sabato 28 Settembre 2024

Polizza copertura spese sanitarie dipendenti ENEA (convenzione CASPIE)

Com’è noto l’ENEA impegna annualmente dal capitolo di spese riferito ai benefici sociali ed assistenziali per i dipendenti (Cap. 220) un milione e seicentomila euro per l’argomento di cui in oggetto.

La CASPIE , con la quale l’ENEA ha firmato, dopo successivi accordi annuali, una convenzione triennale, con scadenza al 31/12/2012 incassa inoltre, ogni anno per quanto a nostra conoscenza, ulteriori 900.000 euro circa, che i dipendenti dell’agenzia versano alla “cassa” per fornire analoga copertura ai propri familiari.

Il rapporto ormai pluriennale con CASPIE nacque, con accordo sindacale, per adesione dell’ENEA ad un “piano assicurativo” esistente presso altra pubblica amministrazione, non fu necessario dunque, alla Cassa autonoma, vincere alcuna gara per “entrare” in ENEA.

Il capitolato delle prestazioni negli anni scorsi, ha subito progressivi e significativi “peggioramenti”, con aumento del premio (in particolare per i familiari fiscalmente non a carico) e diminuzione delle coperture (in particolare con l’introduzione di mega franchigie per il “fuori rete”), finché un accordo voluto da ENEA ha stabilito che nessuna ulteriore modifica poteva essere apportata al capitolato complessivo della convenzione e che a fronte di qualsiasi richiesta in tal senso da parte della “Cassa”, l’ENEA si riservava il diritto di recedere dal contratto.

Miracolosamente tutto si è cristallizzato per due anni ovvero fino al dicembre scorso quando la CASPIE ha aderito ad un’associazione d’impresa con “Previmedical s.p.a.” a cui , senza alcuna informazione all’utenza , ha trasferito la gestione complessiva del “pacchetto ENEA” .

In sostanza da quella data, affermano al numero verde, i dipendenti ENEA sono stati “ceduti” con tutti i dati “anagrafici e sensibili” a chi non ha mai avuto alcuna autorizzazione a trattarli, ma essi continuano unitamente all’ENEA , a versare circa 2 milioni e mezzo di euro, solo per il 2012 nelle casse della CASPIE.

Eppure dal dicembre 2011 è stato l’inferno per ogni dipendente che ha avuto la necessità di ricorrere all’aiuto della polizza sanitaria.

La CASPIE, sempre senza preavviso, ha chiuso i propri uffici di Roma e molte delle pratiche di richiesta rimborso, inoltrate (anche con documenti originali) risultano, al momento disperse e, ad oggi, nessuno ha ufficialmente comunicato dove spedire le nuove richieste.

Il numero verde è restato muto per mesi e chi ha avuto la “fortuna” di ricevere, di recente, una risposta dai nuovi operatori che non danno l’impressione di brillare né per professionalità né per educazione, ha da loro appreso, che la CASPIE ha “scaricato” l’ENEA (per l’assistenza ma non per l’incasso del premio).

Siamo stati contattati in questi mesi da colleghi bloccati sulla porta di una sala operatoria in attesa di un’autorizzazione richiesta con settimane di anticipo e mai pervenuta alla struttura sanitaria,

da dipendenti ENEA convinti di accedere a prestazioni in “assistenza diretta” a cui è stato presentato il conto sempre per mancanza della solita autorizzazione fantasma,

da colleghi “seguiti” per la loro patologia da medici convenzionati CASPIE, che improvvisamente “Previmedical” non riconosce più.

Sappiamo, infine, di centinaia di richieste di rimborso “rigettate” in seguito ad un inopinato ed illegittimo cambio di regole nella documentazione da presentare ai “nuovi gestori” con richieste offensive (Es. fornire la specializzazione del ginecologo, dell’ortopedico o dell’urologo che ha “erogato la prestazione” pur se risultante dalla fattura) , irritanti (richiesta del bollo di 1,81 euro sulla fattura sulla quale lo stesso era stato dichiarato assolto in maniera virtuale a norma di legge) e capziose (certificato di conformità dell’ottico dopo che oculista e ottico avevano già certificato tutto il certificabile).

Nelle scorse settimane avevamo chiesto all’ENEA di intervenire sulla CASPIE nel tentativo di ripristinare un dialogo, il Direttore del personale ha fatto un tentativo, evidentemente con quel garbo e con quell’educazione che risultano poco utili con questi interlocutori , visto che la situazione è peggiorata ancora.

Sono, a nostro avviso ed a questo punto, riscontrabili nel comportamento della CASPIE diverse e gravi violazioni della convenzione e degli accordi sottoscritti quali:

– Trasmissione a terzi non autorizzati dei dati “sensibili” del personale ENEA

– Interruzione del servizio garantito contrattualmente h. 24 senza preavviso

– Interruzione , di fatto, delle prestazioni in regime di assistenza diretta

– Rigetto di pratiche di rimborso “identiche” a quelle saldate in anni precedenti in virtù di un cambio unilaterale delle regole avvenuto, in più, senza alcun preavviso

– Ricerca pedissequa e palese di cavilli inesistenti per rinviare o evitare i legittimi rimborsi agli assistiti.

– Mancanza di chiarezza complessiva nel rapporto: ancora oggi non è chiaro se sono stati “ceduti” i dipendenti o la “convenzione”, ma l’una e l’altra ipotesi ci appaiono illegittime.

In virtù di quanto sopra e preso atto degli inutili tentativi di dialogo con chi appare sordo, si chiede all’ENEA di:

Predisporre un’azione legale a tutela dei propri dipendenti, nei confronti della CASPIE per le gravi inadempienze di cui essa è responsabile, chiedendo il giusto risarcimento per i gravi disagi subiti e subendi.

Nelle more dell’azione di cui sopra , sospendere tutti i pagamenti a CASPIE, relativi al 2012, eventualmente in itinere, compresi quelli versati dai dipendenti per i loro nuclei familiari.

Intervenire presso la CASPIE perché tutte le pratiche di rimborso in itinere vengano trattate secondo le modalità ed i parametri utilizzati sino al pernicioso intervento di terzi nel rapporto ENEA-CASPIE e per riattivare “efficacemente” l’assistenza diretta presso le strutture convenzionate .

In assenza di immediata e positiva risposta al punto di cui sopra, escludere CASPIE e “Previmedical” dalla partecipazione alla prossima gara, avendo, a nostro avviso gli elementi sufficienti per motivarne il mancato “invito”.

Si resta a disposizione per i chiarimenti che si rendessero necessari e per fornire contezza delle circostanze e degli episodi sopra descritti chiarendo sin d’ora che in assenza di riscontro entro quindici giorni dalla presente, sarà la nostra Organizzazione, anche attraverso Associazioni di tutela dei diritti del cittadino che promoverà una “class action” sull’argomento, alla quale assicureremo un’adeguata pubblicità e nella quale dovremmo necessariamente individuare l’ENEA come terzo responsabile.

I migliori saluti

UIL R.U.A.
Marcello Iacovelli

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