Aumentare le indennità per fronteggiare l’inflazione? Un Bonus Rettori?
Il taglio di 173 milioni al Fondo di Finanziamento Ordinario 2024 delle Università aveva correttamente provocato una reazione allarmata da parte di tutti i vertici delle Comunità Accademiche e non solo. È infatti di recente memoria, ottobre dello scorso anno, il grido di allarme lanciato dai Rettori per il drastico taglio che incide su una realtà, quella universitaria, già di per sé fortemente sotto finanziata mettendo in difficoltà in particolar modo le realtà più piccole. L’autunno 2024 è stato letteralmente scandito da una incessante contrapposizione tra vertici universitari, MUR e Sindacati.
Fin qui nessuna contraddizione o stranezza ci risulta eccepibile.
Desta invece evidente sgomento uno dei temi, oggi al tavolo del MEF, che è stato oggetto di acceso dibattito in occasione degli Stati Generali delle Università svoltisi lo scorso dicembre, pochi giorni prima delle festività natalizie, tra la CRUI e la Ministra Bernini in riferimento al deliberato aumento delle indennità dei vertici di alcune delle Università Italiane (sono state contate circa una trentina di richieste).
A questo punto qualche dubbio sull’opportunità di tali deliberazioni, a carico dei già deboli bilanci universitari, sorge.
Posto che la Ministra dell’Università e della Ricerca ha congelato tali “richieste” inviandole all’approvazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, sul cui tavolo attendono una pronuncia come previsto dal Dpr 143/2022, ci si domanda se tali aumenti indennitari abbiano realmente tenuto in considerazione la drasticità della situazione che affligge le realtà universitarie.
I bilanci degli atenei italiani sono in difficoltà, le retribuzioni del personale dipendente non riescono a coprire l’inflazione con conseguente perdita del potere di acquisto, la manovra di bilancio introduce il blocco del turn over del 25% (con le specifiche eccezioni per i ricercatori universitari), si rischia la tenuta del sistema, si rischia di non garantire un’istruzione di qualità e servizi agli studenti adeguati, soltanto per citare alcune delle falle del nostro settore, e la preoccupazione di fine anno proveniente dagli stessi vertici che hanno gridato all’allarme, è quella di aumentare le proprie indennità? Trattasi forse di un Bonus Rettori previsto in manovra e sfuggitoci?
Nell’attesa di conoscere le decisioni del MEF sulle proposte di aumento in questione, riteniamo quanto mai opportuno spostare l’attenzione sulla necessità di un aumento sostanziale delle retribuzioni del personale tecnico amministrativo dei nostri atenei – tra le più basse in Europa – con conseguente necessità di reperimento delle risorse atte a tal scopo. Ricordiamo che siamo ancora in attesa dell’emanazione dell’atto di indirizzo che consenta l’avvio del CCNL Istruzione e Ricerca 2022/2024.
Sempre al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori, delle giovani e dei giovani
#costruiamoinsiemeilnostrofuturo
Il Segretario Generale
Attilio Bombardieri