I motivi della nostra scelta
La pubblicazione della Relazione della Corte dei Conti mette in luce quanto già risaputo sulla situazione economica finanziaria e conferma la bontà delle nostre scelte fin qui effettuate. Riteniamo inaccettabile la scelta di bloccare immotivatamente il Fondo del personale T/A e contemporaneamente raddoppiare le spese per “Contratti di prestazione d’opera”.
La Corte dei Conti si limita, nel caso del Fondo, a prendere atto del contenzioso evitando di entrare nel merito di talune questioni che sono oggetto di specifiche osservazioni o indagini ad opera di altri organi.
Peccato quindi che abbia esaminato solo le questioni attuali senza accertare le conseguenze dei comportamenti: se, come noi auspichiamo, i giudizi produrranno sentenze favorevoli ai lavoratori, sarà necessario l’intervento MIUR, che la stessa Corte dei Conti auspica, per sanare il dissesto finanziario che, nonostante l’azzeramento del Fondo resta enorme, e dovrà essere di proporzioni tali da costituire una sorta di piano straordinario per Siena o per le Università in dissesto.
Sulla mancata sigla del CCI c’è il rammarico da parte nostra di vedere come altri, in un momento così critico per i lavoratori, invece di tutelare principi e diritti fondamentali quali ad esempio la dignità del lavoro riconosciuta attraverso un’adeguata retribuzione, si siedono dalla parte datoriale abbassando i diritti dei lavoratori, salvo poi voler criticare scelte organizzative che si vanno con complicità a remunerare con pochi spiccioli ed a danno di altri lavoratori. Riteniamo che le soluzioni non potevano essere trovate in un ambito i cui presupposti della trattativa erano sbagliati. E’ impossibile emendare un contratto che ha fondamenti insufficiente a recuperare il danno.
Nell’accertare il debito nessuna contestazione è stata effettuata nei confronti di chi ha certificato negli anni il Fondo, né è stata fatta al MEF per difendere le scelte effettuate. Delle due l’una: l’Ateneo ha operato correttamente e si contesta la relazione del MEF, oppure l’Ateneo ha sbagliato e si costituisce contro chi ha certificato erroneamente i Fondi. Non si può pretendere di far pagare il conto solo ai lavoratori. Anche i Fondi 2004, certificati per Legge, sono stati oggetto di rivisitazione. Le scelte fatte trovavano piena legittimità nella legislazione di quel periodo, si è applicato la normativa vigente in modo retroattivo.
Infine un’ultima considerazione relativa ad aspetti tecnici sostanziali. Le disuguaglianze vengono a questo punto messe maggiormente in luce a danno delle ultime generazioni dell’Università. Una retribuzione decurtata a monte produce versamenti previdenziali più bassi rispetto ad uno stipendio accreditato per intero su cui vengono effettuate trattenute previdenziali. Anche in questo caso è a nostro avviso evidente il danno gigantesco che l’Ateneo sta producendo nei confronti dei propri lavoratori, conseguenza di una sottovalutazione degli effetti delle scelte unilaterali e non condivise.
La UIL auspica una vera azione di risanamento, non solo sulle spese del personale, “prima che la situazione economica, finanziaria e patrimoniale degeneri ulteriormente”.