Siamo nell’epoca in cui l’Umano pone domande alla sua stessa comprensione attraverso l’irrefrenabile avanzamento del digitale e dell’intelligenza artificiale.
Il fermento normativo, giurisprudenziale e pratico pone, a nostro avviso, il mondo accademico e dell’istruzione superiore, e non solo, di fronte a una delle più grandi sfide del secolo: il bilanciamento tra progresso e umanesimo.
È di recente conclusione l’iter parlamentare, avviatosi nel 2021, che ha condotto l’Unione Europea all’adozione del Regolamento UE n. 2024/1689 (Artifical Intelligence Act) con il precipuo scopo di istituire un quadro giuridico uniforme che sia prodromico contemporaneamente alla promozione dell’innovazione e alla protezione dai rischi insiti al sistema dell’AI. Perché l’intelligenza artificiale è in grado di descrivere fenomeni oggettivi, ma è priva della creatività umana e delle sue emozioni complesse e ciò induce ad una profonda riflessione sull’importanza di riuscire a diffondere un modello AI antropocentrico dominabile e spiegabile dalla sua stessa mente genitrice.
E tale riflessione non può non iniziare proprio all’interno del mondo accademico precursore e perseguitore in via assiomatica della Conoscenza, dello Sviluppo e della Ricerca.
Non è certamente casuale che l’impatto dell’intelligenza artificiale sul Sistema Universitario sia stato recentemente oggetto di discussione in occasione del Convegno Nazionale del Codau laddove uno dei più importanti Leader globali per le soluzioni digitali per il mondo education ha presentato i più innovativi strumenti per “dominare” il fenomeno sia dal punto di vista amministrativo che per sviluppare progetti di AI che “abilitino la cultura e la formazione delle nuove generazioni”.
La poliedricità dell’ambiente universitario impone un’adeguata ponderazione sulle modalità applicative e di gestione degli strumenti AI. Si tratta infatti di un contesto in cui l’intelligenza artificiale rischia, se non adeguatamente disciplinata e sfruttata, di essere plurioffensiva. Ciò deriva dal fatto che il sistema universitario involge il mondo delle Lavoratrici e dei Lavoratori del settore, ma anche il mondo studentesco.
Quanto al Personale dipendente e docente, se si mette a confronto il dato numerico con quello dei valori medi europei e l’evoluzione dei modelli di funzionamento delle Università, salta immediatamente all’occhio la sua esiguità rispetto al numero degli studenti e la mancanza di sufficiente qualificazione per navigare nei modelli “artificiali”.
Se volessimo aprire lo sguardo a livello globale, si noterà che le università mondiali stanno adottando approcci diversi che si barcamenano tra il riconoscimento del potenziale insito nell’AI e l’attenzione da porre sui possibili rischi di profanazione dell’integrità accademica.
Si tratta infatti di un terreno innatamente poroso che rischia di inficiare diritti fondamentali, di impattare sui lavoratori del settore con conseguente importanza di un’adeguata formazione e istruzione, di minare la trasparenza dei processi decisionali e di avere forti ricadute sulla responsabilità per i danni causati dall’AI.
L’argomento agita l’Europa, il Governo, la giurisprudenza nonché le componenti e gli organi Universitari, pertanto riteniamo fondamentale diventare, in qualità di Organizzazione Sindacale, Parte Attiva del processo, in grado di influire sulla regolamentazione dell’AI nel nostro Settore sempre a tutela delle Lavoratrici e dei Lavoratori tutti.
Vi terremo come sempre aggiornati.
La Segreteria Nazionale