sabato 27 Luglio 2024

PON Ricerca e Innovazione 2014 2020 – Primo Incontro MIUR e Parti Sociali

simboli-comparti ricercaHa avuto luogo il 3 giugno u.s. l’incontro tra gli esponenti del Miur (Autorità di gestione: dott. Fabrizio Cobis e dott.ssa Anna Maria Fontana) le parti sociali ed i rappresentanti delle Regioni interessate, per accelerare la fase finale e formale di approvazione da parte della Commissione UE del nuovo Programma Operativo Nazionale “Ricerca ed Innovazione” 2014-2020. La riunione ha costituito anche l’occasione per fissare nuove linee di coinvolgimento del partenariato, che il Miur intende positivamente impegnare non solo nella “sorveglianza” ma anche con apporti più continuativi ed incisivi all’interno di appositi gruppi di lavoro che verranno man mano costituiti ai fini del miglioramento gestionale del Programma rispetto alle precedenti esperienze 2000-2006 e 2007-2013.

Riportiamo di seguito un quadro sintetico del PON (cui si accompagna in parallelo il PON Innovazione e Competitività a gestione MISE) e l’intervento a nome della UILRUA e UIL di Iperide Ippoliti nella riunione del 3 giugno presso l’ Agenzia per la Coesione sociale.

PON 2014 2020 incontro MIUR parti sociali All 1

PON 2014 2020 incontro MIUR parti sociali All 2

 

 

 

 

B) INTERVENTO IPERIDE IPPOLITI (UIL – UILRUA) RIUNIONE COMITATO DI SORVEGLIANZA “PON RICERCA E INNOVAZIONE 2014-2020”

(Agenzia per la Coesione – MISE – Via Sicilia 162 – Roma 3 giugno 2015)

Esprimo, innanzitutto, l’amarezza nel constatare – in verità insieme agli estensori del Programma – che dopo 4-5 stagioni di programmazione dell’intervento straordinario le cose non sono mutate.

Anzi i divari dall’ Europa sono aumentati e sono aumentati i divari interni tra Sud e Centro-Nord: sia nel livello degli investimenti complessivi in R&I , sia in particolare nella difficoltà di assorbimento da parte del sistema produttivo italiano delle risorse umane più qualificate (soprattutto laureati ma non solo) prodotte dal nostro sistema formativo.

Siamo ancora alla “pentola bucata”? O, forse meglio, abbiamo inseguito il tema della “crisi” ma non siamo stati in grado di aggredire i fenomeni e le cause strutturali del nostro divario?

La permanenza del PON-Ricerca e Innovazione anche per la “stagione” 2014-2020 – che noi abbiamo salutato con favore considerato che sono queste insieme a quelle del Programma Quadro le uniche e vere risorse destinate agli investimenti anche per “il sistema ricerca che c’è (quello pubblico)” e non solo per “il sistema ricerca che ancora non c’è” (quello privato) – ci impone di scommettere e di tentare ancora per provare altre strade.

Il collega Luigi Veltro, a nome del Servizio Politiche Territoriali della UIL, è già intervenuto in numerose occasioni che hanno accompagnato lo sviluppo dell’ Accordo di Partenariato 2014-2020 sul cruciale tema del rapporto tra i livelli di programmazione, in particolare regionale (POR) e nazionale (PON), per evitare sovrapposizioni e duplicazioni che ci sono state e ci sono.

Dunque non entrerò nel merito di questo aspetto.
Per fortuna vi siete accorti che c’era anche il partenariato sociale da consultare!!!

Forse in ritardo ma va sempre bene…ci siamo abituati…almeno così non daranno colpe al sindacato, come è di moda, se questi programmi non raggiungono quasi mai gli obiettivi desiderati!

Queste battute dure le rivolgiamo in particolare anche al Ministro Giannini ed ai suoi collaboratori: hanno proseguito la strada già suggerita nel 2013-2014 suggerita dal Ministro Carrozza che non ha minimamente consultato il sindacato nella proposizione del Programma Nazionale della Ricerca!

Ricordo a chi non lo sapesse che, almeno per la parte MIUR il PNR costituirà l’estrinsecazione di gran parte degli obiettivi non solo del futuro Programma Quadro legato ad Horizon 2020 It ma anche del PON di cui stiamo trattando.

