Il tema dell’incorporamento dell’ISFOL all’interno di un’Agenzia Nazionale non è certamente una novità. Di recente tale ipotesi è stata rilanciata dal Presidente di Italia Lavoro Reboani nella sua audizione davanti al Parlamento e le stesse Regioni, in una bozza di lavoro per un tavolo tecnico, ipotizzano la possibilità di far confluire il personale dell’ISFOL e di Italia Lavoro dentro un’Agenzia Nazionale nel quadro della riorganizzazione dei servizi del lavoro.
Peraltro, ad essere malevoli, le prove tecniche di tale assetto potrebbero essere rinvenute in nuce nell’apposita struttura di missione prevista dall’art. 5 del DL 76/13 (decreto Lavoro) sul tema della “Garanzia per i Giovani” e di ammortizzatori sociali “in deroga”.
In generale emerge l’idea che la ricerca debba essere comunque sacrificata, nella migliore delle ipotesi sostenendo che questa sia l’unica soluzione per salvaguardare l’occupazione di tutto il personale (precari compresi) degli Enti pubblici e privati vigilati dal Ministero del lavoro. Rispetto a questa ipotesi qualche legittimo dubbio è alimentato dall’esperienza vissuta con gli accorpamenti e soppressioni realizzate negli ultimi anni. Nella peggiore delle ipotesi invece si tratta (come è stato già per ISAE ed ISPESL) di silenziare voci che possano dare indicazioni e valutazioni in contrasto con il Ministro e il Governo di turno, in virtù di quella autonomia e terzietà tipica dell’Ente Pubblico di Ricerca in ogni democrazia avanzata.
Per queste ragioni FLC CGIL, FIR CISL e UIL RUA esprimono la loro netta contrarietà ad ogni ipotesi di soppressione e/o di ridimensionamento dell’ISFOL, riservandosi di valutare l’avvio di tutte le azioni sindacali all’esito dell’incontro che le Confederazioni Sindacali chiederanno al Governo in tema assetto di servizi del lavoro.
FLC Cgil |
CISL FIR |
UIL Ricerca Università Afam |