“I concetti di crescita e di sviluppo del Mezzogiorno sono legati a doppio filo al rilancio di un sistema formativo, universitario e di ricerca da troppo tempo invece umiliato e dimenticato da chi scrive senza un apparente criterio le linee guida della politica del Paese”.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia, commenta duramente il decreto governativo che taglierebbe le borse di studio nel Sud d’Italia, sottolineando come “non sia possibile calpestare deliberatamente il diritto allo studio di tanti giovani meridionali e pugliesi, discriminandone il percorso formativo e, conseguentemente, ponendoli in condizioni di evidente svantaggio nella competizione per l’ingresso nel mercato occupazionale”.
“Il diritto allo studio – rincara la dose Pugliese – non ha e non deve avere frontiere, ma va garantito a 360 gradi. E non può e non deve essere ostaggio di mere logiche elettorali e ragionieristiche, che tradiscono così l’assioma fondamentale che individua nel progresso del Sud la spinta propulsiva per la rinascita dell’economia italiana. In ballo, quindi, c’è non solo il domani dei nostri figli e dei nostri nipoti, ma il futuro stesso del Paese, che con simili iniziative perde competitività rispetto al resto d’Europa”.
Pugliese si augura che nel corso della conferenza Stato-Regioni “venga operato un opportuno passo indietro nella direzione della democrazia e negli interessi della nazione e dei giovani, sulle spalle dei quali bisognerà costruire l’architettura socio-economica dell’Italia che verrà. La politica del rigore e dei tagli indiscriminati a fondi e turnover, che ha ridotto allo stremo delle forze gli atenei pugliesi, costringendoli a svolgere l’attività didattica e di ricerca, vitale per la crescita del territorio, con oltre 500 docenti in meno rispetto agli organici previsti, deve restare un lontano ricordo, lasciando campo libero a una nuova linea di condotta mirata a valorizzare le eccellenze locali in un contesto formativo e universitario a sua volta eccellente, consono alle legittime aspirazioni del tessuto economico e occupazionale regionale”.