Con una votazione passata grazie al voto seppur contrario delle opposizioni a confermare il numero legale, è diventata legge la cosiddetta legge “Renzi-Madia”, ovvero la “cosiddetta” Riforma della pubblica amministrazione, che tutt’al più può assomigliare ad una riorganizzazione ma non ad un rilancio.
Senza voler costringere a riflettere sul fatto che il voto delle opposizioni ha consentito di non far ricorso all’ennesimo voto di fiducia, senza voler puntare i riflettori sull’usanza di un maxiemendamento che diventa il tracciato preferenziale per risolvere qualche cosetta qui e là “sfuggita” ai ben tre (tre!) passaggi parlamentari, e senza voler nuovamente polemizzare su un atteggiamento non consono ad un “premier” (che usa in maniera spregiudicata i tweet consolidando un irrispettoso stile scaramantico e da tifoso), alcune valutazioni ci sembrano doverose.
Abbiamo certamente contribuito a migliorare (1) un articolo che avrebbe dissenatamente inciso sulla tenuta del sistema degli enti pubblici di ricerca; ciò non salva il provvedimento, che conserva troppe criticità.
Ai troppi decreti legislativi cui l’atto rimanda per una completa applicazione (fatti salvi rispetto a quelli già previsti, che dovranno essere accentrati in una unica delega al governo), fanno da contraltare le “semplificazioni” (termine abusato almeno quanto “riforma”), che fanno tremare specie quando si parla di pratiche dimezzate ove si tratti di grandi opere … con buona pace della lotta alla corruzione ma soprattutto per tutto quello che ciò significa in materia di sicurezza dei cantieri e rigorosità dei controlli. “Per fortuna”, scatta la possibilità di “attribuire poteri sostituivi al premier” (sic!).
L’accorpamento della polizia forestale con i carabinieri potrebbe non comportare grossi sconvolgimenti, se però non ci fosse una carenza endemica di risorse umane, che lasciano pensare ad un diverso utilizzo di forze e competenze speciali.
Tra le varie scelte, sulla dirigenza pubblica si fa un passo indietro, tronando ad un riaccorpamento della Dirigenza in un ruolo unico seppur diviso su tre livelli (statale, regionale, locale).
Sul silenzio assenso tra amministrazioni pubbliche, il limite di 30 gg diventa massimo 90 in materia di ambiente, cultura, sanità.
In materia di sanità assistiamo ad nuovo concetto di “prestazioni inadeguate”, per le quali rischiano di essere perseguiti i medici di base: saranno quindi bene accetti solo “pazienti in buona salute, senza patologie ereditarie bisognose di monitoraggi continui, non fumatori, che facciano regolare attività fisica non agonistica”… come si legge sui social… ovvero saremo sempre più senza prevenzione, senza medici, senza SSN… e non ci faremo mancare una riduzione di salario accessorio nel SSN, conseguente ai processi di riorganizzazione obbligatori!
I poteri del Governo vengono fortemente ampliati. Molte scelte passeranno per il CdM, comprimendo ulteriormente gli spazi democratici di confronto parlamentare: la democrazia sarà faticosa, ma senza si vive decisamente peggio. Come diceva un alunno qualche anno fa, “io speriamo che me la cavo”…!
UIL RUA
Sonia Ostrica