Com’è ormai noto, con l’entrata in vigore della Legge Gelmini è iniziato il conto alla rovescia per la quasi totalità dei rettori in carica.
La legge prevede che, una volta approvati gli statuti delle università, i rettori decadano al termine dell’anno accademico.
Che fine faranno gli attuali rettori?
Al termine del mandato, dovrebbero tornare ad insegnare, a fare i docenti…
… ma al “potere” ci si abitua facilmente!!!
Pare, infatti, legata al loro riciclo la ripresa, in alcune università, l’ipotesi di creare nuove Fondazioni.
Fondazioni che, per quanto le si giustifichi in nome della ricerca, possono comunque avvalersi di cessioni di immobili da parte degli Atenei, di personale dell’Università e, in attesa di futuri e quanto mai ipotetici finanziatori privati, gestire fondi esclusivamente pubblici.
Chi sarà nominato a presiedere queste Fondazioni?
Che siano proprio i rettori uscenti, che in questo modo troverebbero una comoda sedia (…da loro stessi costruita) su cui sedersi e continuare a gestire una parte rilevante delle risorse degli atenei?
Avrebbero addirittura meno vincoli, visto che le Fondazioni ne sono meno soggette (ad es. possono assumere senza concorsi)!!!
Questo scenario, purtroppo, pare molto verosimile. E’ quindi lecito chiedersi se in momenti di ristrettezze imposte e di tagli drastici, sia il caso di perpetrare questi ulteriori sprechi di denaro pubblico.
Ancora una volta e sempre di più, ribadiamo la nostra avversione nei confronti delle fondazioni surrogato delle istituzioni universitarie.
La Segreteria Nazionale