Cambiano gli interlocutori, ma la musica è sempre la stessa.
Nell’incontro svoltosi oggi al Ministero del lavoro presenti i dott. Caso, Busacca, Onelli si è riproposto il ritornello già lanciato da Pirrone e Del Conte nel precedente incontro; ma era cantato peggio!
Le OO.SS. hanno, di nuovo, rappresentato:
– tutte le criticità legate ai trasferimenti dei lavoratori Isfol in Anpal, in particolare le insufficienti garanzie per i lavoratori trasferiti ma anche l’incomprensibilità dei contenuti dell’interpello, oscuro e vago;
– tutte le preoccupazioni sulla sorte dei precari (dai bandi che li escludono per carenza dei requisiti, all’incerta sorte dell’Istituto in cui non si ravvisa la possibilità di costruire spazi per la stabilizzazione, anzi);
– tutte le perplessità riguardo al cambio “di nome” (ma sarà solo di nome?) dell’ISFOL in Inapp;
– tutta l’insoddisfazione per l’inadeguatezza della gestione commissariale dell’Istituto.
I rappresentanti del ministero hanno risposto ribadendo la necessità di “applicare la legge” (perché “siamo quasi in ritardo” rispetto alle previsioni del Jobs Act), fino al trasferimento coatto del personale indicato nel DPCM in caso di mancanza di risposte all’interpello. Il distacco? “E’ ormai impossibile” in quanto la pianta organica ISFOL è già decurtata. Refrain: “fidatevi che non abbiamo cattive intenzioni”.
“I lavoratori trasferiti in Anpal si portano dietro il loro zainetto”, ergo non verrà toccato lo stipendio, verrà riconosciuto quanto maturato e verranno garantiti sviluppo professionale e carriera. Bene! Ce lo scrivete da qualche parte? Un accordo, un emendamento legislativo, un protocollo d’intesa…. No. “Fidatevi!”
“L’Inapp è l’Isfol più qualcosa come disegnato dall’articolo 10 del dlgs 150. Dovevamo cambiare il nome allora, lo cambiamo adesso.” Ma nulla cambia… Ma perché? “Fidatevi, che anche per voi è meglio così”.
Come può l’INAPP essere “Isfol più qualcosa” se viene privato di risorse umane, economiche, attività, a beneficio dell’ANPAL? Nessuna risposta.
Ma l’Inapp rimarrà ente pubblico di ricerca? “Ma siete sicuri che vi conviene?”.
Quello che conta sono gli atti formali e oltre all’acronimo nulla è stato modificato del d.lgs 150/2015, per cui la mission resta quella prevista nell’articolo 10. “Comunque siete consapevoli di quello che si sta prevedendo per gli EPR?”
In altre parole, si andrà avanti come treni, senza ascoltare nessuno e senza nessuna disponibilità a ragionare e riflettere. Neanche per correggere gli errori che porteranno al fallimento dei loro stessi obiettivi…
L’Anpal va fatta, serve al governo: e serve subito perché è un obiettivo politico in vista del referendum di ottobre (per loro stessa ammissione).
L’impressione è che non importa se non funzionerà. Quello che importa è potersela rivendere… il governo “del fare”…. Bene o male, non importa, purché si faccia e ora…
QUINDI…..LA MOBILITAZIONE CONTINUA!!!!
Perché NOI NON CI FIDIAMO! Continueremo la lotta per la difesa dell’ISFOL e non lasceremo intentato niente per contrastare i tentativi di ridimensionamento della ricerca pubblica in questo Paese!
Nei prossimi giorni sarà convocata l’assemblea dei lavoratori dell’ISFOL.