Il confronto di oggi tra ARAN e OO.SS sulla sequenza contrattuale Contratto di Ricerca e la Figura del Tecnologo a tempo indeterminato ha confermato i limiti interpretativi della parte pubblica che oggi non consentono per noi di poterne riconoscere la giusta valorizzazione e dignità.
Sul Contratto di ricerca dobbiamo ancora capire la volontà del Ministero: rendere normativamente debole il contratto di ricerca per dare ancora vita agli Assegni di ricerca prevedendo una ulteriore proroga a dicembre? Definire solo il tetto economico al contratto e non la disciplina con la quale si potranno istituire i contratti di Ricerca non permetterà a nostro avviso di rendere uniforme le tutele a tutti i lavoratori degli Enti pubblici di Ricerca, delle Università e delle Istituzioni AFAM.
Sul tecnologo a tempo indeterminato l’ARAN vuole “ingabbiarlo” nella categoria EP. Ma come si concilia questa posizione con la specificità dei nuovi profili del tecnologo a tempo indeterminato ai quali la contrattazione deve definire una propria regolamentazione e dedicare quindi una specifica sezione nel contratto collettivo nazionale.
La parte pubblica ancora oggi manifesta i limiti rappresentati a luglio, che si traducono in una posizione di chiusura per scrivere e definire nel contratto le condizioni lavorative che riconoscano tutele, diritti e valorizzazione dei nostri colleghi che ormai da troppo tempo sono in attesa di risposte concrete.
Se questo è quello che l’ARAN vuole dedicare ai lavoratori, per la UIL la strada è ancora molto lunga e nebulosa.
Non ci siamo!
La Segreteria Nazionale