Ebbene ci si coinvolge, ed in ritardo, sul PON quando già a livello MIUR sono state fissate le linee fondamentali del PNR!

Ma c’è di più: si produce il PNR fuori di qualsiasi programmazione pluriennale e al di fuori di qualsiasi parvenza di obiettivo di “buona ricerca” e “buona università” (così come di “buona scuola”) e senza alcun riferimento a ciò che il Parlamento potrà presto varare (v ddl Madia).

Si produce il PNR ammettendo candidamente che parti vaste della PA interessate agli obiettivi non hanno ancora convenuto sugli obiettivi fissati!!!

Ciò a dimostrazione che manca tuttora quel quadro di indirizzo e coordinamento che cerchiamo dagli anni ’90!

Ma tutto va bene perché si afferma che i cosiddetti stakeholders ed i cittadini sono stati consultati con il metodo oramai in voga in Europa!!??

Mi fermo qui!

La UIL e la UIL-RUA restano, comunque, vigili ed attente.

Stanno agli atti le nostre posizioni ed i nostri contributi su alcune scelte essenziali che il sistema si accinge a compiere, lungo tutto il difficile percorso che ha contrassegnato l’elaborazione della parte riferita a Ricerca e Innovazione all’interno dell’ Accordo di Partenariato:

il nostro contributo all’interno dell’ Osservatorio Regioni/OO.SS./Confindustria sulle linee della Programmazione UE 2014-2020;

quello altrettanto significativo per lo sviluppo di “sinergie di sistema” legato all’avvio, pur difficile, dell’esperienza dei Clusters Tecnologici Nazionali e delle nove aree di intervento;

la nostra posizione e richiesta di far si che la strategia di Horizon 2020, senza deprimere lo sviluppo della ricerca libera e di base, potesse essere interiorizzata più di quanto le nostre istituzioni scientifiche e le nostre imprese siano portate, per loro natura, a fare (ovvero a comportarsi in maniera slegata ed autoreferenziale magari solo per accaparrarsi finanziamenti).

Certo noi sappiamo bene cosa c’è dietro la tendenza dei nostri sistemi ad edulcorare gli obiettivi, a disperdere e polverizzare in mille rivoli, a sovrapporre gli interventi, a chiedere automatismi!
Ci sono comportamenti negativi, che per taluni versi nelle aree del ns Meridione sono esasperati, ma c’è anche il bisogno di sopravvivenza di sistemi pubblici che hanno solo in queste risorse le vere possibilità di investimento; e c’è la richiesta ancora insoddisfatta di una profonda revisione di meccanismi programmatici e gestionali ancora lenti, farraginosi, che ritardano il processo progettazione- finanziamento-esecuzione-ricadute; ci sono i ritardi e le resistenze del nostro sistema bancario e di finanziamento che non sostiene la ricerca e l’innovazione.

Revisione che, a nostro avviso, i provvedimenti dei Governi Monti e Letta non hanno compiutamente ed efficacemente operato.

Resta il fatto che noi, pur operando a stretto contatto giornaliero con il sistema e con i nostri ricercatori, non abbiamo mai assecondato tendenze che andassero dalla parte opposta alla concentrazione degli obiettivi, alle concrete ricadute, soprattutto, innovative ed occupazionali dei progetti finanziati.

Il nostro sindacato sostiene da anni che 3 fondamentalmente sono i nodi che soprattutto il buon uso delle risorse europee debbono aiutare a sciogliere:

– l’insufficienza delle risorse umane impiegate non solo nei sistemi pubblici per Ricerca e Innovazione;

– la mancanza di vere sinergie tra le reti (università, enti di ricerca e imprese);

– la debolezza delle azioni di trasferimento tecnologico, di diffusione delle conoscenze di di applicazione dei risultati delle conoscenze.

Dobbiamo riconoscere con vero favore che il PON 2014-2020 appare orientato come non mai verso questi tre obiettivi!

Noi “sorveglieremo” e ci “applicheremo” al massimo affinchè alle parole seguano coerentemente i fatti e chiediamo, fin da ora, che il Comitato di Indirizzo del PON consenta al sindacato ed alle parti sociali di dare un apporto concreto e non solo di “sorveglianza formale” ed episodica.

Alcune brevi considerazioni le vorrei spendere, infine, su due aspetti particolari che emergono dal documento presentatoci.

