Un’occasione persa per tutti?
La UIL a differenza di altri non esprime un proprio candidato ma valuterà le persone e i loro programmi
Da tempo chiedevamo a tutti gli attori di questa vicenda due cose nel rispetto delle norme e soprattutto di un principio per la UIL irrinunciabile: l’unitarietà dei lavoratori:
– Che il rappresentante venisse eletto da tutti i lavoratori e non solo dai lavoratori I – III
– Che venisse individuato un candidato unitario in grado di rappresentare davanti al Consiglio la voce di tutti i lavoratori.
Sul primo la battaglia “solitaria” e “visionaria” della UIL prosegue ma al momento l’amministrazione ha deciso di escludere i lavoratori IV – VIII da questa vicenda. Una scelta “brutta” che coinvolge 1195 persone e che non ci vedrà mai consenzienti e domi.
Sul secondo punto chiedevamo un candidato che fosse in grado di impegnarsi a rappresentare tutti i lavoratori senza cadere nel rischio di una parcellizzazione del voto e scarsa rappresentatività in Consiglio.
Per questo la UIL sceglie di non proporre un proprio candidato ma di valutare i programmi dei vari candidati.
Di sicuro però chiederemo di trovare in quei programmi alcuni punti fermi irrinunciabili:
– rappresentare tutti i lavoratori. Senza alcuna distinzione;
– relazionare ciclicamente ai lavoratori circa il suo operare in Consiglio;
– stimolare il Consiglio nel promuovere l’attività di ricerca come obiettivo primario dell’Istat portandovi i temi della Ricerca Pubblica come motore di innovazione per il Paese;
– descrivere circa il ruolo dei ricercatori e dei tecnologi e di come si possa assicurare la libertà di ricerca traducendola in ricchezza di conoscenza per questo istituto;
– contribuire a difendere la ricerca non accademica, anche in sede ANVUR creando sistemi di valutazione che comprendano anche le attività di ricerca che non si risolvano con didattica o pubblicazione (tipiche dell’università);
– portare nel Consiglio (nel caso fosse necessario) i reali motivi per i quali non si può creare altro precariato o personale sottoinquadrato, che affogano il tema delle risorse umane anziché dargli vigore! Solo un sistema in grado di garantire le prospettive di crescita professionale dei Ricercatori, dei Tecnologi e del personale tecnico amministrativo aumenta veramente la produttività e non certo schiacciando le competenze in attese di carriera che non arrivano mai;
– fare arrivare al Consiglio il punto di vista dei lavoratori su dove deve andare questo Istituto nei prossimi 10 anni. Dove andare a “curiosare” innovando in tema di Big Data, ma anche oltre, visto che questa parola ora è diventato il presente in tutta Europa e non certo il futuro. Quali siano le nuove sfide che Istat deve progettare dopo i Big Data.
– In tema di Ambiente si proponga una accelerazione che l’Istat deve dare in termini di qualità del dato, visto che ancora non è riuscito a far comprendere alla comunità come i numeri in tema di ambiente siano la vera rivoluzione copernicana in grado di assicurare quel cambiamento culturale e normativo che ancora manca al Paese;
– Ci piacerebbe poi un rappresentante che chieda al Consiglio di rivedere la scelta della sede unica. Divenuta anacronistica ancor prima di essere realizzata. Concepire un nuovo palazzo dopo aver sperimentato in questi mesi che le tecnologie ci permettono lo scambio di documentazione digitalmente è li a dimostrare che quel “vicini vicini” non serve più. Che le politiche di conciliazione sono il vero benessere per i nostri colleghi che sono anche madri padri figli e quanto altro ancora. Che il sistema di sedi nei vari quadranti di Roma sono la vera opzione da riconsiderare, cosi come la salvaguardia della qualità della presenza territoriale dell’Istituto in tutto il Paese.
Sono solo alcuni dei punti che bisognerebbe leggere nei programmi.
Attendiamo dunque i programmi
Federazione UIL SCUOLA RUA
“Ricerca Università Afam”
I S T A T