“La tutela della verità dei fatti” è un valore a cui tutti convergono pertanto le scriventi OO.SS. ritengono opportuno offrire il proprio contributo al Consiglio d’Amministrazione di INDIRE.
Le stabilizzazioni sono materia di pluriennale rivendicazione sindacale in un ente che si è retto per decenni solo sul lavoro del personale precario, costruito sulla disponibilità di personale in continua espansione, attraverso tutte le modalità della para-subordinazione, con una professionalità che ha portato prestigio e riconoscimenti al Ministero di riferimento e ai vertici dell’Ente. Dopo aver fatto saltare la stabilizzazione del 2006, l’INDIRE è pervenuto a una strutturazione progressiva del personale , giovandosi dell’utilità e della qualità dei servizi offerti nel consolidamento della propria posizione all’interno degli Enti di Ricerca.
In questo processo di crescita, l’istituto è stato incaricato di realizzare ricerca su progettualità fondamentali per il Paese, dall’Erasmus al PON, e per assolvere al proprio mandato ha proseguito nel reclutamento di lavoratori fondamentali, imprescindibili, per quanto costretti al vincolo temporale degli stessi progetti. La reiterazione degli incarichi e delle responsabilità ha coinciso con la reiterazione dei contratti flessibili, secondo una prassi generalmente riconosciuta come poco equa, eppure sostanzialmente generalizzata nella Pubblica Amministrazione. È questo il contesto su cui interviene il Decreto Legislativo del 25 maggio 2017, n. 75, con i commi 1 e 2 del suo art. 20: un provvedimento che si esplicita “per il superamento del precariato nelle Pubbliche Amministrazioni”. Questo è indiscutibilmente l’obiettivo della norma, questo deve restare indiscutibilmente il criterio per cui la norma viene applicata, ossia sanare una distorta interpretazione della flessibilità a discapito di chi, con il proprio lavoro, consente alle Amministrazioni pubbliche di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Impossibile, dunque, condividere il contenuto degli annunci del novembre del 2020, in cui l’amministrazione di INDIRE esordiva nell’affermazione di piegare la volontà del legislatore ai propri fini e secondo principi poco intellegibili. Sono i fini e i presunti principi che le OO.SS. hanno contestato sin dalle prime battute e per tutte le sedute di trattativa successive, fino alle paradossali applicazioni più recenti.
A “tutela della verità dei fatti”, corre l’obbligo di rammentare che le OO.SS. hanno rappresentato più volte la necessità di applicare i commi 1 e 2 della norma per stabilizzare tutti i lavoratori precari che hanno maturato il diritto alla stabilizzazione e hanno una longevità nell’ente tale da poter rivendicare quanto meno che si discuta con pudore ogni passaggio in cui si discetti di valutare l’opportunità di una loro stabilizzazione. Con il loro lavoro, evidentemente e senza timore di smentita, consentono a INDIRE di funzionare. Per essere più chiari: da diversi anni INDIRE ha bisogno di questo personale per poter adempiere agli incarichi ed alle commesse che l’Istituto raccoglie e assolve con successo. Asserire che l’Istituto ha più bisogno di personale di un tipo o di un altro nel proprio sviluppo strutturale non può che trovare conferma nella platea stessa dei lavoratori precari, di cui l’Amministrazione di INDIRE sceglie di dotarsi da anni per raggiungere i propri obiettivi. Altrimenti vien da pensare che qualcosa, a partire dal 2020 in avanti (ma anche a ritroso), sia stato mal programmato e mal gestito, con responsabilità mai dichiarate o pubblicamente assunte.
Sta di fatto che ogni precario ha la sua ragion d’essere nell’ente e sta di fatto che i precari che da più anni hanno prestato servizio in INDIRE hanno maturato il diritto di veder superata la loro condizione di sfruttamento, fragilità, impersonalità nell’occupazione. A questi precari si può chiedere la pazienza di attendere che le risorse consentano l’applicazione per la norma? Non è possibile sentenziare implicitamente la natura accessoria del loro impiego, amministrativo o tecnico che sia; i precari – di fatto, ripetiamo – raggiungono i risultati previsti con efficacia ed efficienza, molto spesso in profili differenti dovuti solo “al caso”, pur svolgendo identiche attività lavorative.