1) RISORSE UMANE E LORO CENTRALITA’

Finalmente si riconosce che questo è il tema prioritario.

Non possiamo delegare solo al sistema pubblico il compito importante di assorbire nuovi tecnici , nuovi laureati e nuovi dottori di ricerca prodotti dal nostro sistema formativo e di alta qualificazione.

Ricordo poi che negli EPR già vi è un vastissimo fenomeno di precariato, più di 10 mila precari nelle varie forme gran parte dei quali formati e selezionati che attendono da tempo una decisiva risposta di stabilizzazione e/o di progressivo assorbimento stabile.

Occorre che anche le imprese, che qui rivendicano solo “velocità di intervento”, facciano la loro parte, perchè oggi esse non la fanno e perché nell’intero sistema produttivo nazionale è sempre più bassa la presenza delle alte qualificazioni e di attività di ricerca.

Agire dal lato della offerta, qualificando l’offerta formativa? Può essere una strada ma noi abbiamo dubbi che questo possa bastare.

Bisogna agire anche dal lato della domanda, soprattutto incentivando chi ha programmi seri con ricadute serie e che si impegna a creare nuova occupazione per i ricercatori e laureati.

In ogni caso se agiamo potentemente dal lato dei cosiddetti “dottorati innovativi” (come sembra voler fare il nuovo PON ma anche il PNR prima citato) ebbene noi dobbiamo coinvolgere, non solo le Università e le Imprese ma anche quelle strutture pubbliche, ovvero gli Enti Pubblici di Ricerca, che hanno più di altri esperienze e conoscenza della multidisciplinarietà e dei contenuti tecnologici ed applicativi delle nuove conoscenze!

Vogliamo agire sulla “circolarità”, sulla “mobilità” dei ricercatori, sulle sinergie”? Bene ma facciamo attenzione alle condizioni che rendano tutto ciò possibile: facciamo attenzione ad esempio che in Parlamento è in iter un emendamento alla Legge Madia sulla PA che va opportunamente indirizzato e sostenuto; sosteniamo più di quanto si fa oggi anche nelle Regioni più deboli i progetti che vedono insieme Università, Imprese ed EPR; adottiamo criteri di misurazione e valutazione che non siano quelli strettamente “disciplinari” ed “accademici” della VQR ANVUR 2004-2010 ma sono piuttosto quelli che debbono esaltare la cosiddetta “terza mission” di Università ed EPR (e che oggi per noi è la prima mission considerato lo stato in cui versa il nostro sistema economico e sociale); offriamo con i progetti UE la possibilità di continuare a lavorare ai ricercatori già impegnati sugli stessi negli Enti Pubblici di Ricerca e e nelle Università e diamo nuovi e reali sbocchi occupazionali ai giovani ricercatori anche nelle imprese.

Se non facciamo tutto ciò anche con i “super-dottorati” finiremo per regalare agli altri paesi le nostre migliori risorse intellettuali!

2) INFRASTRUTTURE DI RICERCA

E’ un tema fondamentale per dare valenza internazionale ed europea al PON e sul quale anche a livello MIUR mi pare siamo ancora in forte ritardo. Qui i rischi di ripetere esperienze negative e di disperdere risorse sono molto alti.

Nel documento mi pare ci sia piena consapevolezza di ciò, laddove si parla di esperienze come ad es. quella dei distretti e dei parchi scientifici e tecnologici, che hanno bisogno di garantire ben diversa sostenibilità, progettuale e finanziaria. Ma certo non può bastare l’affermazione, pur significativa, che i nuovi finanziamenti non potranno andare alla edilizia ma al sostegno soprattutto di nuova strumentazione.

E’ qui che occorre il massimo sforzo di qualità e di concentrazione delle risorse: intervenire, soprattutto nella direzione della individuazione di pochi e significativi punti di concentrazione delle conoscenze e competenze comuni alle tre reti e ben incardinate anche nelle reali suscettività dei singoli territori per offrire a tutte le strutture pubbliche e private il sostegno soprattutto tecnologico di cui esse hanno bisogno nello sviluppo di progetti comuni e non solo.

Solo in questo modo si può fronteggiare e limitare , qualificando e non disperdendo risorse pubbliche, quel fenomeno crescente che chiamate “terziario esterno alle imprese” e la tendenza negativa e assai costosa ad esternalizzare.

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