti si sono riviste lo scorso 14 ottobre per un’informativa ai sensi dell’art. 5 del CCNL Istruzione & Ricerca. L’argomento molto caldo della riunione è stato l’esito dell’ispezione del MEF, Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, che si è tenuta presso l’Enea nel periodo che va dal 4 febbraio al 1° marzo 2019, dalla quale emerge un quadro drammatico per la situazione complessiva dell’Ente.
Oltre 100 pagine di rilievi e commenti, una teoria di argomenti di varia gravità, alcuni grotteschi se non fosse per la drammaticità delle conseguenze che ne potrebbero scaturire per i lavoratori, su materie come l’ordinamento (statuto e regolamenti), l’organizzazione del lavoro, la contrattazione e il contratto collettivo nazionale di lavoro, gli aspetti previdenziali e di welfare, le infrastrutture dell’ente. Un documento che non ci è stato consegnato integralmente ma, come da prassi Enea, in una sua sintesi parziale, nel senso che riguardava solo i rilievi di pertinenza della direzione del personale, lasciando intendere l’esistenza di altri rilievi di pertinenza di altre direzioni, con vari “omissis” in mezzo.
Sbalorditiva la linea difensiva dell’Ente, tutta piegata dalla necessità di salvare la faccia del vertice e mai protesa a difendere con convinzione l’Ente nel suo complesso, ovvero la sua storia, la sua professionalità, la sua autonomia, i suoi lavoratori. Quasi a dimostrare che lo scalpo dei “trasporti aziendali” per le sedi delocalizzate, uno degli argomenti dell’ispezione, potesse bastare per giustificare tanta veemenza e pervasività da parte degli Ispettori; o per giustificare un’ispezione che finisce per travolgere tutto, anche ovvie applicazioni contrattuali che sono state certificate più e più volte dai vari organi di controllo quali Corte dei Conti, RGS, Dip. Funzione Pubblica, ARAN. Rilievi che se fossero fondati smonterebbero le applicazioni contrattuali fatte da oltre 20 anni a questa parte in tutti gli enti di Ricerca. Per non parlare delle risorse del cosiddetto efficientamento organizzativo con cui si è giustificato un incremento dei fondi per la contrattazione nel 2015, fiore all’occhiello dell’allora commissario, ancora una volta messe in discussione e per le quali già l’Ente si appresta solerte all’ennesimo taglio di oltre 175.000 dal fondo dei soli ricercatori e tecnologi. Di fatto obbligando le parti a ricominciare l’intera trattativa sul contratto integrativo, avviata nei mesi scorsi, dovendo ridefinire i fondi e come ripartire i conseguenti tagli che ne deriverebbero.
Dov’è finito il furore e la sicumera dei tempi andati? E se a questo si aggiungono le incerte notizie sul DDT di cui non discutiamo la validità scientifica, sicuramente di rilievo, ma la scelta di accendere un oneroso mutuo per finanziarlo e i procedimenti disciplinari in corso a carico di propri dirigenti di primissimo piano, emerge un quadro di forte preoccupazione per il futuro dell’Ente, per i suoi lavoratori.
Ora l’Enea ha 120 giorni per le controdeduzioni alla massiccia documentazione inviata dal MEF, che speriamo possano essere all’altezza dello scontro e che non si risolvano nell’ennesima penalizzazione per i suoi lavoratori con taglio ai salari, ai benefici assistenziali e sociali, alle infrastrutture aziendali, nel rinvio della conclusione delle trattative per il contratto integrativo 2016-2018.
Esprimiamo questa preoccupazione perché l’unica linea difensiva interna che ci è parso di cogliere sull’ispezione è stata quella di “ignorare” i rilievi pesanti sulla sovrapposizione fra compiti di indirizzo politico e gestionale (reiterata nell’ultima versione dello statuto pubblicato sul sito del MISE), e di come “cautelare” dal rischio di danno erariale i propri dirigenti responsabili, ma non quella di difendere l’Ente, la sua autonomia, la professionalità dei i suoi lavoratori. Mentre l’Ispra si appresta ad applicare l’art. 15 per l’avanzamento di carriera dei suoi ricercatori e tecnologi, l’Enea si attrezza per capire come recuperare i soldi in busta paga, erroneamente erogati secondo i rilievi degli ispettori del MEF. Nello stesso periodo anche CNR e ISPRA hanno avuto analoghe ispezioni dei Servizi Ispettivi di Finanza Pubblica della RGS, da cui sono emersi rilievi leggeri e facilmente superabili. Come mai questa eclatante differenza fra gli enti nelle conclusioni della Ragioneria dello Stato? Noi pensiamo che la professionalità e la serietà dei lavoratori Enea sia qualitativamente la stessa degli altri enti: perché allora solo all’Enea tanto clamore e tanto disastro?
Confermiamo quindi la volontà di applicare, quanto prima, gli istituti contrattuali attesi da tutto il personale e quindi la necessità di riprendere con urgenza il tavolo di trattativa. Confermiamo le iniziative già a suo tempo decise e diffidiamo l’Ente dal mettere le mani sulle buste paga e sui servizi dei lavoratori.
In vista della riunione del 22 e dei prossimi incontri in calendario, sottolineiamo l’urgenza di fare chiarezza sull’applicazione delle disposizioni relative al lavoro agile ed al telelavoro, nonché di prevedere all’interno del prossimo piano di fabbisogno, adeguati strumenti per la valorizzazione del personale, con particolare attenzione a ricercatori e tecnologi.
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