Il sistema della ricerca scientifica in Italia continua a vivere una situazione di profonda difficoltà, determinata da una serie di problematiche strutturali che, negli ultimi anni, hanno reso sempre più difficile il lavoro delle ricercatrici e dei ricercatori e del personale tecnico-Amministrativo. Nonostante il contributo fondamentale che la ricerca svolge per lo sviluppo sociale, culturale ed economico del Paese, l’impegno del governo e delle istituzioni nel sostenerne la crescita e il consolidamento resta insufficiente, prevalentemente mirato al sostegno, senza avere condizionalità, di un sistema privato che rimane tutt’ora in grave ritardo tecnologico.
SOTTOFINANZIAMENTO CRONICO
Persistente sottofinanziamento della ricerca pubblica. Secondo i dati aggiornati al 2024, l’Italia destina circa l’1,4% del Prodotto Interno Lordo (PIL) alla Ricerca e Sviluppo, un valore ben al di sotto della media europea (circa il 2,3%). Questo divario si traduce in una ridotta capacità di innovazione tecnologica, scientifica e industriale, mettendo a rischio la competitività del nostro Paese in ambito europeo ed internazionale. Nonostante gli annunci e le promesse di riforme, il finanziamento per la ricerca pubblica non ha visto un incremento significativo, lasciando il settore in una condizione di stagnazione.
PRECARIETÀ E FUGA DEI CERVELLI
Un altro problema che affligge le Istituzioni scientifiche pubbliche è la crescente precarietà del personale. La maggior parte dei giovani ricercatori è costretta a lavorare con contratti temporanei, a progetto o a tempo determinato, spesso senza la possibilità di stabilizzare la propria posizione professionale. La carenza di fondi per attivare nuovi contratti e l’assenza di piani di assunzione stabili spinge molti talenti a cercare opportunità all’estero, contribuendo al fenomeno della cosiddetta “fuga dei cervelli”. Secondo i dati del 2024, oltre 14.000 ricercatori italiani operano in università e centri di ricerca stranieri, in gran parte anche extra-europee un numero in crescita rispetto agli anni precedenti. Ciò rappresenta una perdita incalcolabile per il futuro della ricerca in Italia.
STRUTTURE INADEGUATE E BUROCRATIZZAZIONE
Le infrastrutture di ricerca italiane soffrono di una cronica mancanza di modernizzazione. Molti laboratori e centri di ricerca dispongono di attrezzature obsolete, rendendo difficile condurre esperimenti all’avanguardia. Inoltre, la burocrazia soffocante rappresenta un ulteriore ostacolo per i ricercatori, che dedicano una quantità eccessiva di tempo a pratiche amministrative anziché alla ricerca vera e propria. Verificheremo nei prossimi mesi se le risorse PNRR riusciranno a creare un’alternativa e a favorire maggiori sinergie tra ricerca pubblica e privata, favorendo in particolare il superamento dei gravi ritardi in tema di trasferimento tecnologico.
LE RICHIESTE DEL SINDACATO
Di fronte a questa situazione critica, il sindacato chiede con forza interventi immediati e strutturali per il rilancio del sistema della ricerca in Italia:
- Aumento dei finanziamenti pubblici per la ricerca, portando la spesa almeno al livello della media europea entro il 2025, anche attraverso il consolidamento delle Risorse ex PRNN;
- Percorsi di immissione in ruolo per il Personale del EPR, con la creazione di percorsi chiari e stabili per l’inserimento definitivo nel mondo accademico e della ricerca.
- Piano di investimenti nelle infrastrutture di ricerca e nei laboratori, per garantire che i ricercatori italiani possano operare con strumenti e tecnologie avanzate.
- Semplificazione delle procedure burocratiche, affinché i ricercatori possano concentrarsi sul proprio lavoro scientifico anziché essere bloccati da inefficienze amministrative e per favorire la loro partecipazione alla vita delle Istituzioni scientifiche.
- Contrasto alla fuga dei cervelli, con politiche che favoriscano il rientro in Italia dei ricercatori costretti ad andare via dall’Italia, creino le condizioni affinché i giovani talenti non debbano cercare all’estero migliori opportunità e sviluppo di politiche per attirare competenze esterne.
- Riordino della Governance complessiva del sistema di Ricerca e Sviluppo, per dare vero e stabile indirizzo politico e programmatico al settore, tornare a valorizzare il ruolo del MUR, favorire una legislazione di sostegno che superino i vincoli normativi (potenziamento del D. Lgs. 218/2016) salvaguardare l’autonomia degli Enti pubblici di Ricerca per seguire nel quadro europeo grandi obbiettivi strategici attraverso i quali scienza e tecnologia supportano nuovo sviluppo economico e sociale.
La UILRUA ritiene che un sistema di ricerca forte e ben finanziato sia essenziale per il futuro del Paese. Solo investendo nel capitale umano, nelle infrastrutture e nell’innovazione, l’Italia potrà mantenere la propria posizione nell’arena internazionale.
Nel contempo incoraggiamo l’adozione di una visione sistemica del trasferimento tecnologico, supportata da una governance chiara e da incentivi adeguati. Queste misure sono essenziali per colmare il divario con i paesi leader nell’innovazione e per garantire che il lavoro dei nostri ricercatori possa contribuire in modo significativo alle sfide globali.
La Segreteria Nazionale