INDIRE è un ente di ricerca. Oltre al rafforzamento della componente di ricerca, però, deve investire in tutti gli altri settori che continuano di fatto ad essere fondamentali per l’Ente: non si può dimenticare che all’interno di INDIRE si trovano l’Agenzia Nazionale Erasmus+ per il settore scuola, l’istruzione superiore ed educazione degli adulti, l’Unità italiana Eurydice, l’Unità nazionale eTwinning e l’Unità nazionale Epale. nonché le strutture di gestione del PON e del progetto Assistenti di lingua italiana all’estero. Tutte queste attività hanno un irrisorio spazio all’interno del Piano Triennale delle Attività che non rispecchia purtroppo la loro reale consistenza in termini di budget impiegato, di lavoratori coinvolti, di rilevanza delle attività realizzate. Inoltre, numerose attività di ricerca dell’Ente si intrecciano proprio con questi programmi da cui traggono ispirazione, dati ed esperienze. Crediamo che il rafforzamento dell’attività di ricerca di INDIRE non possa prescindere dal valorizzare il lavoro di quegli uffici che si trovano al di fuori delle Strutture di Ricerca ma che sono fortemente connessi con esse.
Negli uffici sopra citati gran parte del personale è assunto in qualità di collaboratore amministrativo e non perché le mansioni siano effettivamente appartenenti a tale profilo professionale. Negli anni alcuni lavoratori sono riusciti a cambiare profilo divenendo collaboratori tecnici, per altri ciò non è stato possibile. Così, in alcuni uffici “convivono” CAMM e CTER che svolgono identiche mansioni: in questo quadro il profilo CTER ha finito per diventare, una sorta di avanzamento di carriera (VI liv.) rispetto al profilo CAMM (VII liv.) in una visione distorta del CCNL. Questa situazione è dovuta agli errori che si sono protratti negli anni da parte dell’amministrazione nella gestione del personale: infatti, oltre alla confusione tra profili diversi che svolgono le stesse mansioni, all’interno dello stesso profilo non esiste distinzione tra chi svolge compiti diversi.
Dunque le OO.SS. hanno chiaro che il processo di stabilizzazione per comma 2 passi per una selezione pubblica riservata, come richiesto per mesi. Non è altrettanto stabilito, nella necessità della norma, che il lavoratore non debba aver riconosciuto il valore della propria anzianità di servizio in un dato profilo, la cui pluriennale conferma è chiara ed evidente rappresentazione di necessità per l’ente. L’anzianità non è l’unico parametro per attribuire di fatto la stabilizzazione per comma 2, ma non può e non deve essere dimenticata. Il bando realizzato dall’amministrazione nel 2021, da cui gli “Elenchi del personale idoneo alla stabilizzazione”, è un dispositivo che di fatto ha posto le premesse per l’esclusione di decine di precari dalla possibilità di partecipare alla selezione, come gli operatori tecnici e i funzionari amministrativi. Li ha esclusi! E anche in quell’occasione, nel marzo scorso, le OO.SS. hanno preso posizione contro il bando. Nel bando attuale per le stabilizzazioni per comma 2 (emesso il 31/12/2021), l’amministrazione ha proposto un unico posto per il personale amministrativo (a fronte di una platea di più di 50 collaboratori amministrativi precari) e 20 posti per i collaboratori tecnici di ricerca (a fronte di una platea di più di 36 CTER precari). Basta scorrere gli elenchi per rendersi conto di cosa è già accaduto e di quanti capovolgimenti produrrà questa decisione ingiustificabile per i motivi finora illustrati. Ma non basta considerare gli anni di servizio per notare la mancanza di equità. Gli elenchi hanno escluso dalla possibilità di concorrere per i posti da CTER gli stessi CTER a tempo determinato dal 2020, esclusi dall’elenco degli idonei per il profilo CTER, senza una giustificazione, nonostante il lavoro prestato in INDIRE come amministrativi o operatori tecnici nei molti anni precedenti; laddove, lavoratori privi di quell’anzianità, ma colleghi CTER per la stessa assunzione del 2020, sono nella possibilità di partecipare alla selezione per una beffarda contrapposizione di interessi tra sfruttati.
