Nella giornata di ieri si è svolta davanti alle Commissioni affari costituzionali congiunte di Camera e Senato l’audizione del Professor Francesco Maria Chelli per la proposta di nomina a Presidente dell’Istituto nazionale di statistica.
Lasciatecelo dire, aver ascoltato un candidato alla carica di Presidente dell’Istat aprire il suo intervento riconoscendo la “elevata qualità del personale che quotidianamente vi lavora e che permette a questa istituzione quasi centenaria di assolvere ai massimi livelli i suoi compiti sul piano nazionale ed internazionale” ci è sembrato il giusto modo di presentarsi.
Tra i temi toccati e condivisibili è stato menzionato l’impegno a sfruttare per quanto possibile le informazioni provenienti dalle fonti amministrative e dalle nuove fonti, e di cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali alle quali, a nostro avviso, vanno dedicati grande attenzione ed investimenti appropriati. È stato poi citato il riconoscimento del necessario potenziamento delle indagini sul campo per monitorare fenomeni di stretta attualità o di rilevante interesse collettivo e in tale contesto è stata ribadita la necessità di valorizzare e rafforzare i censimenti permanenti.
Corretto anche il richiamo al piano organizzativo interno dell’Istituto, dove si riconosce che sarà necessario intervenire per rendere più efficienti i processi gestionali, amministrativi e contabili che, come ben noto, la UIL sta evidenziando da tempo come nodi critici dell’assetto organizzativo attuale. Si pensi, solo a titolo di esempio, alla incapacità sostanziale di garantire un servizio mensa nelle sedi romane, al desk sharing non condiviso con le OO.SS. e progettato a spese della collettività da una società esterna, la EY, alle criticità nell’avvio o espletamento di gare come quelle relative alle traduzioni o delle gare al ribasso sulle indagini FOL e Consumi (temi del resto citati anche negli interventi dei deputati e senatori che sono intervenuti per chiedere chiarimenti). Ma l’elenco, purtroppo, è lungo e continua ad allungarsi con le continue e improvvise chiusure (o le mancate riaperture) delle sedi o il sostanziale fallimento a costi esorbitanti del sistema gestionale ERP che, a detta di chiunque, semplicemente non funziona!
C’è poi l’aspetto degli UUTT che ci ha fatto piacere essere incluso nell’intervento del Prof Chelli, il quale ritiene necessario operare in una prospettiva di maggiore prossimità con il territorio rispetto alle esigenze informative delle istituzioni, delle famiglie e delle imprese. E’ stato fatto riferimento ad una possibile riforma della legge quadro sulla statistica ufficiale e sull’attività dell’Istat, con un ruolo del Sistan ripensato anche alla luce dei cambiamenti sociali e tecnologici intervenuti in questi anni. Siamo disponibili al confronto su un aggiornamento della legge quadro, ma di sicuro riteniamo non si debba puntare al ritorno alla precedente disastrosa situazione degli UUTT “presidiati” da singoli Dirigenti (che in alcuni casi confondevano l’Ufficio Territoriale per una loro “dépendance”), che così tanti danni ha causato al ruolo degli UUTT rispetto alle realtà locali e anche in termini di relazioni interpersonali, di svalutazione professionale e di complicate relazioni sindacali.
L’intervento si è poi chiuso come è iniziato: dal personale. Vogliamo esprimere apprezzamento per le parole chiare ed efficaci spese dal Prof. Chelli che denotano la consapevolezza di chi sa bene che senza la professionalità elevata del personale Istat non si va da nessuna parte. E’ stato riconosciuto quanto sia necessario continuare a investire sulla crescita professionale e sul benessere lavorativo assicurando un turnover adeguato e una politica di assunzioni capaci di garantire nuove competenze per affrontare al meglio le nuove sfide complesse poste alla statistica ufficiale a partire dal prossimo concorso da 100 posti III livello, per il quale riteniamo strettamente necessario prevedere il riconoscimento della professionalità dei dipendenti sottoinquadrati (compresi gli ultimi CTER VI livello entrati con un concorso che ha selezionato le eccellenze in campo statistico e che ora non è possibile perdere). Esprimiamo apprezzamento anche per il richiamo del Prof. Chelli al tempestivo coinvolgimento delle organizzazioni sindacali presenti in Istat.
Negli interventi dei parlamentari durante l’audizione sono emersi poi i problemi che per primi abbiamo denunciato, a cominciare dal problema delle gare al ribasso e delle esternalizzazioni, che a nostro avviso sono figlie di una sostanziale inadeguatezza professionale della attuale Dirigenza Amministrativa Istat che sembra del tutto incapace di risolvere i problemi.
E’ stato anche evocato il mancato avvio di importanti indagini, da quella FOL a quelle sulla violenza contro le donne, passando per l’indagine sui consumi. Sono state formulate esplicite richieste di modificare il modello organizzativo proprio per risolvere queste criticità, che a nostro avviso stanno minando gravemente anche il buon nome dell’Istituto.
È poi emersa la centralità del tema della ricerca, che in Istat viene poco valorizzata come bene comune: si pensi solamente alla sottrazione della rassegna stampa e degli abbonamenti alle riviste scientifiche oltre ai problemi nell’utilizzo della biblioteca, frutto anche queste, guarda caso, della mancata capacità gestionale di chi è chiamato a risolvere i problemi, anziché crearli con la sottrazione al personale degli strumenti di lavoro. Anche questi casi dimostrano chiaramente la necessità di rivedere, oltre al modello organizzativo nel suo complesso, la definizione dei ruoli e l’affidamento delle responsabilità all’interno della Direzione Generale rispetto a settori vitali per il buon andamento dell’Istituto.
Di fronte alle nuove sfide che l’Istituto ha dinnanzi a sé la Ricerca è la chiave per rimanere al passo ed è necessario un nuovo modo di pensare all’Istituto non più solo di produzione dei dati ma anche di capacità di intercettare e guidare le evoluzioni della statistica.
In ultimo, è stato sottolineato il problema dei rilevatori Istat a cui la UIL Rua e la UIL Temp stanno dedicando energie e impegno con l’obiettivo di una internalizzazione dei rilevatori anche attraverso l’utilizzo della 3I, in attesa di una norma contrattuale che inserisca la figura del rilevatore nell’ordinamento professionale (sempre se la altrui fretta d firmare i CCNL non porterà nuovamente alla delusione delle aspettative dei rilevatori Istat).
Congratulazioni quindi al Prof Chelli; Good Job!
Dai forza alla UIL – ISCRIVITI!
Federazione UIL SCUOLA RUA
“Settore RUA”
I S T A T