Ecco il paradosso: un lavoratore con due anni da CTER a TD e uno a collaborazione potrà procedere giustamente per la stabilizzazione come CTER; al contrario, un precario che ha lo stesso periodo come CTER e 4 anni da OPTER non potrà partecipare, in quanto inserito nell’elenco sbagliato.
C’è da aggiungere che le recenti esternazioni di una consigliera del CdA dell’INDIRE tradiscono un’ulteriore verità dei fatti, se di verità si tratta: dal resoconto, il CdA sembra assumere decisioni senza alcun margine di trattativa, interpretando la trattativa stessa come un “thè delle cinque”, una comunicazione unilaterale che le OO.SS. si trovano nella necessità di accettare e digerire, tra l’altro relegando qualsiasi discussione effettuata nel merito delle questioni a una sorta di “avvenuta informazione” che di fatto (ma non sappiamo secondo quali canoni di giudizio, si possa sostenere sia “un fatto”) significherebbe il passivo, tacito assenso alle volontà espresse dall’Amministrazione. Le OO.SS. hanno sempre ribadito la contrarietà al percorso prodotto dall’Amministrazione, la quale sino all’ultimo momento, dichiarava che non erano state prese decisioni definitive e che sarebbe stato possibile intervenire per modificare quanto rappresentato.
La consigliera del CdA smentisce questa posizione, in quanto afferma che le decisioni sono state precedenti agli incontri di trattativa, senza alcuna possibilità di intervenire: per esempio la delibera del 23 Novembre era stata rappresentata come interlocutoria e modificabile nell’incontro del 27 novembre, mentre nella comunicazione della consigliera del CdA e’ citata come definitiva. Le proroghe di fine anno scorso, nella stessa comunicazione , forniscono occasione di raccogliere un’ultima verità, ancora più sorprendente: la Presidente nella mattina del 28 dicembre che ha assicurato ufficialmente alle OO.SS. di prorogare per un anno in attesa delle coperture per una ulteriore estensione della proroga o delle stabilizzazioni, avrebbe poi sostenuto nel CdA del pomeriggio di voler prorogare per soli tre mesi detti contratti per poi farsi mettere in minoranza senza alcun motivo.
Qual è la verità?
Di fatto, al mattino, la Presidente ha illustrato con chiarezza alle OO.SS. l’intenzione di prorogare per un anno nonostante avesse ricevuto pareri maggiormente prudenziali dagli organi competenti consultati sulla base della documentazione fornita dall’Amministrazione – presente, di fatto, all’incontro anche il Direttore. Poi, secondo la “rappresentante dei lavoratori” nel CdA, al pomeriggio la Presidente avrebbe scelto di prodursi in una proposta diversa, ispirata dal medesimo ragionamento su cui ha relazionato al mattino, proposta emendata con determinazione “irriducibile” del CdA nei medesimi termini prospettati al mattino. Dal paradosso alla farsa il passo è breve!
È inutile sottolineare quanto sia importante all’interno dell’Istituto la comunicazione con il personale, ma ricordiamo che nelle ultime settimane i lavoratori INDIRE con il contratto in scadenza non hanno mai ricevuto nessun tipo di comunicazione da parte dell’Amministrazione in merito all’eventuale proroga del proprio rapporto di lavoro, salvo la convocazione da parte dell’ufficio personale per la firma dei contratti, arrivata a soli due giorni dalla loro scadenza, il 29 dicembre scorso. Il profondo disagio e la grande preoccupazione dei lavoratori in scadenza sono stati completamente ignorati da parte della Direzione Generale e tuttora persiste lo sconforto tra i lavoratori precari per un rinnovo di soli 12 mesi.
Le OO.SS. credono che al momento l’unica risposta possibile dell’INDIRE sia prevedere immediatamente un processo di stabilizzazione che coinvolga tutti gli aventi diritto e porti alla stabilizzazione degli stessi entro il 31 dicembre 2022.
FLC CGIL Stefano Bernabei |
FSUR CISL Alessandro Castellana |
Federazione UIL Scuola RUA Mario Finoia |